L’importanza di una rete di protezione preventiva

L’importanza di una rete di protezione preventiva

Norman Gobbi commenta la conferenza AETAP tenutasi a Lugano dall’8 al 10 aprile 2025

Dal 8 al 10 aprile 2025, il campus USI/SUPSI di Lugano ha ospitato la sedicesima edizione della conferenza dell’Association of European Threat Assessment Professionals (AETAP), un appuntamento di rilievo internazionale che ha riunito circa 150 esperti in materia di sicurezza, prevenzione e gestione delle minacce. L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti delle forze dell’ordine, psicologi, accademici e operatori del settore sanitario impegnati nel sostegno alle vittime.
“Nel corso della conferenza – ha spiegato il Consigliere di Stato Norman Gobbi – si sono susseguiti numerosi workshop e interventi che hanno affrontato questioni di grande attualità, come la violenza domestica, lo stalking e le minacce connesse al terrorismo. Professionisti provenienti da tutta Europa e anche dagli Stati Uniti hanno offerto contributi di elevata qualità, favorendo un confronto costruttivo tra esperienze diverse”.
Gobbi ha sottolineato come, in ogni ambito operativo, il confronto tra specialisti rappresenti un’occasione essenziale per perfezionare strumenti, strategie e metodologie nell’ambito della gestione delle minacce. “La possibilità di instaurare e rafforzare contatti sia a livello intercantonale che internazionale consente un miglioramento costante delle pratiche di prevenzione, promuovendo uno scambio bilaterale di competenze”.
Elemento centrale della conferenza è stata la promozione di una rete di protezione preventiva capillare e intersettoriale, in grado di coinvolgere tutti gli ambiti della società: dalle istituzioni scolastiche al volontariato, dalle realtà sportive ai servizi sociali. “In Svizzera – ha precisato Gobbi – non abbiamo riscontrato la presenza di cellule organizzate, ma piuttosto individui isolati e imprevedibili. Proprio per questo, risulta fondamentale attivare una rete di segnalazioni e collaborazioni capillare, in grado di rilevare tempestivamente segnali di rischio. Ogni cittadino può diventare un ‘sensore sociale’, capace di cogliere segnali critici e favorire un intervento precoce”.
Nel corso della conferenza è stata posta particolare attenzione all’esperienza maturata in Ticino, dove nel 2017 è stato avviato un progetto pilota all’interno della Polizia cantonale per la gestione delle minacce. “Nel 2019 – ha ricordato Gobbi – questa iniziativa si è strutturata nel Gruppo prevenzione e negoziazione, una realtà unica in Svizzera per composizione e approccio operativo. Il gruppo integra agenti di polizia, psicologi e mediatori specializzati in tecniche di de-escalation, garantendo così una risposta multidisciplinare e articolata. Grazie al coordinamento con istituzioni esterne – come scuole, associazioni sportive e servizi sociali – è possibile intervenire in modo mirato e risolutivo anche in situazioni potenzialmente critiche”.
Tra i numerosi temi trattati nei workshop figurano le metodologie per la valutazione del rischio, le strategie di contrasto alla radicalizzazione e le buone pratiche per la tutela delle vittime di stalking e violenza domestica. “Molti relatori hanno presentato casi concreti tratti dalla loro esperienza sul campo, sottolineando l’importanza della formazione continua e dell’adozione di protocolli condivisi tra tutti gli attori coinvolti nella gestione delle minacce”, ha proseguito Gobbi.
“La conferenza AETAP tenutasi a Lugano ha ribadito con forza quanto sia essenziale il dialogo tra professionisti e lo scambio di know-how. La sinergia tra istituzioni, mondo accademico e società civile rappresenta la vera chiave per una protezione preventiva efficace, duratura e soprattutto condivisa”, ha concluso il Consigliere di Stato.

Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 27 aprile 2025 de Il Mattino della domenica