Dal Giornale del Popolo del 24 agosto 2016 | Il nuovo direttore dell’Amministrazione delle dogane ha anche ribadito l’appoggio di Berna al Ticino
«Le procedure di identificazione e accoglienza sono condotte nel rispetto dei diritti di ogni persona» e le normative internazionali vengono applicate «in maniera coscienziosa». È quanto è emerso ieri al termine dell’incontro tra il Consiglio di Stato e il nuovo direttore generale dell’Amministrazione federale delle dogane Christian Bock, accompagnato dal Comandante della Regione IV delle Guardie di confine Mauro Antonini. Ricevuto per un primo incontro ufficiale dopo il suo insediamento, Bock ha discusso con l’Esecutivo ticinese della pressione migratoria al confine ticinese. In questo senso l’Amministrazione federale delle dogane ha rassicurato il Governo, ribadendo il pieno appoggio di Berna al nostro Cantone. Il Consiglio federale, è stato sottolineato, «è costantemente informato sulla situazione alla frontiera sud della Confederazione». Bock ha quindi ringraziato le autorità cantonali per la «collaborazione esemplare prestata » fino ad ora nella gestione di una situazione non semplice. «Da parte delle autorità federali c’è piena solidarietà e una buona considerazione di quanto il Ticino fa», commenta da parte sua il presidente del Governo Paolo Beltraminelli. «Berna si rende conto che la quasi totalità dei flussi migratori che coinvolgono la Svizzera è concentrata a Chiasso. E il centro di Rancate è proprio il frutto della collaborazione tra le autorità federali e quelle cantonali». Ottima è anche la collaborazione con la vicina Penisola, sottolinea Paolo Beltraminelli. «In una situazione di difficoltà esiste una buona presa a carico e vengono rispettati i diritti dei migranti. A essere mutata è la tipologia dei migranti. Spesso siamo confrontati con persone che non vogliono chiedere asilo in Svizzera. In questo caso gli accordi internazionali prevedono che si proceda con una riammissione semplificata in Italia. Allo stesso modo i minori non accompagnati, nel caso in cui decidano di non presentare richiesta d’asilo, vengono rimandati oltre confine e presi a carico dalle autorità italiane», spiega ancora il presidente del Governo, che chiarisce che invece «nulla è cambiato in termini di procedure ». «Chi si presenta al confine e manifesta l’intenzione di chiedere l’asilo viene accompagnato al Centro di registrazione di Chiasso e preso in consegna dalla SEM», spiega. Nonostante le denunce da parte di alcuni migranti che lamentano di essere stati rispediti in Italia nonostante abbiano chiesto asilo alla Confederazione, il presidente del Consiglio di Stato tiene a sottolineare che «il Governo cantonale ha la massima fiducia nell’operato delle Guardie di confine. Non abbiamo motivo di credere che ci siano stati casi di abusi e irregolarità. È possibile che si possano essere verificati casi isolati nella massa degli arrivi, ma le procedure vengono rispettate». D’altro canto, spiega ancora Beltraminelli, «sono molti i casi di persone che si presentano più volte al confine, spesso con identità e età di volta in volta modificate e senza essere muniti di regolari documenti». Una procedura di verifica il più possibile accurata è pertanto «una necessità», prosegue, anche perché si rischia che i migranti che non vogliono seguire le procedure d’asilo poi scappino dai centri di registrazione, facendo perdere le proprie tracce.