Dal Corriere del Ticino dell’11 agosto 2016 | Confermato il progetto di centro unico a Rancate: accoglierà per una notte i profughi in attesa del rinvio in Italia – Giunte chiare garanzie su sicurezza e condizioni umanitarie, Norman Gobbi: «Lo facciamo per il Mendrisiotto».
Il centro unico a Rancate per alloggiare i migranti in attesa di essere riammessi in Italia si farà e potrà accogliere fino a 150 persone. A partire da fine agosto – «la struttura sarà agibile al più tardi la sera del 27 agosto» ha garantito il consigliere di Stato Norman Gobbi durante la conferenza stampa organizzata ieri in serata a Chiasso – sostituirà le protezioni civili di Chiasso, Vacallo, Coldrerio e Castel San Pietro utilizzate attualmente e ubicate in zone sensibili dei paesi.
Le conferme sono giunte dopo un summit tra gli attori coinvolti, in particolare Dipartimento delle istituzioni e Municipio di Mendrisio, che si è tenuto ieri pomeriggio nella sede della PCi di Rivera. Incontro seguito da una conferenza stampa.
«Il nuovo centro semplificherà le questioni logistiche, razionalizzerà i costi di gestione, migliorerà la sicurezza e terrà in considerazione le necessità della popolazione e le richieste di Mendrisio» ha spiegato Gobbi. In effetti, sin dal suo primo contatto con il Cantone, l’Esecutivo del capoluogo ha chiesto delle garanzie, prima su tutte la lontananza della struttura dagli abitati e dalle zone sensibili. E di contatti con la popolazione infatti non ce ne saranno. I migranti che alloggeranno per una notte al centro saranno quasi in un regime di detenzione: «Ci saranno un dispositivo di sicurezza interno (garantito da una ditta privata) ed esterno (dala polizia), inoltre l’area sarà videosorvegliata. Capisco i timori, ma dobbiamo un po’ abbassare i toni, lo dico anche ai miei colleghi di partito – ha proseguito Gobbi facendo riferimento alla petizione lanciata nei giorni scorsi nel distretto – . Lo stiamo facendo per il Mendrisiotto».
Da parte del Municipio invece «è prevalso il sentimento di responsabilità nei confronti della popolazione del Mendrisiotto» ha spiegato il vicesindaco Samuel Maffi . «Abbiamo chiesto sin da subito garanzie – ha invece detto il sindaco Carlo Croci – anche umanitarie. Il Municipio a Rivera era presente al completo, questo testimonia l’attenzione che abbiamo riservato al dossier».
Il progetto, economicamente di responsabilità cantonale, sarà parzialmente sostenuto dalla Confederazione, sia per quanto concerne l’investimento, sia per i costi di gestione. Le cifre restano però segrete.
LA SITUAZIONE – «Non c’è emergenza e nemmeno crisi, è stato decretato lo stato di necessità»
«Ad oggi non c’è emergenza, non c’è crisi: c’è invece uno stato di necessità». Durante la conferenza stampa indetta ieri a Chiasso, il consigliere di Stato Norman Gobbi ha tracciato il profilo della situazione attuale relativa ai migranti. Le cifre riguardanti gli sbarchi in Italia non parlano di un aumento importante: la situazione è pressoché uguale allo stesso periodo dello scorso anno. La pressione è però aumentata alla frontiera tra Italia e Svizzera a causa della chiusura dei confini a Mentone e al Brennero. «La Svizzera è percepita come l’unica porta aperta verso il Nord. Nonostante le informazioni circolate finora infatti non è corretto dire che i valichi in Svizzera sono chiusi: di fatto le richieste d’asilo quest’anno sono raddoppiate rispetto al 2015», ha spiegato Gobbi. È così dunque che molti dei flussi migratori si sono fatti strada lungo l’Italia fino ad arrivare a Milano e a Como, nel tentativo di riuscire a passare i valichi con successo. «Il numero di ingressi illegali è aumentato nelle ultime sei settimane – ha detto il consigliere di Stato – lo dimostrano le cifre della Regione IV delle guardie di confine, dove giornalmente si registrano le entrate di cittadini provenienti dall’Africa o dall’Asia sprovviste di un documento di identità valido». Se nel mese di giugno dello scorso anno gli ingressi illegali registrati dalla Regione IV sono stati 1.835, nello stesso mese di quest’anno sono saliti a 3.487, con un un aumento del 90%. La crescita è poi del 274% se si confrontano le cifre del mese di luglio (nel 2015 ci furono 1.679 entrate illegali, nel 2016 se ne sono registrate 6.289). E nei soli primi dieci giorni di agosto quest’anno sono entrate illegalmente in Ticino 2.018 persone, 370 in più rispetto a quelle fermate lo scorso anno in tutto il mese.
«Serve fare chiarezza»
«Finora si è fatta un po’ di confusione tra i concetti di richiedente l’asilo e migrante in attesa di riammissione semplificata», ha puntualizzato Gobbi. I primi infatti non avranno nulla a che vedere con il centro previsto a Rancate (vedi articolo a lato): si tratta di persone che confermano oralmente di voler depositare una richiesta d’asilo. «Non bastano bigliettini redatti a mano. La domanda deve essere formulata verbalmente», ha precisato il direttore del Dipartimento delle istituzioni. In seguito alla registrazione da parte della Segreteria di Stato della migrazione (SEM), i richiedenti l’asilo vengono spostati in strutture federali (come quella di Chiasso o quella di Losone) e in seguito attribuiti ai cantoni secondo una chiave di riparto. «A differenza di queste persone, i migranti in attesa di riammissione semplificata in Italia non chiedono asilo in Svizzera» ha chiarito Gobbi.
Container a Como
Intanto il Ministero dell’interno italiano ha ufficializzato ieri la decisione di inviare a Como container attrezzati, con bagno e posti letto, per la gestione dei migranti. Non si sa ancora quando e dove saranno posizionati, ma è certo che sarà individuato un luogo a ridosso della stazione, e che i tempi non dovrebbero essere lunghissimi. Amnesty International nel frattempo ha chiesto spiegazioni a Berna dopo informazioni secondo cui sono stati respinti dei bambini che volevano raggiungere i propri genitori in Svizzera.