Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 21 dicembre 2018 de La Regione
Il Consiglio di Stato dà luce verde al Dipartimento istituzioni per la stesura di una bozza di messaggio
Un pp straordinario, un giudice in più per il Tribunale penale, un supplente per l’Ufficio dei gpc…
Il via libera è nero su bianco, protocollato.
Nella seduta di mercoledì il Consiglio di Stato ha “autorizzato” il Dipartimento istituzioni ad allestire una bozza di messaggio per la modifica della Log, la Legge sull’organizzazione giudiziaria, così da concretizzare una serie di potenziamenti per la magistratura.
Ovvero: aumento (di un’unità) del numero dei giudici ordinari del Tribunale d’appello, in modo da portare da quattro a cinque i magistrati del Tribunale penale cantonale; attribuzione di un giudice supplente all’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi; nomina – da parte del Gran Consiglio – di un procuratore pubblico straordinario che opererà – per “cinque anni” – in seno alla Sezione reati economico-finanziari del Ministero pubblico.
Ma anche “aumento di un giudice di pace aggiuntivo” alla Giudicatura del Circolo di Bellinzona. «A breve – dice Norman Gobbi – conto di sottoporre il progetto di messaggio all’approvazione dei colleghi di governo».
In caso di luce verde, toccherà poi al parlamento pronunciarsi sulla revisione legislativa e dunque sui rinforzi prospettati. «A quel punto – riprende il direttore del Dipartimento istituzioni – mi auguro che il Gran Consiglio accolga le modifiche della Log e che possa farlo in tempi ragionevolmente celeri, specie con riferimento alla nomina di un procuratore straordinario. Avrà comunque anche la possibilità di esprimersi con rapporti puntuali sulle singole proposte di potenziamento, dando la priorità a quella o a quelle che non necessitano di particolari approfondimenti. Ricordo che alcune misure sono già state oggetto di dibattito pubblico e questo dovrebbe facilitarne, sia in commissione che nel plenum del parlamento, l’esame e l’evasione».
Il Dipartimento guidato da Gobbi si appresta quindi a conferire base legale ai potenziamenti sollecitati pure dalla medesima magistratura.
Come appunto il pp straordinario, chiesto dal precedente procuratore generale John Noseda e dall’attuale pg Andrea Pagani: un procuratore pubblico straordinario chiamato a occuparsi di procedimenti penali datati su reati economico-finanziari.
L’intenzione di incrementare l’organico dei magistrati del Tribunale penale cantonale, da quattro a cinque giudici, è stata ufficialmente manifestata dal Dipartimento la scorsa estate.
«Ciò soprattutto – rileva Gobbi – per evitare ritardi nello svolgimento dei processi, dato che una giustizia tardiva non è più giustizia». Tra i rinforzi indicati figura pure il giudice supplente per l’Ufficio dei gpc, i giudici dei provvedimenti coercitivi: «Questa misura agevolerà l’operatività dell’Ufficio giudiziario», osserva il ministro. In Gran Consiglio i socialisti rivendicano intanto, con un’iniziativa, il ripristino a quattro della squadra dei gpc, dopo il taglio di un giudice con la manovra di risparmio del 2016. «Bisogna però considerare anche la decisione con cui l’anno scorso il popolo ha ratificato la riduzione da quattro a tre del numero di gpc. Detto questo, siamo in attesa – spiega Gobbi – di conoscere i risultati della valutazione esterna commissionata dal Dipartimento in vista dell’eventuale attribuzione a un’autorità amministrativa di una delle competenze dei giudici dei provvedimenti coercitivi, quella dell’applicazione della pena».
Vicecancellieri e un amministrativo
C’è di più. Sempre l’altro ieri il Consiglio di Stato ha autorizzato il Dipartimento istituzioni a redigere, d’intesa con il Tribunale d’appello, anche una bozza di risoluzione per il potenziamento del citato Tribunale con due vicecancellieri a tempo pieno per due anni da destinare alla Corte di appello e revisione penale, con la nomina al 60 per cento di un vicecancelliere alla Camera di diritto tributario e con la nomina di un collaboratore amministrativo al 50 per cento per il Tribunale penale cantonale. «I potenziamenti proposti – afferma il capo del Dipartimento istituzioni – avranno ovviamente un costo. Gli sforzi da noi chiesti alle autorità giudiziarie per razionalizzare con le risorse attuali i flussi di lavoro sono stati fatti e li abbiamo riconosciuti. I casi però che finiscono sotto la lente della magistratura aumentano anche perché aumenta la popolazione. Pertanto – sottolinea Gobbi – ritengo che un adeguamento delle risorse umane anche nel settore della giustizia sia oggi una risposta conseguente a questa evoluzione».