Foto: Rabadan/Massimo Pedrazzini
Da www.tio.ch
Bellinzona, Chiasso, Tesserete e Biasca hanno informato il Consiglio di Stato. La situazione è troppo rischiosa.
Gobbi: «Gli organizzatori hanno dimostrato un grande senso di responsabilità».
Niente assembramenti in maschera. In Ticino salta anche il carnevale causa coronavirus. Bellinzona, Chiasso, Tesserete e Biasca hanno deciso di non prevedere la prossima edizione, come anticipato da la Regione.
La comunicazione ufficiale arriverà a inizio settembre, quando il Cantone si allineerà alle direttive di Berna sulle manifestazioni. Ma oggi i presidenti dei principali carnevali ticinesi hanno informato il presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi, sulla loro intenzione di annullare tutto.
«Allo stato attuale è molto difficile che si potrà fare – ha spiegato Flavio Petraglio, presidente della società Rabadan -, non ci aspettiamo che le misure ci permetteranno di organizzarlo come abbiamo sempre fatto. Pensiamoci bene, facciamo molta attenzione e ponderiamo bene i rischi». Per Chiasso «l’annullamento non è un problema». Nebiopoli «ha accumulato un fondo cassa» che dovrebbe permettergli di far fronte ai costi fissi, ha spiegato il suo presidente Alessandro Gazzani.
Se è vero che all’inizio dei carnevali manca ancora un po’ di tempo, l’organizzazione e la preparazione hanno luogo durante l’estate. «Bisogna essere realisti – sottolinea Livio Mazzuchelli, presidente del Or Penagin di Tesserete -. Sarebbe impossibile tenere le manifestazioni rispettando tutte le norme». Biasca intende evitare l’incubo vissuto nel 2020 e fermarsi ora. «Pensare di mettere in moto la macchina organizzativa e poi rischiare di vanificare tutto all’ultimo momento non sarebbe sostenibile per il secondo anno di fila», aggiunge il presidente di Naregna Gabriele Cirio.
E Roveredo seguirà (probabilmente) a ruota, dopo aver però discusso con il Governo grigionese e il Comune.
A Palazzo delle Orsoline lo stop ai carnevali è stato recepito come «un grande gesto di responsabilità». Gobbi si dice dispiaciuto «perché i carnevali sono parte della nostra cultura e della nostra identità», ma ritiene sia «una grande rinuncia» però «responsabile».
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Da www.ticinonews.ch
No ai grandi carnevali in Ticino nel 2021
Da Bellinzona a Tesserete la scelta sarebbe condivisa: le incertezze sono troppe, non sarà fattibile fare il carnevale.
La decisione definitiva arriverà a settembre. “Sarebbe irresponsabile”.
Il 2021 sarà un anno senza i grandi carnevali in Ticino. Bellinzona, Chiasso, Tesserete e Biasca hanno deciso di non prevedere la prossima edizione.
La causa? Le troppe incertezze legate al coronavirus. La decisione, ci hanno spiegato alcuni organizzatori da noi contattati, non è ancora totalmente confermata ma lo scenario più papabile sarebbe quello di annullare l’edizione del 2021. E questa sarebbe anche la direzione che vuole prendere il Consiglio di Stato.
Incontro con Gobbi
Oggi il presidente del governo Norman Gobbi ha avuto un incontro con i grandi carnevali del Ticino tra cui Rabadan, Or Penagin, Naregna e Nebiopoli.
Per la decisione formale si dovrà attendere inizio settembre quando, dopo essersi consultato anche con Berna, il Cantone dovrà prendere una decisione definitiva riguardo a tutti i carnevali, compresi quelli più piccoli. Il presidente del Consiglio di Stato ha commentato: “Gli organizzatori hanno dimostrato un grande senso di responsabilità”.
“Scelta irresponsabile”
Da Chiasso, Alessandro Gazzani, conferma: “La decisione definitiva arriverà a settembre. Fare il carnevale sarebbe una decisione irresponsabile sia dal punto di vista sanitario che economico. Non possiamo pensare di fare manifestazioni con migliaia di persone in questa situazione, inoltre continuare a programmare la prossima edizione del 2021 vorrebbe dire investire sempre più soldi”. E aggiunge: “Andare troppo avanti con i preparativi potrebbe voler dire la morte per le nostre associazioni”.
Rabadan? Niente da fare
Anche Flavio Petraglio ha confermato in diretta a Teleticino: “A oggi è presto per parlare di carnevale ma metà settembre è una data limite per permettere ai carnevali di prepararsi. Oggi come oggi parlare di carnevale diventa veramente difficile. Per pensarla come un’edizione normale dobbiamo avere la garanzia che non ci siano contagi e d’altra parte la decisione va presa. Questo sarebbe l’indirizzo ma attendiamo le indicazioni della Confederazione e poi andrà fatto un lavoro di coordinamento tra le varie autorità cantonali”. Per il costo – spiega Petraglio – “dipende quando si sceglie di annullare”. Per la soluzione alternativa: “Per noi è chiaro che è importante trovare una soluzione alternativa anche per gli anziani e per i bambini”.
