La presenza di carovane di nomadi sul territorio ticinese è problematica. Una sola piazza attualmente accoglie i 24 nomadi presenti in Ticino; ma la popolazione di Galbisio non vede di buon occhio questa presenza, e ora anche i ppdini bellinzonesi pongono delle questioni.
Una commissione nomadi, istituita nel 1996, che in questi 15 anni non è arrivata a concretizzare quanto richiesto dal Movimento contro il Razzismo e la Xenofobia, ossia creare delle aree di sosta e di transito adeguatamente attrezzate per la popolazione nomade.
Un fallimento degli obiettivi che pone seri interrogativi sulla reale utilità della commissione. Questa mia riflessione non vuole sminuire le persone che siedono in questa commissione, ma vuole porre la reale domanda sul ruolo di queste commissioni consultive, che – formate da volontari e funzionari – spesso sono esercizi fini a sé stessi in cui i presidenti si arrogano il diritto di esprimersi però nella piena ufficialità.
Un esempio lampante è la fallace opinione di taluni che vi siano convenzioni internazionali che obbligano a creare aree di sosta o di transito per nomadi. Tali convenzioni non esistono, men che meno l’obbligo del Cantone di mettere a disposizione queste aree. Esiste l’invito della Confederazione a realizzare tali aree, invito accolto da meno della metà dei Cantoni svizzeri.
Nelle prossime settimane affronterò il tema nel dettaglio, verificando la volontà delle comunità locali di voler continuare ad ospitare l’unica area di sosta. Qualora mancassero i presupposti, s’imporrebbe allora un cambio di paradigma nella politica sin qui condotta dal Cantone, rispettando però le richieste dei cittadini.
Norman Gobbi, CdS