Cantonale/Polcom: il governo fissa la data d’entrata in vigore delle nuove norme. Gobbi: implementazione graduale
Varata dal Gran Consiglio nel marzo dello scorso anno, dopo un iter travagliato, la Legge sulla collaborazione tra Polcantonale e polizie comunali entrerà in vigore il prossimo 1° settembre. Lo ha stabilito mercoledì il governo dando il via libera al regolamento d’applicazione. Ma « l’implementazione » del nuovo dispositivo – caratterizzato dalla presenza di polizie comunali organizzate su base regionale: otto regioni di polizia con altrettanti comuni polo (vedi articolo sotto) – non potrà che avvenire « in maniera graduale ». Inevitabilmente, considerata la portata dei cambiamenti introdotti dalla normativa uscita dal parlamento nel 2011. E così la legge, ha aggiunto il capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi incontrando l’altro ieri i giornalisti, assegna tre anni di tempo ai comuni per conformarsi al futuro apparato di sicurezza. Che prevede solo corpi locali cosiddetti strutturati, ossia formati da almeno sei agenti, comandante compreso. E il comune che oggi non ha agenti o ne ha un numero insufficiente? Nella regione di polizia in cui si trova sarà allora tenuto a « stringere una convenzione » con il comune che possiede un corpo strutturato oppure con il comune polo.
Convenzione che avrà un costo. Sì, perché tutti i comuni, come ha ricordato il ministro illustrando i punti salienti della legge e del regolamento, saranno chiamati a finanziare la sicurezza. « È uno degli aspetti principali, se non quello principale della nuova legge », ha sottolineato Gobbi. L’articolo 2 del resto è esplicito: “I comuni contribuiscono al finanziamento dei costi di sicurezza conseguenti l’assolvimento di compiti di polizia di loro competenza”.
La questione finanziaria sarà comunque oggetto di una « direttiva » alla quale il Dipartimento istituzioni sta lavorando. Direttiva che fornirà indicazioni anche sul « fabbisogno di agenti ». Gli ‘estremi’, stando a quanto anticipato da Gobbi, dovrebbero essere i seguenti: un agente ogni cinquecento abitanti « nelle zone centrali », uno ogni duemila abitanti « nelle zone di montagna ». Se ne saprà di più al momento della pubblicazione della direttiva dipartimentale.
Duplice l’obiettivo della legge che scatterà col 1° settembre. Da un lato mira a rendere più efficace la cooperazione fra Cantonale e Polcomunali, passando anche da una chiara ripartizione delle mansioni. Di qui la definizione, nero su bianco, di una lista di compiti da attribuire alle comunali. Inclusi quelli di Polizia giudiziaria sul fronte del penale minore (reati contro l’onore ecc.), che potranno essere assegnati alle Polcom solo su “specifica delega del Consiglio di Stato” e “d’intesa” con la magistratura inquirente. Dall’altro lato la legge intende rafforzare la sicurezza di prossimità, quella sicurezza che tocca proprio ai Comuni e ai loro corpi di polizia (strutturati) garantire. Un ruolo fondamentale lo giocheranno i comandanti delle polizie dei Comuni polo. Saranno chiamati fra l’altro a « coordinare » il servizio di polizia nelle rispettive regioni, ha spiegato Gobbi. « Quella che ci attende è una sfida non indifferente », ha commentato Roberto Torrente , alla testa della Polcom di Lugano: « Bisognerà pure sviluppare delle strategie in un’ottica appunto regionale ». Alla conferenza stampa di giovedì hanno preso parte anche Silvano Stern e Nicolas Poncini , alla guida delle comunali rispettivamente di Locarno e di Chiasso, e il vicecomandante della polizia di Mendrisio Tiziano Muscionico . Il capo della Cantonale Matteo Cocchi non ha dubbi: grazie alla nuova legge « il livello di sicurezza in Ticino aumenterà ». L’altro ieri si è accennato pure ai posti misti, dove operano fianco a fianco gendarmi (Polcantonale) e poliziotti delle comunali. Gobbi ha fatto sapere che « entro i prossimi tre anni la Polcantonale uscirà da quelli di Giubiasco e Ascona, a breve da quello di Capriasca ». Verranno invece mantenuti i posti misti di « Biasca e Faido ».
LaRegione Ticino, Andrea Manna