Vincere. E solo vincere. È questo il grido di battaglia che la Lega ha lanciato oggi dal capannone di Pregassona. Il Movimento di via Monte Boglia ha riunito la base per presentare la lista per il Consiglio di Stato che, oltre ai due uscenti Claudio Zali e Norman Gobbi, è composta da Daniele Caverzasio, Fabio Badasci e Amanda Rückert. E sono stati davvero moltissimi i militanti accorsi alla festa leghista: oltre 500. Militanti carichi di entusiasmo che hanno regalato un’atmosfera da stadio ai candidati, soprattutto quando nella sala è risuonato l’inno della Lega.
Ma chi si aspettava che i protagonisti sarebbero stati i candidati, ministri uscenti in testa, è rimasto spiazzato. A prendersi buona parte della scena è stato infatti Marco Borradori. Al sindaco di Lugano è toccato infatti il discorso motivazionale e la presentazione dei candidati al Governo. Un discorso da vero e proprio coach: tosto e coraggioso. O da presidente, se vogliamo restare in politica abbandonando la metafora sportiva.
Un discorso in antitesi con quello del coordinatore Attilio Bignasca che negli ultimi giorni ha sempre sottolineato come la vittoria fosse già in tasca per la Lega. Lo ha detto anche oggi, rivolgendosi ai candidati per il Gran Consiglio: “Non dovete farvi la guerra tra di voi ma cercare di mandare più gente possibile a votare. Se l’affluenza è alta abbiamo già vinto”.
Borradori: “Non abbiamo già vinto”
No, per Borradori le cose non stanno così. “Noi – ha esordito il sindaco di Lugano – abbiamo un unico obbiettivo: confermare i nostri due ministri. La lista che abbiamo presentato non è la più forte possibile ma è una buona lista che può portarci alla vittoria. Ma per farlo dobbiamo evitare l’errore più grande che potremmo commettere: sottovalutare gli avversari. Non abbiamo già vinto e non dobbiamo sederci sugli allori. Confermare due ministri è un’impresa difficilissima. E se dovessimo perdere un Consigliere di Stato sarebbe devastante. Se invece dovessimo farcela per noi la strada sarebbe molto più agile, anche in vista delle prossime votazioni. Ad aprile noi dobbiamo vincere, siamo condannati a vincere”.
Borradori, tra le righe, è anche tornato criticamente sulla partecipazione di Zali all’assemblea dei Verdi: “Evitiamo di fare l’occhiolino agli altri partiti. I nostri candidati devono andare in ogni parte del Cantone e parlare con la gente. I candidati devono fare squadra e mettere in cima alle priorità il voto della lista e la riconferma dei nostri Consiglieri di Stato. Se ognuno penserà solo alla sua campagna sarà durissima farcela. Lo ripeto: non crediamo affatto che la partita sia già vinta”.
Zali: “Se il Plr non risorge adesso non risorgerà più. E in Governo siamo arrivati alle denunce penali….”
Dopo il sindaco di Lugano hanno preso la parola i candidati al Governo. “La Lega – ha detto Claudio Zali – è l’unico movimento capace di coniugare una forte anima sociale con la difesa del nostro territorio sia dagli attacchi internazionali sia dalla Confederazione quando prende dei provvedimenti contrari agli interessi del nostro Cantone. Il PLR vuole recuperare il potere. E dicono che sentono profumo di riscossa. Qui questo profumo non si sente per nulla”.
“Mi rivolgo agli scontenti. A quelli tra di noi che dicono che con la maggioranza relativa non siamo riusciti a cambiare il Ticino. A voi dico non perdete la fiducia e continuate a votare scheda Lega. Non sempre in Consiglio di Stato io e Norman troviamo la maggioranza sulle nostre idee e le nostre proposte. Anzi, in tutte le votazioni finite 3 a 2, i 2 siamo sempre stati io e Norman. Ora siamo addirittura arrivati alle denunce penali in Governo, un modo di far politica dal quale noi ci distanziamo”. “Dobbiamo impedire – ha concluso Zali – che la partitocrazia riprenda il suo potere. Se il PLR non risorge ora non risorgerà più”.
Gobbi: “In Ticino la storia la fa la gente”
Norman Gobbi ha dal canto suo rivendicato il lavoro svolto come ministro delle istituzioni a favore della “sicurezza dei ticinesi”. “Ho fatto scelte forti, talvolta dure, e certamente in linea con quanto ho sempre affermato e tenendo fede allo spirito iniziale. Queste scelte hanno portato la sinistra ad organizzare circa una decina di manifestazioni pubbliche contro le miei decisioni: dalla chiusura delle aree nomadi all’allontanamento di giovani stranieri illegali”.
“Il nostro principale obbiettivo è dare un lavoro dignitoso a tutti i ticinesi. Continueremo a combattere per tenere libero il Ticino dal tavolo di sasso. Noi non siamo persone comuni che per amore del Ticino e della sua Gente vogliamo combattere per la nostra libertà e la nostra identità di ticinesi! In Ticino la storia non la fanno i partiti ma la gente. La gente che ha votato contro l’adesione della Svizzera allo spazio economico europeo e che il 9 di febbraio ha approvato l’iniziativa Contro l’immigrazione di massa!”.
Caverzasio: “Dito medio all’Europa”
Il discorso di Daniele Caverzasio ha particolarmente scaldato la sala. “io ci sono, noi ci siamo, solo se voi ci siete! L’emergenza in Ticino è una sola: il lavoro. E a noi non ce ne frega niente di Laura Sadis e del suo mantra del “non si può fare” o di Manuele Bertoli che vorrebbe farci rivotare sul 9 febbraio. A noi interessa della gente che ha perso il lavoro e per la quale ci batteremo a morte”. “Un paese che rinuncia alla difesa dei posti di lavoro e dei confini non è più un Paese. E allora mi perdonerete se mostro un bel dito medio all’Europa”.
Rückert: “La Lega è l’originale”
“È fantastico fare parte di questa squadra che deve lottare per la riconferma dei seggi di Norman e Claudio”, ha esordito Amanda Rückert. “No alla fallimentare Europa, difesa dei nostri posti di lavoro, sono da sempre i nostri temi. Ora anche gli altri si sono svegliati e copiano le nostre proposte. Ma la Lega lo dice da sempre. La Lega è l’originale”.
Badasci: “Contro i salari da fame servono due leghisti in Governo”
Infine Fabio Badasci: “In molti settori ci sono salari da fame per chi risiede in Ticino. Ed è questa la sfida più importante dei prossimi anni. Per questo servono due leghisti in Governo!”.