Nominati due giudici straordinari

Nominati due giudici straordinari

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Gobbi: “Ci lasciamo alle spalle un anno in cui si è anteposto l’ego alla Giustizia”

Il direttore del Dipartimento delle istituzioni sulle nomine dei due giudici straordinari al Tribunale penale cantonale: “La speranza è che il concorso pubblicato oggi per sostituire Mauro Ermani possa raccogliere maggiori disponibilità”.

La scelta è ricaduta su Monica Sartori-Lombardi, avvocato e giudice supplente al Tribunale penale, e su Paolo Bordoli, ex procuratore pubblico e giudice dei provvedimenti coercitivi. Saranno loro a ricoprire da febbraio il ruolo di giudici straordinari al Tribunale penale cantonale (Tpc), la cui ricerca è partita subito dopo la destituzione di Siro Quadri e Francesca Verda-Chiocchetti. Due nomine ufficializzate oggi dal Governo e rese ancora più urgenti dopo le dimissioni immediate del presidente Mauro Ermani, ma per le quali non c’era la fila. “Evidentemente la situazione non facile del Tribunale penale cantonale non ha favorito una numerosa adesione in termini di candidature”, afferma ai microfoni di Ticinonews il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. “La speranza è che il concorso pubblicato oggi dal Gran Consiglio per sostituire il giudice Ermani possa invece accogliere maggiori disponibilità, proprio perché non c’è quell’incertezza legata alla durata della carica, com’è invece nel caso di un supplente straordinario”.

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“Se ognuno mette davanti il proprio ego, ad andarci di mezzo è l’istituzione”
La durata della carica straordinaria dipenderà infatti da come evolverà la procedura di ricorso di Quadri e Verda-Chiocchetti, destituiti per aver denunciato per pornografia il collega Ermani. Nel frattempo, però, c’è un tribunale da far funzionare e che da diverse settimane può contare solo su due giudici su cinque. Dalla loro, entrambi i profili designati oggi vantano già un’esperienza in aula penale. L’auspicio di Gobbi, adesso, è di ripartire con il piede giusto. “Se ognuno di noi mette davanti il proprio ego e i propri interessi personali, ad andarci di mezzo è l’istituzione”, rileva il direttore del DI. “Questo è l’insegnamento che possiamo trarre dagli ultimi 12 mesi in cui non si è riusciti a dialogare in maniera costruttiva all’interno del Tpc”. Nell’ambito politico e nei rapporti tra la magistratura, il Gran Consiglio e il Governo “spero che questo periodo in cui si è lavorato bene assieme possa continuare, proprio nell’interesse del buon funzionamento del sistema giustizia ticinese”.

“Buon funzionamento sempre garantito”
Alla fine si è infatti anche sciolto quello che era un nodo squisitamente politico: i giudici straordinari, nominati dal Consiglio di Stato, potranno concorrere anche per il ruolo di giudice ordinario, la cui designazione è invece di competenza parlamentare. “A fronte di una situazione straordinaria dobbiamo avere anche soluzioni straordinarie, nell’interesse del buon funzionamento”. Buon funzionamento che, tiene a precisare Gobbi, è sempre stato garantito grazie ai rimanenti Mauro Villa e Amos Pagnamenta secondo una scala di priorità.

“Al momento nessun reclamo”
E infine, per quanto concerne i dubbi sollevati circa la possibilità di ricelebrare alcuni processi dei giudici destituiti, per cui non è ancora stata firmata la motivazione scritta, il direttore del DI è categorico: “Fino ad ora nessun avvocato di un imputato condannato ha ‘reclamato’ a fronte di questa situazione. D’altra parte, le rassicurazioni del presidente del Tribunale d’appello Giovan Maria Tattarletti, secondo cui la giurisprudenza e la dottrina ammettono che le motivazioni possono essere firmate da persone in sostituzione del giudice o del cancelliere, ci tranquillizzano. Riteniamo possano costituire una risposta chiara a chi ha sollevato qualche dubbio”, conclude Gobbi.

https://www.ticinonews.ch/ticino/gobbi-ci-lasciamo-alle-spalle-un-anno-in-cui-si-e-anteposto-lego-alla-giustizia-406745

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Sartori-Lombardi e Bordoli, due supplenti in Tribunale

