«Le operazioni potrebbero durare diversi giorni»

«Le operazioni potrebbero durare diversi giorni»

Da www.tio.ch

https://www.tio.ch/ticino/attualita/1476401/mulino-maroggia-famiglia-vicinanza-storia-pezzo

Del Mulino di Maroggia non resta quasi più nulla. Ma l’intervento dei pompieri è tutt’altro che terminato.
Si lavora per poter riaprire in sicurezza la linea ferroviaria e per scongiurare la riaccensione di eventuali focolai. Sul posto anche il presidente del Governo Norman Gobbi.
È uno degli incendi più importanti avvenuti in Ticino negli ultimi anni. Per il numero di pompieri intervenuti, per le caratteristiche della struttura e anche per la sua storia. Le fiamme hanno distrutto il Mulino di Maroggia e oggi, con le prime luci del giorno, di quello che era un simbolo di tutta la regione della Val Mara non rimangono che i detriti.
Dopo diverse ore di lavoro, l’incendio è stato domato e ora si lavora in punti mirati per evitare la riaccensione di eventuali focolai e mettere la struttura in sicurezza. «Il problema è che al momento è impossibile entrare perché è troppo pericoloso, quindi bisogna lavorare dall’esterno e togliere le macerie», spiega il primo tenente dei pompieri di Lugano Sandro Corvino, impegnato al fronte assieme a una settantina di altri pompieri provenienti da Lugano, Melide e da Mendrisio.
«Non sarà comunque un intervento di poche ore, ma si potrebbe protrarre anche nei giorni a seguire», aggiunge. Proprio perché al momento si può agire solo dall’esterno con lance e autoscale, dunque con meno precisione. Anche per questo motivo verrà predisposta una guardia notturna, «per poter localizzare per tempo eventuali focolai». In particolare la priorità ce l’ha la parete pericolante che si affaccia sui binari e che tuttora tiene in scacco per una questione di sicurezza la linea ferroviaria. La speranza è di ripristinare la situazione per la tarda mattinata o per il primo pomeriggio.
L’unica parte che è stata risparmiata dalle fiamme è il silo contenente la farina, un materiale estremamente infiammabile e che a contatto con il fuoco rischia di creare delle esplosioni: «Nella tragedia fortunatamente qualcosa siamo riusciti a fare», spiega il comandante del Corpo Civici pompieri di Lugano Federico Sala. «Era la parte che ci preoccupava di più ed è stata salvata», conferma Corvino.
Sulle cause che hanno generato il rogo è ancora prematuro esprimersi, sarà la polizia scientifica a effettuare i necessari sopralluoghi per capire cosa abbia mandato in fumo il Mulino di Maroggia. «Al nostro arrivo avevamo davanti a noi un incendio particolarmente violento, totale», conclude Corvino. «Ma non avendo la possibilità di accedere all’interno ci è difficile azzardare delle ipotesi».
Sul posto questa mattina è giunto pure il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, per visionare quel che resta del mulino ed esprimere vicinanza alla popolazione.

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Da www.laregione.ch

https://www.laregione.ch/cantone/luganese/1476369/fontana-mulino-gobbi-incendio-luogo

Gobbi sul luogo dell’incendio: ‘Un colpo al cuore’
Il presidente del Consiglio di Stato guarda con dolore allo storico mulino devastato dalle fiamme. Il proprietario Fontana: ‘Siamo ancora increduli’

Norman Gobbi è giunto questa mattina sul luogo dell’incendio del Mulino di Maroggia. ‘LaRegione’ lo ha avvicinato per raccogliere le sue impressioni. Figlio di panettieri, il presidente del Consiglio di Stato guarda con dolore alla storica struttura devastata dalle fiamme e porge parole di conforto alla famiglia Fontana, proprietaria del mulino da cinque generazioni. Ingenti le perdite per le Ffs. La linea ferroviaria tra Capolago e Melide è tuttora interrotta.

Luigi Fontana: ‘Dobbiamo valutare cosa fare della nostra attività’
Mentre guarda ciò che resta del suo mulino, il proprietario Luigi Fontana dà l’impressione di non avere ancora realizzato quanto successo. «Io e mio figlio siamo ancora increduli – afferma avvicinato da una cronista della ‘Regione’ -. Tutto si è svolto davvero in fretta. Dobbiamo però accettare questo fatto. Certo è che questo 2020 è davvero da dimenticare». Dopo 130 anni di progressi e migliorie al fine di mantenere florida l’attività dell’azienda, di fronte a tanta devastazione è difficile esporsi sul futuro dell’azienda. «Ci prenderemo un po’ di tempo per valutare quello che vogliamo fare», dice Fontana confermando che la parte produttiva della struttura è andata completamente distrutta, mentre gli uffici, il museo e il silo in cemento armato (a differenza di quello in legno) sono fortunatamente stati risparmiati. Salva anche una parte del deposito di farina. Il figlio Alessandro, dopo avere terminato la sua formazione nel settore dei cereali e della farina, aveva da qualche anno preso in mano l’attività, dando di fatto inizio alla quinta generazione della famiglia Fontana.

‘Ci vorranno tre o quarto giorni di lavoro’
Domate le fiamme, è il rischio di crolli a preoccupare pompieri e polizia. «Ci stiamo concentrando sull’obiettivo di mettere in sicurezza le pareti sul lato della ferrovia, ciò che permetterà di rimettere in funzione la linea tra Capolago e Melide», dichiara il comandante dei pompieri di Melide Marzio Riva. Attualmente sul posto ci sono circa 20 militi di vari corpi. «Purtroppo, anche se ci mette un attimo a prendere fuoco, la farina è infiammabile», afferma Riva ricordando la velocità con cui è divampato il rogo. Riva informa infine che le operazioni (messa in sicurezza e sistemazione macerie) proseguiranno ancora per tre o quattro giorni.