Articolo pubblicato nell’edizione di martedì 10 luglio 2018 de La Regione
Dopo i casi dello scorso fine settimana, i dati e le attività di prevenzione.
Il progetto ‘Strade sicure’.
Lotterebbero ancora tra la vita e la morte i due motociclisti che lo scorso fine settimana, uno a Vogorno e l’altro a Corzoneso (frazione di Acquarossa), sono stati vittime di due seri incidenti stradali. Le loro condizioni sarebbero immutate rispetto a quanto comunicato inizialmente, indicava ieri pomeriggio la Polizia cantonale, da noi interpellata. Più fortunato, invece, un terzo motociclista che, sempre domenica, sul Lucomagno, nei pressi di Camperio, probabilmente a causa di una chiazza d’olio trovata sull’asfalto, è scivolato affrontando un tornante. Le sue condizioni sono stabili. Tre incidenti con coinvolti motocicli in un fine settimana sono tanti, ma si inseriscono in un trend? «Nei primi quattro mesi dell’anno non abbiamo riscontrato indicazioni di un aumento di incidenti con motoveicoli – risponde Renato Pizolli, capoprogetto di ‘Strade sicure’ –, anzi, il numero di sinistri che vedono coinvolti motoveicoli è inferiore del 15 per cento rispetto agli scorsi anni. Maggio e giugno, benché ancora incompleti perché non sono rientrati ancora tutti i rapporti, non indicano un cambio in questa tendenza». Il 15 per cento in meno rispetto agli scorsi anni, quindi. Ma i dati – fornitici dalla Polizia cantonale – che coprono il periodo 2013-2017 sono parecchio altalenanti. Se il totale degli incidenti che hanno coinvolto almeno un motoveicolo nel 2013 è stato di 503, l’anno seguente il calo è stato sensibile con 464 casi. E se nel 2015 il livello è tornato a quello di due anni prima, risalendo a 509, nel 2016 si è nuovamente scesi a 435. E l’anno scorso? Si è registrato il numero più alto di incidenti degli ultimi cinque anni: 538. Sempre nel 2017, i morti sono stati tre, mentre i feriti gravi 105 e quelli leggeri 183. Dati ballerini quindi, o quantomeno altalenanti. Le cause, però, principalmente sono sempre le stesse: avvicinamento eccessivo al veicolo che precede, manovre azzardate, assunzione di alcol, superamento di veicoli fermi in coda da parte del motoveicolo, scarsa esperienza di guida. E anche le dinamiche, ripetono lo stesso schema: negli ultimi cinque anni, la più frequente è sempre stata un incidente causato da uno sbandamento o per colpa propria del motociclista. Va da sé, quindi, che la prevenzione e la sensibilizzazione siano più che fondamentali. Pizolli, rispondendo alla ‘Regione’, ricorda come «‘Strade sicure’, progetto del Dipartimento delle istituzioni in collaborazione con la Polizia cantonale, sostiene attivamente in Ticino corsi autorizzati e certificati di perfezionamento della guida sulle due ruote con un contributo finanziario». Ma non solo. «Questo progetto promuove degli appuntamenti specificatamente dedicati ai motociclisti. Il 30 giugno, ad esempio, ad Airolo una quarantina di loro ha potuto affrontare i passi alpini con la Polizia cantonale». Questo evento, promosso da ‘Strade sicure’ e dal V Reparto della Gendarmeria stradale della Cantonale, «aveva come obiettivo effettuare prove pratiche dedicate alla sicurezza dei motociclisti. Agenti esperti – annota Pizolli – hanno accompagnato gli amanti delle due ruote sui passi del San Gottardo e della Novena, fornendo utili indicazioni per ottimizzare lo stile di guida e rendendoli attenti ai rischi della guida fuori dalle località abitate». Importante che sia avvenuto in giugno perché, come ricorda il capoprogetto di ‘Strade sicure’, «quella estiva è la stagione dove capita il maggior numero di incidenti, anche perché è maggiore il numero di motoveicoli in circolazione e aumenta il numero di chilometri effettuati».