Nominati dal Consiglio di Stato i giudici che, in via temporanea, prenderanno il posto di Quadri e Verda Chiocchetti Gobbi: «Obiettivo raggiunto, entreranno in funzione nel corso di febbraio» – Pubblicato anche il concorso per il posto di Ermani

L’avvocato Monica Sartori-Lombardi, professionista attiva nel settore privato e già operante al Tribunale penale cantonale (TPC) quale giudice a latere, e il giudice dei provvedimenti coercitivi (e già procuratore pubblico) Paolo Bordoli. Eccoli i due tanto attesi nomi che andranno a sostituire in via provvisoria Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, i due giudici del TPC destituiti lo scorso dicembre dal Consiglio della Magistratura.
Il Consiglio di Stato, dunque, come previsto ha proceduto alla nomina dei due giudici straordinari che andranno a dare man forte al Tribunale, oggi più che dimezzato dopo il cosiddetto «caos al TPC». Fra qualche settimana, quindi, il TPC potrà tornare a lavorare con quattro giudici sui cinque previsti. E ritrovare così una certa normalità. Una boccata d’ossigeno. «Sì, era l’obiettivo che ci eravamo dati: identificare i supplenti, d’intesa con il Tribunale d’appello, entro la fine di gennaio, in modo tale da essere operativi per l’inizio di febbraio. E l’obiettivo è stato raggiunto», rileva il direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi. Di fatto, così facendo «si raddoppiano le forze in esercizio al TPC in qualità di giudici». Un raddoppio più che necessario, aggiunge Gobbi, «poiché oggi, con soli due magistrati si era sottodotati ed essenzialmente si lavorava ‘in urgenza’». I neodesignati giudici straordinari, si legge in un comunicato del Governo, «entreranno in funzione (…) nel corso del mese di febbraio a seguito della dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle leggi». Come noto, inoltre, la durata della loro supplenza «verrà definita in base all’evoluzione della procedura di ricorso riguardante le decisioni di destituzione dei due giudici del TPC». Sartori-Lombardi e Bordoli, in sostanza, resteranno in carica fino a quando tutta la questione del licenziamento di Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti sarà chiarita in via definitiva dal punto di vista giudiziario.
Da notare che, come rilevato dal Governo, la designazione di Bordoli «comporterà la relativa supplenza presso l’Ufficio del giudice dei provvedimenti coercitivi (GPC)». Designazione che, spiega Gobbi, «è attesa a brevissimo». Questione di giorni, insomma.
Stando a nostre informazioni il nome che si sta facendo strada è quello di Krizia Kono-Genini. Attualmente segretaria giudiziaria al Ministero pubblico, ha già ricoperto il ruolo di giudice supplente all’Ufficio del GPC dal 21 gennaio al 31 marzo 2022, quando, in attesa dell’entrata in funzione del giudice René Libotte, il Gran Consiglio decise la reintroduzione del quarto giudice di garanzia.

L’altro posto «vacante»
Ora, in queste ore è stato fatto un altro passo avanti in questa intricata vicenda. Come annunciato negli scorsi giorni, proprio ieri mattina è stato pubblicato sul Foglio ufficiale il concorso per l’elezione di un giudice ordinario al TPC, ossia per il posto lasciato vacante dal giudice Mauro Ermani. Già, perché se da una parte il Governo ha proceduto per competenza alla nomina provvisoria di due giudici straordinari (al posto di Quadri e Verda Chiocchetti), dall’altra alla Commissione giustizia e diritti e al Gran Consiglio spetta il compito di nominare un giudice ordinario (al posto di Ermani). E, appunto, ieri è stato pubblicato il relativo concorso, che si chiuderà il 10 febbraio. Solo allora sapremo quanti candidati si sono fatti avanti. Nel frattempo, come avevamo riferito settimana scorsa, sappiamo già però che tra i candidati per il posto di giudice straordinario c’era anche chi si era detto interessato per il posto di «ordinario». E, sempre stando a nostre informazioni, un passo in questa direzione potrebbe compierlo proprio Paolo Bordoli. Il quale, tra l’altro, è in quota socialista, proprio come Ermani.
È stato anche per quel motivo che nello stesso concorso è stato inserito – dopo le discussioni tra la Commissione parlamentare e il Tribunale d’appello – un paragrafo per precisare che «l’aver eventualmente ricoperto la carica di giudice supplente straordinario (…) presso il medesimo Tribunale penale cantonale non costituirà per il candidato titolo preferenziale o pregiudizievole». Insomma, né vantaggi ne svantaggi. Sullo sfondo, da una parte la preoccupazione della Giustizia e diritti di creare una corsia preferenziale per tale candidato, e dall’altra la necessità di garantire comunque l’operatività del Tribunale.

