Morti e dispersi in Alta Vallemaggia

Morti e dispersi in Alta Vallemaggia

Tre vittime sotto una frana. Regione devastata dal maltempo

Temporali di eccezionale violenza hanno seminato morte e distruzione. Il crollo del ponte a Visletto ha isolato la regione da Cevio in su. Evacuati in elicottero bimbi e monitori di una colonia a Mogno e i 300 partecipanti a un torneo di calcio in Lavizzara. La polizia non esclude che vi siano altre vittime. Le voci di abitanti e autorità locali
Il maltempo che si è scatenato in Alta Vallemaggia nella notte tra sabato e domenica si è portato via la vita di tre persone. Due donne attorno ai 70 anni, svizzero-tedesche: la frana scesa nel riale a Fontana, in Valle Bavona, ha raso al suolo la loro casa di vacanza. La terza vittima non è stata formalmente identificata. Nel bilancio anche un disperso a Peccia, in Lavizzara.
I danni materiali del nubifragio non sono ancora stati determinati con precisione. È crollata u n’arcata del ponte di Visletto, a Cevio, e la parte alta della Valle è rimasta isolata. Il fiume in piena ha tagliato i collegamenti elettrici, quelli della telefonia (fissa e cellulari), come pure i tubi dell’acqua potabile. Prima dell’alba sono stati mobilitati i soccorritori, che sono intervenuti in forze.
Nel corso della giornata di ieri hanno portato in salvo con l’elicottero 48 bambini e 20 adulti che erano alloggiati alla colonia montana di Mogno, allagata e fortunatamente solo sfiorata dalla piena. Altre 300 persone, salite a Piano di Peccia per un torneo di calcio amatoriale sul campo del Draione, sono state sorprese dalla furia dei temporali che per ore si sono sfogati impietosi sulla regione. Anche per loro è stata predisposta l’evacuazione con elicotteri. Evacuazione terminata in serata. Passato il primo spavento, per gli abitanti e le autorità delle aree colpite è iniziato il tempo dello sgomento e dell’incredulità. «Mai in vita mia avrei pensato di essere qui a raccontarvi ciò che i miei occhi hanno visto in queste ore – è il commento, con la voce rotta, del sindaco di Lavizzara, Gabriele Dazio –. Ho sorvolato la zona: quanta distruzione. Avevamo degli amici, un centro sportivo e delle abitazioni che ora non ci sono più. Mi chiedo come riusciremo a dare un futuro alle nostre comunità. Una situazione difficile da descrivere e persino da immaginare. È un tristissimo giorno per la Vallemaggia e il Ticino».
Gli ha fatto eco, durante il medesimo incontro con la stampa, la sindaca di Cevio Wanda Dadò: «Con i colleghi di Municipio siamo sgomenti e vicini ai familiari delle vittime. Le zone più colpite sono Roseto, Fontana e Bosco Mondada, in Valle Bavona. Speriamo di ripristinare presto l’elettricità, la telefonia e le maggiori vie di comunicazione. Le ditte sono al lavoro. Continueremo così. E cerchiamo di star vicino soprattutto alla popolazione».
È intervenuto poi il consigliere federale Ignazio Cassis: «Non è semplice trovarsi due domeniche di fila per esprimere la partecipazione della Confederazione in tragedie provocate dalla natura, ma è necessario farlo in quanto vi sono famiglie che si apprestano a vivere un lutto. Che cosa sta succedendo? Andremo avanti così tutta l’estate? Nessuno lo sa… È un momento che ci tocca e che ci fa capire quanto siamo fragili. Porto anche il saluto della presidente della Confederazione Viola Amherd, colpita anche nel suo cantone, quello del Vallese, dove vi sono state vittime ed evacuati».
A portare un segno di vicinanza da parte del Cantone i consiglieri di Stato Christian Vitta e Norman Gobbi: entrambi hanno assicurato il pieno appoggio per le operazioni più urgenti di soccorso e di sostegno alla popolazione.
In un precedente aggiornamento dedicato ai media, il capitano della Polizia cantonale Antonio Ciocco, responsabile dello Stato maggiore di condotta, non ha escluso altri dispersi. La situazione diventerà più chiara con il ripristino delle comunicazioni.

Le testimonianze di ore di paura
A esprimersi, ieri, non sono state solo le autorità. Fra le tante persone che incontriamo in una valle brulicante di soccorritori e sirene, c’è una giovane rientrata da Piano di Peccia, dove aveva partecipato al torneo di calcio: «Ero scesa giusto per chiudere in stalla i miei cavalli poi sono risalita. Anche se c’era maltempo mai avrei pensato che accadesse quello che poi è avvenuto! Per la forte pioggia ci siamo raccolti tutti nel tendone, nessuno era fuori, c’era musica e tutto procedeva comunque nel migliore dei modi. Poi la corrente è saltata ed è stato il caos, gente che voleva andarsene, chi voleva restare, alla fine è stata chiamata la polizia e ci hanno obbligati a restare all’interno della tensostruttura. Chi aveva freddo, chi dormiva, chi è stato sveglio tutta la notte. In mattinata siamo usciti fino alle auto e abbiamo visto almeno tre frane. Alle 5.30 è arrivata la Rega per un’ispezione. Poi è stato organizzato il trasporto di evacuazione per il pomeriggio. Io, conoscendo bene la zona, sono scesa a piedi. Era pieno di scoscendimenti, auto e strade demolite. Da Piano di Peccia sono arrivata a Visletto. Sono stanchissima». Con lei due ragazzi della Bassa Valle che in quota hanno una casa di vacanza: «Pioveva tantissimo, con alcuni secchi cercavamo di raccogliere l’acqua entrata nell’abitazione. Verso le 2 siamo usciti per controllare la situazione del fiume, era molto vicino alla strada cantonale. Ora siamo qui, a Bignasco, in attesa delle indicazioni. Pensavamo di prendere il bus ma il collegamento è interrotto».

Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 1 luglio 2024 de La Regione