Da La Regione del 25 maggio 2016
Il Comune sarà proprietario della struttura a un prezzo politico: un milione di franchi, o anche meno – Accordo c on la Confederazione trovato in un incontro chiarificatore, con il supporto di Norman Gobbi.
Entro la fine di quest’estate l’aeroporto di Lodrino sarà di proprietà della Confederazione. Il consigliere di Stato Norman Gobbi , da noi interpellato ieri, ha preferito non sbilanciarsi troppo riguardo al recente incontro a Berna – di cui siamo venuti a conoscenza – sull’aeroporto di Lodrino con i vertici del Dipartimento federale della difesa, il centro di competenza ArmaSuisse. Con un «grande risultato» – di buon auspicio per lo sviluppo futuro del nuovo Comune che nascerà dall’aggregazione con Cresciano, Osogna e Iragna – che entusiasma il sindaco di Lodrino Carmelo Mazza .
E non si fa certo fatica a credergli. È da tempo che aspettava questa notizia. «Già dal 1996 – spiega alla ‘Regione’ Mazza – il Municipio di Lodrino ha istituito un gruppo di lavoro con la Regione Tre Valli e l’allora direzione dello scalo militare rivierasco (Nelio Rigamonti), con l’obiettivo di preparare un (primo) regolamento in vista di un disimpegno della Confederazione e di uno sfruttamento, a scopi civili, dell’aerodromo». Una bozza, certo, frutto di una visione. Ebbene, oggi, a vent’anni di distanza, la certezza che si andava nella giusta direzione.
Traspare la tenacia di una valle, segnata dalle sorti dell’industria del granito, dal coronamento delle aggregazioni e poi la determinazione di un sindaco, dei ‘suoi’ municipali. Ma non solo. Mazza rivolge parole di ringraziamento verso Gobbi. Sua l’idea, dice Mazza, dell’incontro, l’attesa strategica del cambio della guardia tra il ‘vecchio’ ministro Ueli Maurer (ora capo delle Finanze) e il volto ‘nuovo’ Guy Parmelin. Da tempo era in agenda un incontro ‘chiarificatore’. La Confederazione voleva sei milioni, poi tre, mentre l’offerta del Comune non superava il mezzo milione. Con, due mesi e mezzo fa, «l’ultimatum» da Lodrino. A fare da contatto tra Maurer e Parmelin Bruno Locher, capo della Sezione territorio e ambiente che ha ricevuto incarico da Maurer di seguire il caso. Ecco che il costo ipotizzato ora è di un milione. Forse meno.
Si è però rischiato il tracollo. Successe già negli anni 2000. Grazie al lavoro di squadra con Sereno Imperatori (timoniere Ruag), con gli inserimenti di Raffaele De Rosa (direttore dell’Ente regionale per lo sviluppo del Bellinzonese e Valli) e il coinvolgimento delle ditte (Heli Tv e Ruag), con il supporto del delegato dell’aviazione Davide Pedrioli e di Fabio Conti (Sezione del militare e protezione della popolazione) si è giunti, nel 2013, al Piano settoriale dell’infrastruttura aeronautica (Psia) con le direttive federali per lo sviluppo edilizio e operativo dell’aerodromo, a concretizzare l’impegno pubblico del Comune di Lodrino (o, in alternativa, del Cantone).
Per farsi un’idea delle grandezze in gioco l’hangar 4 (verde), costruito una quindicina di anni fa per gli elicotteri Super Puma, è costato 12 milioni di franchi. Per convincere Berna della validità dell’offerta (e degli intendimenti) del Comune di Lodrino per l’aeroporto, il Municipio ha insistito sui progetti nati «per il nuovo Comune-Regione» sull’aerodromo in collaborazione con la Supsi, quel Polo tecnologico dell’aviazione che dispone ora delle basi per creare ricchezza. Quanto basta, insomma, per dimostrare che sul sedime (con la torre di controllo e gli hangar) non si intende lanciarsi in speculazioni immobiliari di nessun genere, ma che piuttosto si vuole avviare un progetto di sviluppo. Condizioni particolari fissate dalla Confederazione? Il mantenimento di condizioni di favore nei confronti delle forze aeree, quale segno dell’importanza che il Comune futuro intende riconoscere verso le loro esigenze, anche negli anni che verranno.