Il Consigliere di Stato ha incontrato l’associazione delle Polizie comunali
Tra gli aspetti positivi raggiunti dal Consigliere di Stato Norman Gobbi in questi anni alla guida del Dipartimento delle istituzioni vi è certamente la capacità di far dialogare al meglio il Corpo della Polizia cantonale con i Corpi delle Polizie comunali. E non è certo stato un lavoro da poco, se si pensa alle annose “rivalità” e dispute conosciute anche solo un paio di decenni fa. Martedì scorso il Consigliere di Stato ha parlato davanti all’assemblea dell’Associazione delle Polizie comunali, portando alcuni messaggi importante. “In questi ultimi anni – sottolinea Norman Gobbi – gli sforzi legati al ruolo delle Polizie comunali si sono incentrati sul consolidamento dell’assetto dei Corpi così come definito con la legge del 2011. Ciò ha generato molteplici aspetti positivi, ma non mancano certo limiti e criticità. È quindi necessario proseguire nella definizione chiara e condivisa di ruoli e competenze per ciascun Corpo di Polizia in Ticino, in modo da consentire un ulteriore miglioramento, facendo attenzione ai costi globali finanziati dalla collettività”.
Questo cosa vuol dire? “Ciò comporta da parte delle autorità cantonali – specifica il direttore del Dipartimento delle istituzioni – una visione globale per trovare soluzioni locali e puntuali, adeguate e proporzionate a ogni singola realtà; i corpi comunali devono infatti maggiormente rispondere alle attese di autorità e popolazione dei Comuni serviti nello spirito di prossimità. Anche nei prossimi anni, questo impegno costante permetterà di ottimizzare ulteriormente l’impiego delle risorse. Risorse che in ogni ambito e in ogni settore sono per definizione limitate. Pertanto una sovrapposizione d’investimenti dei diversi Corpi di Polizia può rivelarsi insidiosa e già oggi è tema di discussione a livello politico”.
Ma per l’attività delle Polizie comunale ciò che cosa comporta? “Le Polizie comunali – sottolinea Norman Gobbi – sempre di più dovranno privilegiare la loro azione nell’ambito della prossimità. Ciò significa anche intervenire puntualmente in caso d’incidenti, di liti o problemi di vicinato come pure in molteplici altri ambiti prettamente locali. Un aspetto rilevante delle competenze “comunali” consiste quindi nell’intensificare il contatto con la popolazione. Una prossimità, una vicinanza e una conoscenza che consentiranno di segnalare tempestivamente situazioni potenzialmente problematiche e disinnescare anche fenomeni preoccupanti e in crescita, come le liti tra le quattro mura domestiche oppure i casi gravi di disagio sociale”.
Ma come trovare le giuste sinergie tra Polizia cantonale e le Polizie comunali? “Da sempre – conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi – ho ritenuto fondamentale un concetto chiave nell’ambito della sicurezza (ma non solo): la collaborazione. Infatti, laddove questa è consolidata e rispettosa dei ruoli, i risultati sono lì ad attestarne la validità. È una strada obbligatoria e dalla quale non si può deviare. La rete “della sicurezza”, che comprende molteplici attori sia a livello comunale sia a livello cantonale, come pure sul piano nazionale e internazionale, funziona grazie alla condivisione e al coordinamento delle informazioni. I successi di operazioni di Polizia ottenuti negli ultimi anni indicano come la collaborazione sia la chiave del successo. Come è noto, nell’ambito del grande cantiere legato a “Ticino 2020”, Cantone e Comuni stanno portando avanti una serie di riflessioni sui flussi di competenze e sui flussi finanziari. Insomma: chi fa che cosa e chi paga. La sicurezza è ovviamente un tema centrale nelle discussioni e tali riflessioni sono portate avanti dal gruppo di lavoro “Polizia ticinese”. Se si riuscirà a mantenere lo spirito di collaborazione, il risultato di queste riflessioni ci permetteranno di fare sicuramente un ulteriore passo avanti, orientandoci sempre al fine ultimo: la sicurezza dei Ticinesi”.