Netto sì del Gran Consiglio al credito di 11 milioni
Il Gran Consiglio ha approvato il credito per il nuovo stabile. Prevista pure la ristrutturazione del controverso ‘bunker’ che in futuro sarà utilizzato solo in caso di necessità.
Via libera da parte del Gran Consiglio – con 65 sì, 5 no e 5 astenuti – agli 11 milioni di franchi per la realizzazione di un Centro cantonale polivalente a Camorino dedicato all’accoglienza di richiedenti l’asilo. Si tratta di un progetto pilota, visto che sarà di proprietà e gestito dal Cantone e non più da enti esterni come la Croce Rossa. Questo centro andrà in particolare a sostituire quello di Paradiso (uno dei tre centri collettivi per richiedenti l’asilo presenti in Ticino, oltre a quelli di Cadro e Castione) che dovrebbe chiudere al più tardi a fine 2022. Michele Guerra, relatore del rapporto della Commissione della gestione, ieri ha sottolineato i vantaggi di questa nuova struttura polivalente: comporterà una «diminuzione dei costi, una razionalizzazione dei processi e una conduzione diretta nel settore dell’asilo, in particolare nel processo integrativo».
Si cercano soluzioni per i Nem
L’edificio sarà costruito sopra il criticato ‘bunker’, l’impianto di Protezione civile (che sarà ristrutturato) nel quale sono ospitati i cosiddetti Nem, la cui domanda d’asilo è stata respinta o per i quali è scattata la procedura di non entrata in materia. Tuttavia, il nuovo centro non ospiterà queste persone che beneficiano dell’aiuto d’urgenza. Attualmente il Cantone sta cercando spazi alternativi, visto che l’intenzione è quello di chiudere il bunker (come ha chiesto il Forum Alternativo in una petizione che ha raccolto quasi 1’600 firme) entro la fine dell’anno. Alternative che, tuttavia, non sono state ancora trovate, visto che nessuno ha risposto all’appello del Cantone – pubblicato il 14 luglio sul Foglio ufficiale e scaduto il 20 agosto – per la messa a disposizione, nell’arco di almeno cinque anni, di una struttura fuori terra dotata di minimo 30 posti letto. In ogni caso «stiamo cercando soluzioni», ha affermato il consigliere di Stato Norman Gobbi durante il breve dibattito in parlamento. Nel frattempo il collettivo R-esistiamo ha ribadito recentemente in una nota che nel bunker “le condizioni di vita sono inaccettabili”. Ne chiede quindi la “chiusura immediata” e di “concedere l’utilizzo degli alloggi sfitti” alle persone attualmente presenti nel rifugio.
Il ‘bunker’ utilizzato solo in caso di necessità
Tornando al progetto di Camorino (i cui lavori dovrebbero terminare nel 2023), gli impianti sotterranei saranno ristrutturati in modo da ottenere nell’attuale rifugio privato inutilizzato spogliatoi e servizi per il personale così come un magazzino. L’impianto della Protezione civile sarà riorganizzato in settori con 8 posti letto e uno spazio comune per un totale di 48 posti disponibili. Questi spazi saranno utilizzati solamente in caso di necessità (mancanza di altri spazi), per un periodo limitato e per alloggiare esclusivamente persone considerate non vulnerabili (maschi adulti in buona salute senza famiglia a carico). «È importante poter contare su una valvola di sfogo», ha confermato il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, ad esempio nel caso in cui la situazione internazionale incerta porti a una aumento dei richiedenti l’asilo. In generale il centro polivalente avrà una capacità totale compresa tra i 173 e i 189 posti letto, si svilupperà su tre livelli e comprenderà spazi comuni e amministrativi. Gli ospiti avranno a disposizione camere singole per portatori di handicap, camere doppie, quadruple, altre di dimensioni maggiori e appartamenti, questi ultimi pensati prevalentemente per l’accoglienza di famiglie o per chi si trova nella fase finale del suo percorso integrativo. Visto che si tratta di un centro ‘polivalente’, esso sarà pure utilizzato per accogliere persone in cerca di protezione a seguito di eventi straordinari (come catastrofi naturali) che rappresentano una minaccia o un pericolo per la popolazione.