Entrato in servizio lo scorso dicembre, nei primi sei mesi di attività ha eseguito oltre tremila verifiche. In 140 casi le infrazioni sono risultate di grave entità
Con i suoi 15 agenti di polizia uniformati, 33 assistenti di polizia e tre funzionari amministrativi, per un totale di 51 unità impiegate, ha rapidamente raggiunto la velocità di crociera il nuovo Centro di controllo veicoli pesanti (Ccvp) di Giornico entrato ufficialmente in servizio nel dicembre 2022 sostituendo la vecchia piazzola che veniva raggiunta percorrendo da Biasca la corsia autostradale dedicata. Cifre alla mano, il tenente Franco D’Andrea , ufficiale responsabile della struttura da 250 milioni di franchi finanziata dalla Confederazione, spiega che nei primi sei mesi di esercizio sono stati effettuati 3’416 controlli su 154’812 veicoli pesanti transitati in direzione nord. I transiti giornalieri variano da 1’500 a 1’700, con picchi di 2’000. Quasi un terzo dei veicoli verificati, per la precisione 1’078, è stato sanzionato presentando delle anomalie. Di questi, in 140 casi sono emerse infrazioni gravi che possono comportare un rischio concreto per la sicurezza stradale. A seconda della fattispecie e delle responsabilità, possono venire sanzionati sia il conducente sia la ditta. Al momento, tuttavia, dati riguardanti l’incasso di multe non sono ancora a disposizione: per avere le cifre occorrerà attendere i bilanci di fine anno.
Quale bilancio può fare dei primi mesi di attività?
Il bilancio non può che dirsi confortante, soprattutto in termini di prevenzione e sensibilizzazione. Questo tenuto conto di quelle che sono le sfide principali in tema di irregolarità nel traffico pesante. Pensiamo in particolar modo alla sfida determinata dai cambiamenti tecnologici e dalle manomissioni informatiche. Cito ad esempio le modifiche al sistema antinquinamento, alle apparecchiature del veicolo stesso per renderlo più potente o al tachigrafo: premesso che ogni caso va valutato e trattato come caso a sé stante, le statistiche a livello europeo indicano che tre veicoli su dieci risultano modificati.
Oltre all’accresciuta qualità dei controlli, quali altri vantaggi comporta il Ccvp?
La sua entrata in esercizio ha comportato un indubbio miglioramento nel controllo e nel dosaggio dei veicoli pesanti sia in qualità sia in sicurezza. Il personale è motivato. Vi è poi il discorso legato agli autisti che possono oggi disporre di ampi spazi e di servizi igienici, docce e approvvigionamento acqua gratuiti durante il riposo, le pause o le verifiche del caso. Senza dimenticare la sicurezza: meno pericoli legati ai mezzi fermi ai lati della carreggiata e poche colonne di veicoli pesanti al portale sud del San Gottardo. Colonne di camion diminuite specialmente in occasione di eventi che richiedono la chiusura della galleria. In definitiva posso senz’altro affermare che lo stoccaggio dei veicoli pesanti al di fuori del sedime autostradale è ottimale e rappresenta un grandissimo punto a favore della sicurezza.
Come fate a decidere quale camion verificare e quale no?
Tutti i mezzi pesanti in transito verso nord devono uscire dall’A2 e immettersi nell’area di controllo. Dove di norma i controlli avvengono a campione. Tuttavia la formazione ricevuta permette al nostro personale di sviluppare l’occhio critico necessario a rilevare possibili anomalie. Inoltre al casello di triage si lavora in coppia (un assistente meccanico con un assistente circolazione) e perciò il primo controllo visivo permette già di fare una ‘radiografia’ al veicolo e all’autista. Spesso si procede inoltre con gli esami dell’alcolemia. Questa modalità consente di eseguire una valutazione/selezione il più possibile efficace dei veicoli che meritano maggiore attenzione. Dopo un primo screening, possono proseguire verso il San Gottardo (scaglionati tramite dosaggio), fermarsi nell’area di sosta oppure, se selezionati per un controllo più approfondito, passare alla fase successiva. Nei casi degni di attenzione, si procede quindi con ulteriori verifiche. Le possibili irregolarità possono essere rilevate anche dalle telecamere posizionate in autostrada o all’entrata della struttura di Giornico. Queste ultime apparecchiature sono in grado di rilevare il peso e la lunghezza del carico. Qualora ritenute necessarie, le riparazioni vengono eseguite a Giornico o in officine esterne a dipendenza della gravità del caso e da dove l’utente decide di rivolgersi.
Quali le irregolarità riscontrate con maggior frequenza?
Con una media di circa tre casi al giorno, sono legate ai sovraccarichi o ai carichi non ben ripartiti sul camion. Seguono poi problemi legati a perdite di varia natura (soprattutto olio) o agli pneumatici e ai freni (semirimorchio, rimorchio o veicolo). Per quanto riguarda invece le manomissioni, quelle più frequenti riguardano il tachimetro elettronico che permette di monitorare i dati sulla guida, le relative tempistiche ed eventuali anomalie. Se per esempio la velocità del veicolo risulta differente a quella segnalata, anche di pochi chilometri orari, sulle lunghe tratte risultano più ore di lavoro di quelle effettivamente svolte. Da ultimo, particolare attenzione viene data alla questione del riposo degli autisti.
Può elencare alcune irregolarità degne di nota?