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Da www.laregione.ch
Saltano i grandi carnevali in Ticino nel 2021
Rabadan, Or Penagin, Naregna, Nebiopoli hanno condiviso la decisione in un incontro col presidente del governo Norman Gobbi. Lingera pronto ad allinearsi.
Sarà un 2021 senza grandi carnevali in Ticino. Bellinzona, Chiasso, Tesserete e Biasca hanno infatti deciso di non prevedere la prossima edizione a causa delle incertezze dovute al coronavirus. Lo hanno comunicato oggi al presidente del consiglio di Stato Norman Gobbi durante un incontro svoltasi a Bellinzona. Roveredo ha dichiarato di volersi allineare «in linea di massima», previo consulto con il governo grigionese e il comune. Formalmente, tuttavia, si attenderà inizio settembre, quando – viste le direttive sulle grandi manifestazioni in arrivo dalla Confederazione, il Cantone dovrebbe prendere una decisione definitiva riguardo a tutti i carnevali, compresi quelli più piccoli.
Chiasso
«Per noi l’annullamento non è un problema – ci spiega il presidente di Nebiopoli Alessandro Gazzani, raggiunto al termine della riunione con Gobbi –. Abbiamo una serie di costi fissi a cui fare fronte, come l’affitto dei magazzini e la varie assicurazioni, faremo le nostre valutazioni ed elaboreremo una strategia per il futuro». Anche se, allo stato attuale, «è difficile parlare di futuro». La notizia positiva arriva dal fatto che, grazie al successo dell’edizione di quest’anno, Nebiopoli «ha accumulato un fondo cassa». Non è da escludere che, nel corso della prossima estate e sempre che le condizioni sanitarie lo permetteranno, Nebiopoli si faccia promotore di eventi a Chiasso.
Tesserete
«Sarebbe impossibile tenere le manifestazioni rispettando tutte le norme – rileva Livio Mazzucchelli, presidente del comitato del Carnevale Or Penagin di Tesserete –. Bisogna essere realisti. Inoltre, dovevamo informare i gruppi dei carri e delle bande per i cortei, perché fra poco avrebbero dovuto iniziare la preparazione. Non dimentichiamo che anche loro hanno dei costi, non solo noi. I tempi sembrano lunghi ma sono sempre stretti. Avevano iniziato a chiederci se si fa o no. È una decisione forte ma coscienziosa».
La decisione, aggiunge Mazzucchelli, è maturata a inizio luglio: «Ne abbiamo parlato con gli altri grandi Carnevali (Bellinzona, Chiasso, Biasca e Roveredo) e siamo tutti arrivati alla stessa conclusione. Oggi noi quattro ticinesi abbiamo ufficialmente comunicato la decisione di non fare le manifestazioni a Gobbi e Lingera si adeguerà».
Bellinzona
Secondo Flavio Petraglio, presidente della società Rabadan, si resta comunque «in attesa delle indicazioni a livello federale delle misure relative ai grandi eventi che dovrebbero arrivare a inizio settembre. Solo allora ci saranno gli elementi per capire cosa ha senso fare. Se come ci si aspetta le indicazioni sono molto restrittive, a quel punto verrà presa la decisione definitiva di non svolgere le manifestazioni. Allo stato attuale è molto difficile che si potrà fare, non ci aspettiamo che le misure ci permetteranno di organizzare il Rabadan come abbiamo sempre fatto. Come organizzatori l’obiettivo è di riuscire a organizzare la manifestazione ma poi subentra anche il senso di responsabilità. Pensiamoci bene e facciamo molta attenzione e ponderiamo bene i rischi».
Biasca
«Abbiamo deciso di evitare di contribuire ulteriormente alla propagazione del virus», sottolinea il presidente della società del Carnevale di Biasca Gabriele Cirio. Proprio nel borgo rivierasco l’edizione 2019 aveva subito una battuta d’arresto dopo la prima sera dei bagordi. «Era già stata dura l’anno scorso. Ora pensare di mettere in moto la macchina organizzativa e poi rischiare di vanificare tutto all’ultimo momento non sarebbe sostenibile per il secondo anno di fila», aggiunge. Al di là dell’aspetto finanziario, a prevalere è però quello preventivo. «La salute prima di tutto», aggiunge. Nella difficoltà del momento, la collaborazione tra i cinque carnevali più importanti della Svizzera italiana si è consolidata. «Vogliamo dare un bel segnale di compattezza», spiega Cirio. L’auspicio del presidente è che l’anno sabbatico sia solo quello del 2021 e Biasca possa tornare a festeggiare nel 2022 per la 120esima edizione.
