Norman Gobbi si esprime su un fenomeno in preoccupante crescita
Le truffe, in generale, rappresentano atti spregevoli, nati per sfruttare la vulnerabilità delle persone a fini puramente economici. Tuttavia, quando tali inganni si fondono con la manipolazione dei sentimenti e dei legami affettivi, come nel caso del falso nipote, delle telefonate choc o della “Love scam” (truffa dell’amore), l’offesa affonda radici nella più profonda intimità delle persone. “In questi scenari”, esordisce il Consigliere di Stato Gobbi, “il truffatore non si limita a sottrarre denaro, ma tradisce la fiducia e sfrutta il bisogno primario di appartenenza e amore che tutti noi coltiviamo. Il dolore causato da queste frodi va oltre il danno materiale: ferisce il cuore e mina il tessuto stesso delle relazioni umane, lasciando cicatrici difficili da rimarginare. È una duplice violenza, quella economica e quella emotiva, che colpisce in maniera insidiosa chi, cercando un aiuto o un segno di affetto, si ritrova vittima di un inganno crudele”.
La difesa da tali attacchi richiede non solo una maggiore attenzione e consapevolezza, ma anche il sostegno di una comunità informata e pronta a proteggere i più esposti da chi intende sfruttare le emozioni per il proprio tornaconto, come nel caso della “Love o Romance scam”:
“Nel panorama odierno della ricerca dell’amore”, continua Gobbi, “internet si configura come un vasto oceano di opportunità, in cui chi sogna una relazione autentica si trova sommerso da un’infinità di profili apparentemente in grado di offrire il compagno o la compagna ideale. Dietro a questa molteplicità, però, si celano potenziali inganni, basati sulla creazione di falsi profili sui social network e sui siti di incontri, che sfruttano la fragilità emotiva di chi desidera disperatamente affetto e intimità, inducendo le vittime a credere in un legame profondo e genuino.”
Il metodo dei truffatori è estremamente ben orchestrato. Inizialmente, l’ingannatore contatta la potenziale vittima usando un’identità fasulla; in pochi scambi di messaggi, complimenti e dichiarazioni appassionate, la relazione virtuale si trasforma in una storia d’amore. Spesso, la figura proposta assume il volto di un top manager internazionale, di un militare impegnato in missioni lontane o di un individuo dal fascino inconfondibile, mentre il genere del truffatore è irrilevante: l’obiettivo rimane quello di conquistare fiducia e affetto per poi ottenere un sostegno economico.
“Man mano che la relazione si sviluppa”, insiste Gobbi, “solitamente tramite piattaforme come Skype o WhatsApp, vengono fatti progetti per un futuro insieme e persino ipotizzati incontri di persona. È proprio all’orizzonte di questi appuntamenti che l’inganno si fa più evidente: il truffatore, all’ultimo momento, inventa una scusa – un incidente, una malattia improvvisa o persino un furto – per giustificare la richiesta di denaro destinato a coprire spese impreviste. La vittima, ormai emotivamente coinvolta, si ritrova a inviare somme sempre maggiori, intrappolata in una spirale di trasferimenti economici che raramente si interrompe”.
Quando il destinatario comincia a nutrire sospetti o si rifiuta di inviare ulteriori fondi, il truffatore intensifica le pressioni ricorrendo a minacce e ricatti. In alcuni casi, si ricorre alla “Sextortion”: foto intime, precedentemente inviate in segno di fiducia, vengono usate per esercitare ulteriori pressioni, costringendo la vittima a cedere alle richieste. Altre volte, un finto legale o un presunto rappresentante di un’autorità straniera entra in scena, sostenendo di aver sequestrato il denaro illecito e imponendo il pagamento di una “tassa amministrativa” per consentirne il rilascio.
“È importante comprendere che cadere in queste trappole non va considerato un motivo di vergogna”, sottolinea Gobbi. “Chiunque, spinto dalla solitudine e dal desiderio di affetto, può diventare preda di questi stratagemmi. Le forze dell’ordine, quindi, non giudicano affatto le vittime, ma si impegnano a smantellare le reti criminali che operano in questo ambito. Denunciare ogni episodio, fornendo dettagli utili – dai dati bancari agli indirizzi email, dai numeri di telefono ai nomi dei profili online – è essenziale per prevenire ulteriori danni e contribuire a fermare questi reati”.
Educarsi e riconoscere i segnali d’allarme (comportamenti sospetti che precedono richieste economiche ingiustificate) diventa pertanto fondamentale: “Solo attraverso un approccio critico e l’adozione di misure di sicurezza è possibile navigare serenamente nel mare delle relazioni virtuali, evitando di lasciarsi travolgere da illusioni seducenti ma pericolose. La consapevolezza e l’informazione sono le armi migliori per difendersi, affinché la ricerca dell’amore online si trasformi in un’esperienza positiva e sicura”, conclude Gobbi.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 9 marzo 2025 de Il Mattino della domenica