Da www.rsi.ch/news
Il bilancio del delegato alla sicurezza André Duvillard, ad un anno dal lancio del piano nazionale contro la radicalizzazione, è positivo.
È positivo il primo bilancio del piano nazionale contro la radicalizzazione e l’estremismo violento, elaborato da Confederazione, Cantoni e Comuni. L’iniziativa, finanziata da Berna con cinque milioni di franchi per cinque anni, veniva lanciata un anno fa.
Sono 26 le misure individuate per prevenire l’estremismo violento e la radicalizzazione coinvolgendo le autorità di tutti i livelli: scuole, società sportive, circoli ricreativi e associazioni religiose. Obiettivo: identificare il prima possibile i pericoli neutralizzarli e reintegrare socialmente le persone problematiche.
La maggior parte delle azioni sono già state avviate. Lo dice il delegato della rete integrata per la sicurezza André Duvillard: “La misura per me centrale è la creazione di strutture e strategie locali, e si è instaurata una dinamica in questa direzione. Penso ai cantoni Vaud e Friburgo ma anche al Ticino – spiega ai microfoni della RSI – Il numero di casi annunciati inoltre è stabile. Questo significa che l’attenzione è rimasta alta. Il bilancio di Winterthur parla di 76 segnalazioni, solo due delle quali rilevanti. Intanto però tutte sono state verificate. Altri aspetti positivi riguardano lo scambio di informazioni e la collaborazione fra i vari attori”.
L’interesse è stato dimostrato anche mercoledì a Berna dove 200 specialisti si sono trovati per condividere le proprie esperienze ma ci sono ancora dei punti deboli. “Alcuni provvedimenti sono più complessi, penso soprattutto alla reintegrazione e alla deradicalizzazione”, risponde Duvillard. “Nelle prossime settimane costituiremo un gruppo di esperti con l’obiettivo di essere efficaci a livello cantonale condividendo le competenze”.
Riguardo infine ai progetti finanziati da Berna l’esame delle domande è tuttora in corso, e altre richieste potranno essere inoltrate solo in un secondo momento.