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 23 gennaio 2025 del Corriere del Ticino

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Sartori-Lombardi e Bordoli giudici straordinari al Tpc
Il governo ha nominato i supplenti. La durata della carica dipenderà anche dai tempi delle procedure di ricorso avviate da Quadri e Verda Chiocchetti

Il Tribunale penale cantonale ha i suoi due giudici supplenti straordinari. Ieri mattina il Consiglio di Stato ha nominato Monica Sartori-Lombardi, avvocato e già ora giudice a latere (nelle corti con tre magistrati) al Tribunale penale cantonale, e Paolo Bordoli, oggi giudice dei provvedimenti coercitivi. Lei di area Plr, lui in quota Ps. I due, i cui nomi sono stati anticipati dalla ‘Regione’ nei giorni scorsi, entreranno in carica “nel corso del mese di febbraio”, dopo aver dichiarato fedeltà alla Costituzione e alle leggi, indica il governo in una nota. La durata della supplenza “verrà definita in base all’evoluzione della procedura di ricorso riguardante le decisioni di destituzione dei due giudici del Tribunale penale cantonale”. Cioè di Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, rimossi lo scorso dicembre dal Consiglio della magistratura per aver denunciato per pornografia – “pur sapendo che il fatto non costituiva un reato”, secondo il Cdm – il presidente del Tpc Mauro Ermani – nel frattempo dimessosi per motivi di salute – per aver inviato l’immagine tratta da internet dei due peni di plastica giganti, con una donna seduta in mezzo e la scritta ‘Ufficio penale’, a una segretaria del Tpc presunta vittima di mobbing da parte di una collega. Verda Chiocchetti e Quadri hanno impugnato il provvedimento del Cdm davanti alla Commissione di ricorso sulla magistratura. La quale ha intanto negato l’effetto sospensivo ai ricorsi dei due (per ora ex) giudici, dicendo quindi no al loro reintegro al Tpc in attesa della decisione di merito sulla sentenza di destituzione. Attraverso il loro legale, l’avvocato Marco Broggini, hanno però fatto sapere che contesteranno davanti al Tribunale federale la mancata concessione dell’effetto sospensivo. Dopo le due destituzioni, seppur non definitive, e dopo le dimissioni di Ermani (proprio ieri è stato pubblicato il bando di concorso per l’elezione parlamentare del suo o della sua subentrante al Tribunale d’appello, di cui il Tribunale penale è una sezione), al Tpc sono rimasti, quali magistrati, il vicepresidente Marco Villa e Amos Pagnamenta. Da qui la necessità e l’urgenza di designare almeno un paio di giudici straordinari/supplenti. Condotta dai vertici del Tribunale d’appello e dalla direzione della Divisione giustizia del Dipartimento istituzioni, la ricerca dei profili non è stata certo facile. Non è stata facile, ma, sottolinea il capo del Dipartimento Norman Gobbi, «la collaborazione fra magistratura, governo e parlamento nell’interesse della Giustizia ha permesso di trovare una soluzione in tempi ragionevoli a una situazione del tutto particolare: si mette un tribunale importante, come il Tpc, nelle condizioni di poter continuare a operare». Per l’entrata in carica dei due giudici straordinari al Tpc bisognerà attendere, riprende Gobbi, «circa due settimane: Bordoli ha ancora un picchetto, mentre Sartori-Lombardi sta facendo le pratiche per la cessazione dell’attività» di avvocato (nella fattispecie quello di giudice straordinario è un lavoro a tempo pieno).

