Dal Corriere del Ticino | Per la nomina dei magistrati si fa largo un’alternativa. L’annuncio è stato dato martedì a Piazza del Corriere. Tra le ipotesi scaturite dal gruppo di lavoro Giustizia 2018 c’è la possibilità che il Parlamento elegga unicamente il Procuratore generale e i procuratori capi che poi, a loro volta, sceglierebbero i procuratori pubblici. E cosa ne dice il principale ispiratore Norman Gobbi? «Dal Parlamento ci sono giunti diversi stimoli, come l’idea di prevedere un periodo di prova. Ma quando uno è eletto questo pone più problemi rispetto a una scelta per nomina. È assodato che a un procuratore non si chiedono solo competenze professionali, ma anche predisposizione attitudinale. L’inquirente deve avere delle doti non comuni». Da qui l’idea di ragionare su due livelli: «L’elezione della direzione e la nomina dei collaboratori. Questo non è immune da problemi. Ma dando una struttura gerarchica ci sarebbero vantaggi. Occorre ragionare all’interno di un’azione coordinata e dare delle prospettive di carriera a chi inizia a fare la gavetta. E non da ultimo permettere che per un’inchiesta corposa un procuratore capo venga affiancato da altri procuratori».
Gobbi, infine, non nasconde che si apre la possibilità anche di rivedere le classi salariali: «Gli eletti alla testa del Ministero pubblico verrebbero pagati di più, quelli nominati un poco meno. Ma in ogni caso questa distinzione apre delle prospettive di carriera per chi all’inizio sta sotto».