C’è un po’ di delusione per come si è arrivati alla scelta del nuovo comandante E Gobbi parla di «limiti del sistema attuale»
Delusione, principalmente, ma anche qualche arrabbiatura. In Malcantone il caso politico è servito. Certo, non siamo ancora alle «pistolettate » – termine che ha caratterizzato qualche raro sprazzo di vivacità nella campagna di avvicinamento alle cantonali – ma è indubbio che tra i Comuni convenzionati con la Polizia Malcantone Ovest qualche malumore c’è. A non essere andata giù, come noto, è stata la decisione di Caslano – da noi anticipata la scorsa settimana – di nominare il nuovo comandante del Corpo ignorando i sette preavvisi (su nove) dei Comuni convenzionati di Astano, Bedigliora, Magliaso, Miglieglia, Novaggio, Tresa e Pura, favorevoli alla nomina dell’attuale vicecomandante. Curio si è astenuta e Caslano, Comune sede, ha difeso la candidatura di Marco Regazzoni.
Un caso diventato politico
Tutto lecito, è bene ribadirlo, in quanto in base della Convenzione il Comune sede può decidere in autonomia tenendo conto del preavviso, non vincolante, degli altri Comuni riuniti nella Commissione di controllo. Ad essere contestata, anche questo è bene ribadirlo, non è la figura professionale di Regazzoni, quanto il modus operandi di Caslano. Ad aver deluso i Comuni è stato proprio il modo con cui si è arrivati a questa decisione. Tant’è che – ne avevamo riferito ieri – a Tresa e Caslano sono state presentate interpellanze in cui si chiede se i rapporti istituzionali si siano incrinati e se è possibile che qualche Comune scontento possa decidere di fare un passo indietro, disdicendo la convenzione. L’entità di questo «strappo» assumerà una forma più chiara quando i rispettivi Esecutivi risponderanno ai due atti politici. Nel frattempo, stando a quanto abbiamo appurato, il mal di pancia politico è diffuso, anche se qualche Comune getta acqua sul fuoco.
Il Cantone osserva
In tutta questa vicenda, il Cantone osserva come spettatore interessato. Ma che si è già fatto un’idea: «Ritenuto che al momento attuale si tratta di una questione che è di stretta competenza comunale, dall’osservatorio cantonale possiamo solo osservare che questo caso – così come altri – palesa i limiti dell’attuale organizzazione intercomunale dei servizi di polizia di prossimità», ha affermato al Corriere del Ticino il direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi.
I termini della disdetta
E non è escluso che qualcuno possa decidere di «chiedere la separazione» e convogliare a nuove nozze. Con chi? Beh, la cartina geografica parla chiaro: molto probabilmente con la Malcantone Est, che ha sede ad Agno. La disdetta unilaterale delle Convenzione è possibile con un anno di anticipo per l’anno che segue (in parole povere, se la decisione fosse presa oggi, un Comune sarebbe libero dal 1. gennaio 2025) e a quel punto sarebbe necessario siglare un accordo con – verosimilmente – i vicini della Malcantone Est. Stando a voci che non abbiamo potuto verificare ufficialmente, ci sarebbe stato almeno un contatto, un pour parler diciamo, per sondare il terreno. Ma come detto, di ufficiale non c’è nulla, anche se il tema approderà sicuramente sul tavolo di qualche amministrazione locale.
Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 31 marzo 2024 del Corriere del Ticino