Posso segnalarne alcune recenti. Il 17 luglio, poco prima delle 5.30 del mattino, durante un normale controllo da parte del personale del Centro è stato riscontrato un grave caso di guida in stato di ebrietà. La prova con l’etilometro probatorio cui è stato sottoposto l’autista di professione, un 44enne italiano che si trovava alla guida di un camion proveniente dal Bellinzonese e diretto Oltralpe, ha infatti dato esito positivo con un’importante alcolemia, pari a 0,76 mg/l. Perciò è stato denunciato al Ministero pubblico per grave infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale e guida in stato di ebbrezza. Gli è inoltre stata ritirata la licenza di condurre.
Da notare che in oltre sette mesi di attività del Ccvp si è trattato del primo ritiro, mentre nell’ambito delle irregolarità per alcolemia e stupefacenti sono emersi 16 casi lievi e due gravi. Tornando a quel caso, l’autoarticolato appartenente a una ditta svizzera è stato successivamente preso in consegna da un altro autista abilitato. Risale poi al 31 luglio un secondo episodio utile a comprendere le fattispecie con cui siamo confrontati: poco prima delle 19.30 a Sant’Antonino, nell’area di sosta ‘Al Motto’ lungo l’A2, è stato controllato un Tir con targhe polacche immessosi nel parcheggio nonostante il divieto di circolazione per autocarri. Le verifiche poi eseguite al Ccvp hanno permesso di scoprire che il semirimorchio presentava freni difettosi sulla ruota destra del terzo asse, pedane della bisarca non fissate e manipolazioni scorrette del cronotachigrafo. In pratica è stata constatata 19 vole l’omissione di iscrivere il cambiamento della nazione sul cronotachigrafo. Inoltre è stato accertato che aveva circolato sull’A2 in direzione nord a una velocità di 95 chilometri orari in un tratto con limite di 80. L’autista, un 48enne turco, è stato denunciato per grave infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale. Il Tir ha potuto ripartire dopo le riparazioni del caso in un’officina.
L’avvento del Ccvp ha aumentato il numero di controlli e sanzioni?
Il contesto in cui venivano effettuati i controlli prima dell’apertura del Ccvp è completamente differente e un paragone a livello di dati non fornirebbe pertanto una lettura attendibile. In passato venivano per esempio sfruttate le aree di sosta in Riviera e in Leventina senza alcuna struttura fissa. Si trattava di principio di due controlli fissi alla settimana, più quelli che svolgevano le pattuglie di polizia quando notavano qualcosa di anomalo nei Tir in transito sull’A2. Per inquadrare meglio il cambio di passo e l’impossibilità di fare paragoni, basti dire che le ispezioni a campione sul traffico pesante, effettuate su mandato e finanziamento della Confederazione, prevedevano in passato un obiettivo fissato dall’Ufficio federale delle strade di circa 12’700 ore sui 12 mesi. L’apertura del Ccvp di Giornico dovrebbe garantire il raggiungimento di 90’000 ore di controlli annui.
In generale come giudica l’odierna qualità dei veicoli e dei conducenti controllati rispetto all’ultimo ventennio? Si va verso un miglioramento?
Non avendo un’unità di paragone tra la situazione attuale e quella passata, risulta difficile fare una valutazione effettiva. Generalmente lo stato tecnico dei veicoli pesanti può dirsi buono. Le sfide principali a livello di infrazioni, come osservato in precedenza, riguardano le manomissioni informatiche. Particolare importanza è data al discorso della prevenzione: il Ccvp rappresenta un filtro importante che permette di effettuare i controlli in maniera molto più sistematica e agevole rispetto a un tempo.
Quali sono le situazioni in cui viene sanzionato il conducente e quali invece il datore di lavoro?
Se la negligenza è da attribuire al conducente (per esempio per infrazioni concernenti l’Ordinanza sulla durata del lavoro e del riposo dei conducenti professionali di veicoli a motore) si procede nei suoi confronti. Se invece l’infrazione è da attribuire anche al detentore del veicolo (si pensi ai difetti causati da una negligenza nelle manutenzioni), possono venir sanzionati sia il conducente per aver guidato, sia il detentore per la messa in circolazione.
Se è vero, come dicono i vostri dati, che quasi un terzo dei camion controllati è stato sanzionato, questo significa che in teoria quasi un terzo di camion transitanti sull’A2 presenta anomalie e/o malfunzionamenti?
Per avere una lettura obiettiva dei dati occorrerà attendere la conclusione del primo anno d’attività. Le irregolarità riguardano un ampio ventaglio di problematiche. Ad esempio, per quanto riguarda sovraccarichi e carichi non ben ripartiti, questi oggi vengono segnalati da un’apparecchiatura tecnica che controlla tutti i camion in transito nel Ccvp, consentendo così di correggere ciascuna anomalia. Un bel passo avanti rispetto al passato, quando si procedeva solo in presenza di dubbi. Tornando alla domanda, e premesso che le statistiche devono essere interpretate, i dati dei primi sei mesi fanno riflettere. Siamo consapevoli che vi sono diversi veicoli pesanti che presentano difetti o autisti che non rispettano le varie ordinanze. Prima del 2023 non venivano eseguiti controlli così approfonditi e ne deriva che i conducenti magari azzardavano il transito. In quest’ambito il fatto di poter disporre di un’infrastruttura moderna che consente dei controlli sistematici e capillari è sicuramente un passo avanti importante anche in termini di prevenzione.
Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 7 settembre 2023 de La Regione