Legge sulla prostituzione, il Consiglio di Stato approva le norme di attuazione

Legge sulla prostituzione, il Consiglio di Stato approva le norme di attuazione

Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 7 giugno 2019 de La Regione

Sessantuno articoli che definiscono ‘in maniera chiara’ pure le competenze delle varie autorità
Norme in vigore dal prossimo 1° luglio

Ora c’è anche il Regolamento. Quello della nuova Legge sull’esercizio della prostituzione in Ticino. Lo ha approvato nella seduta dell’altro ieri il Consiglio di Stato. Legge e Regolamento entreranno in vigore il prossimo 1° luglio. Sessantuno articoli (il testo esce oggi sul Bollettino ufficiale delle leggi), il Regolamento, spiega il governo, “definisce in modo chiaro le autorità competenti per l’applicazione” delle nuove norme volte a regolamentare il mondo del sesso a pagamento. Il Dipartimento istituzioni sarà responsabile dell’attuazione della legge; il Dipartimento sanità e socialità per le disposizioni in materia di igiene, salute pubblica e prevenzione sanitaria; il Dipartimento finanze ed economia degli aspetti legati alla fiscalità (“Trattenuta e versamento dell’imposta forfettaria”). Ai Municipi, prosegue la nota del Consiglio di Stato, spetterà invece “il compito di verificare la conformità strutturale del locale erotico e degli appartamenti non soggetti ad autorizzazione in riferimento alle normative edilizie e pianificatorie”. Il governo ha inoltre stabilito in modo preciso “i doveri della figura del gerente responsabile del locale erotico”. Nelle prossime settimane i servizi del Dipartimento istituzioni informeranno “compiutamente e in maniera trasparente tutti gli attori toccati dalla nuova legge”. Legge la cui entrata in vigore era prevista inizialmente al 1° gennaio di quest’anno. Nella seduta dello scorso 28 novembre il Consiglio di Stato ha però deciso di posticiparne l’introduzione al 1° luglio: “In questo modo il Gruppo di lavoro ha potuto definire una serie di aspetti pratici legati in particolare alla difesa della salute pubblica, all’aiuto alle persone nella condizione di sfruttamento e alla lotta alla tratta di esseri umani come previsto da alcuni articoli della nuova legge”.

Negli ultimi anni la realtà della prostituzione in Ticino sembra tuttavia essersi nel frattempo ridimensionata. E ciò in particolare dopo l’operazione di magistratura e polizia denominata ‘Domino’. «Anche dopo la presentazione nel 2013 del primo messaggio sulla nuova legge, Dipartimento e polizia hanno dimostrato operativamente, anche a chi ha tentato di fare di quella prima proposta normativa un terreno di battaglia partitica nonché elettorale, che il vero e unico obiettivo era quello di aumentare i controlli su uno specifico ambito professionale, che ricordo è legale ma che come noto è esposto a una serie di pericoli», dichiara alla ‘Regione’ il consigliere di Stato e direttore delle Istituzioni Norman Gobbi. Il quale non ha dubbi: «La nuova legge si giustifica ed è necessaria per evitare di tornare a una situazione in cui alcuni si sentivano in diritto di fare tutto». Aggiunge Gobbi: «Si danno poi importanti strumenti ai Comuni per regolamentare dal punto di vista pianificatorio l’esercizio della prostituzione e questo è proprio per rispondere alle preoccupazioni delle comunità locali». Il Regolamento «è molto dettagliato e stabilisce, in modo assai chiaro, le competenze delle varie autorità e declina dal punto di vista operativo gli articoli della nuova legge».

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Servizio all’interno dell’edizione di giovedì 6 giugno 2019 de Il Quotidiano

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