Krizia Kono-Genini giudice dei provvedimenti coercitivi supplente
E chi prenderà temporaneamente il posto di Paolo Bordoli all’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi (gpc)? La nomina, anche in questo caso di un giudice straordinario/supplente e anche in questo caso da parte del Consiglio di Stato, è imminente. «Verrà formalizzata domani (oggi, ndr)», dice ancora alla ‘Regione’ il titolare del Dipartimento istituzioni. Altro Gobbi non aggiunge. Da nostre informazioni dovrebbe trattarsi di Krizia KonoGenini, avvocato e attuale segretaria giudiziaria della procuratrice pubblica Veronica Lipari.
In passato, e per una decina d’anni (dal settembre 2011), Kono-Genini – area Plr – è stata segretaria giudiziaria dello stesso Ufficio dei gpc. Del quale è stata pure giudice straordinario/supplente: dal 21 gennaio a settembre del 2022. Era stata designata dal Consiglio di Stato quale rinforzo provvisorio dell’Ufficio giudiziario fino all’entrata in carica del quarto giudice di garanzia, dopo la decisione, nel 2021, di governo e Gran Consiglio di ripristinare l’organico iniziale, ridotto di un’unità in seguito alla manovra di risparmio del 2016 per risanare le finanze cantonali. Kono-Genini si appresterebbe insomma a svolgere un ruolo già ricoperto. Bordoli, in quota Ps e dieci anni da procuratore pubblico, è stato eletto giudice dei provvedimenti coercitivi nel settembre 2018 dal Gran Consiglio. Che lo aveva preferito proprio a Krizia Kono-Genini, all’epoca segretaria giudiziaria dell’Ufficio dei gpc: 51 i voti ottenuti dal primo, 25 i voti andati alla seconda. Ma guarda i casi della vita… Bordoli era così subentrato a Claudia Solcà, passata nel gennaio 2019 alla Corte di appello del Tribunale penale federale.
La ricerca del(la) supplente di Bordoli all’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi è stata fatta dal Dipartimento istituzioni d’intesa con l’autorità giudiziaria interessata. Ossia il citato ufficio, presieduto da Ursula Züblin.

Aperte le candidature per il dopo-Ermani
Sempre ieri è stato pubblicato sul ‘Foglio ufficiale’ l’atteso bando di concorso per l’elezione, da parte del Gran Consiglio, di un giudice (ordinario) del Tribunale d’appello. Un incarico lasciato vacante da Ermani che come scritto ha presentato lo scorso 7 gennaio le dimissioni dalla magistratura “per motivi di salute”, con la richiesta che venissero accolte con effetto immediato, quindi senza lasciar passare i sei mesi di disdetta previsti per i magistrati dalla legge. Richiesta accolta alcuni giorni dopo, il 14, dall’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio. Nel testo del concorso è stato inserito un “nota bene”, un’informazione importante: “Il nuovo giudice sarà attribuito al Tribunale penale cantonale. L’aver eventualmente ricoperto la carica di giudice straordinario presso il medesimo Tribunale non costituirà per il candidato titolo preferenziale o pregiudizievole”. Detto altrimenti: Bordoli e Sartori-Lombardi, qualora decidessero di candidarsi alla successione di Ermani, avrebbero le stesse possibilità di tutti gli altri candidati. Una precisazione, quella introdotta nel bando, frutto pure dell’incontro di lunedì tra la commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ presieduta dal deputato del Centro Fiorenzo Dadò, il direttore del Dipartimento istituzioni, la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti e i giudici Giovan Maria Tattarletti, presidente del Tribunale d’appello, e Villa. I requisiti? Avere la cittadinanza svizzera e il dottorato “in giurisprudenza o titolo equivalente o certificato di capacità per l’esercizio dell’avvocatura”. Il concorso scadrà il 10 febbraio e alla domanda i candidati dovranno anche allegare: curriculum vitae, motivazione scritta del perché si ambisce alla carica di giudice (ordinario), casellario giudiziale e documenti che attestano l’adempimento dei requisiti oltre che eventuali lavori scientifici. La nomina da parte del Gran Consiglio non dovrebbe avvenire prima di 3-4 mesi. L’eletto/a ricoprirà poi la funzione fino al 31 maggio 2028. Il mandato, decennale, potrà essere rinnovato. Chi prenderà il posto di Ermani, eletto a suo tempo in quota socialista, al Tribunale penale cantonale? Prematuro dirlo. Ma, stando ad attenti osservatori, Bordoli sembra il predestinato.

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 23 gennaio 2025 de La Regione