Roveredo
«In linea di massima ci adatteremo alle decisioni dei carnevali e del Consiglio di Stato ticinesi. Ma prima vogliamo interpellare il governo grigionese, il Comune e indire una riunione di comitato per affrontare ufficialmente il tema», rileva il presidente del Carnevale Lingera di Roveredo Simone Giudicetti.
Gobbi: ‘Grande senso di responsabilità degli organizzatori’
«Gli organizzatori hanno dimostrato un grande senso di responsabilità», commenta da noi interpellato Norman Gobbi, aggiungendo che a pesare sono sì le incertezze legate al coronavirus e alle limitazioni che potrebbero essere ancora in vigore tra gennaio e febbraio, ma anche il rischio finanziario: avviare una macchina organizzativa, con i relativi costi e investimenti, per poi dover fermare tutto potrebbe portare gravi dissesti finanziari. «Inoltre attorno ai carnevali ruotano guggen, gruppi e carristi, anche loro con la necessità di doversi organizzare e che devono comunque sostenere dei costi».
Una decisione, aggiunge Gobbi, «che dispiace, perché i carnevali sono parte della nostra cultura e della nostra identità. È una grande rinuncia, ma responsabile».
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Da www.cdt.ch
La COVID-19 ferma i grandi carnevali ticinesi
Rabadan, Or Penagin, Naregna e Nebiopoli hanno deciso di rinunciare alla prossima edizione a causa delle incertezze legate al coronavirus – La situazione sarà però ridiscussa in settembre.
Qualcuno sarà dispiaciuto: il 2021 in Ticino sarà senza grandi carnevali. È l’esito dell’incontro avvenuto oggi tra i responsabili dei principali carnevali ticinesi e il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi. Come anticipato da La Regione, Bellinzona, Chiasso, Tesserete e Biasca hanno deciso di rinunciare alla prossima edizione a causa delle incertezze dovute al coronavirus.
Roveredo, dal canto suo, ha dichiarato di volersi allineare «in linea di massima», previo consulto con il governo grigionese e il comune. Formalmente, si attenderà l’inizio di settembre, per via delle direttive sulle grandi manifestazioni in arrivo dalla Confederazione, quando il Cantone dovrebbe prendere una decisione definitiva riguardo a tutti i carnevali, compresi quelli più piccoli.
Flavio Petraglio, presidente del Rabadan di Bellinzona, da noi contattato osserva che «l’indirizzo oggi è chiaro: niente carnevali nel 2021.
La decisione, ripeto, è presa però alla luce della situazione sanitaria attuale. Non è ancora definitiva. E nel rispetto di carristi, guggen e gruppi che ovviamente nelle prossime settimane avrebbero dovuto prepararsi per partecipare ai bagordi. A inizio-metà settembre, sulla base delle nuove disposizioni del Consiglio federale sui grandi eventi, faremo di nuovo il punto della situazione. In noi organizzatori ora come ora prevale il senso di responsabilità. In questo senso è fondamentale che ci sia un coordinamento fra Cantone, Comuni e gli stessi organizzatori. La decisione, insomma, dovrà valere per tutti. Per evitare infatti che a livello di sicurezza ci possano essere dei problemi per i carnevali più piccoli, che si troverebbero a dover far fronte ad una probabile affluenza maggiore dovuta proprio all’annullamento dei grandi eventi come il Rabadan».
O tutti o nessuno, insomma. Tutto dipende in primo luogo dalla propagazione del coronavirus (la tanto temuta seconda ondata arriverà?) e dalle imposizioni delle preposte autorità federali e cantonali in materia di grandi manifestazioni. Se le restrizioni dovessero restare quelle attualmente in vigore, nel 2021 potremmo davvero lasciare maschere e coriandoli in cantina.
«Prima di tutto viene la salute: pur senza voler fare del terrorismo, non vogliamo assolutamente correre il rischio di favorire il contagio» spiega Gabriele Cirio, presidente di re Naregna, il carnevale biaschese che pure ha partecipato alla decisione odierna. «È una decisione che abbiamo preso tutti insieme e che da parte nostra va anche nella direzione di non voler fare un altro buco», aggiunge. Per il regno di Naregna quella del 2020 è infatti stata un’edizione zoppa o quasi nulla, dopo che il Consiglio di Stato, a inizio pandemia, ha annullato i carnevali proprio mentre quello biaschese stava esordendo. Una beffa per Gabriele Cirio, che era alla sua prima presidenza, e che dunque anche l’anno prossimo, quasi certamente, dovrà nuovamente rinunciare. Due anni dopo la nomina, la sua prima edizione potrebbe essere solo quella del 2022, un’annata speciale perché sarà il carnevale numero 120 per i biaschesi.