La ricerca del giovane disperso riprende con droni «segugi»

La ricerca del giovane disperso riprende con droni «segugi»

Vallemaggia: Il divisionario Maurizio Dattrino: «La settimana prossima potremo contare sull’aiuto di specialisti del centro competenza sminamento»
Truppe del genio al lavoro fino al 17 settembre in Lavizzara e per il ripristino dell’acquedotto a Cevio.

l servizio di appoggio alle autorità civili in caso di catastrofe si è concluso a fine luglio, ma l’esercito non ha abbandonato l’Alta Vallemaggia. Tutt’altro. «Una volta conclusa la posa del ponte provvisorio a Visletto, i militi hanno continuato ad operare principalmente su due fronti: la bonifica dei terreni in Lavizzara e l’apertura di una pista attraverso la frana di Fontana. Lavori che sono proseguiti fino a venerdì scorso », rammenta Maurizio Dattrino, comandante delle Divisione territoriale 3, interpellato dal Corriere del Ticino. E proprio ieri sono arrivate nuove forze. «Si tratta di due sergenti e di dieci soldati di milizia delle truppe del genio che con mezzi da cantiere saranno impiegati in particolare per la bonifica di terreni in Lavizzara, segnatamente al Piano di Peccia. È pure previsto il loro appoggio nei lavori di ripristino dell’acquedotto di Cevio seriamente danneggiato dalla gigantesca frana di Fontana», precisa il divisionario. Il distaccamento del battaglione del genio rimarrà in Alta Vallemaggia sino al 17 settembre.

Si scandaglia il terreno
La prossima settimana, spiega sempre il comandante Dattrino, è poi previsto l’arrivo in Alta Valle degli specialisti del Centro di competenza sminamento dell’esercito. «Impiegheranno degli speciali droni per la ricerca del giovane che risulta tuttora disperso a seguito dei tragici eventi della notte tra il 29 ed il 30 giugno scorsi», precisa il nostro interlocutore. Tali droni sono in grado di scandagliare i vari strati di terreno e grazie al loro utilizzo si conta di poter ritrovare la vettura nella quale si presume possa esserci il ragazzo che quella tragica notte aveva lasciato il campo del Draione al Piano di Peccia, dove si svolgeva la festa a margine del torneo di calcio amatoriale, per rientrare a casa. Da allora tutti gli sforzi per ritrovarlo sono risultati vani. Sforzi che, come detto, riprenderanno la prossima settimana.

Impiegati cinquanta militi
Nei lavori di ripristino delle infrastrutture essenziali in Alta Vallemaggia sono stati finora impiegati in totale circa 50 militi. Lo ha comunicato ieri il Consiglio federale attraverso la pubblicazione del rapporto sull’impiego dell’esercito in servizio d’appoggio. Servizio d’appoggio che era stato attivato a poche ore dall’evento catastrofico che nella notte tra il 29 ed il 30 giugno scorsi ha devastato Lavizzara e Bavona. Come ricorda il divisionario Dattrino, già nella giornata di domenica due elicotteri Superpuma hanno contribuito ad evacuare le persone rimaste isolate a causa di frane e scoscendimenti. Dopo di che sono iniziate le ricognizioni per la posa del ponte provvisorio di Visletto. Parallelamente dal Cantone era giunta la richiesta per i lavori di sgombero del materiale in Lavizzara. Lavori che i militi, insieme a quelli della Protezione civile e alle ditte private, così come agli abitanti e ai volontari, hanno svolto in attesa della costruzione delle basi su cui posare il ponte provvisorio all’imbocco di Cevio. A fine luglio, dopo i lavori di posa da parte dei militari durati una settimana, era finalmente percorribile il manufatto che dovrà garantire l’accesso stradale all’Alta Vallemaggia almeno per i prossimi due anni. I militi hanno quindi potuto fornire il loro contributo anche per l’apertura di una pista attraverso la frana di Fontana in modo da poter garantire un collegamento con gli altri villaggi della Bavona.

Principio di sussidiarietà
Tutto ciò è stato messo in atto tenuto conto del principio di sussidiarietà, specifica il Consiglio federale nel rapporto pubblicato ieri. «Poiché i Cantoni (oltre al Ticino il rapporto analizza anche quanto capitato in Vallese, ndr.) avevanoimpiegato tutte le risorse civili a loro disposizione e vista l’urgenza della situazione e le difficili condizioni create dal maltempo, è risultato evidente che soltanto l’esercito fosse in grado di intervenire in tempi brevi e di mettere a disposizione mezzi straordinari come il ponte provvisorio installato a Cevio».

Collaborazione proficua
Nel rapporto steso all’attenzione del Parlamento, il Consiglio federale sottolinea come l’impiego della truppa e la collaborazione con le autorità civili si sono svolti senza particolari incidenti. E questo in particolare grazie al lavoro di coordinamento svolto dallo Stato maggiore regionale di condotta. Come accennato all’inizio, in Alta Vallemaggia l’impiego di aiuto in caso di catastrofe da parte dell’esercito si è concluso il 28 luglio. Tuttavia il Cantone ha presentato ulteriori richieste di prestazioni, che corrispondono a quanto descritto dal comandante delle Divisione territoriale 3. Tali prestazioni sono state fornite in virtù delle disposizioni dell’ordinanza concernente l’appoggio a favore di attività civili e di attività fuori del servizio mediante mezzi militari. L’ordinanza permette, in determinate condizioni, di impiegare mezzi militari per questioni di importanza nazionale o di interesse pubblico.

Forte sostegno anche in Vallese
Nel Canton Vallese, dove l’impiego in caso di catastrofe si è concluso il 10 luglio, circa 300 militari sono stati impegnati nelle valli di Saas e di Conches come pure nella Valle d’Anniviers per liberare le vie di comunicazione e sgombrare i detriti. Nella regione di Sierre e di Chippis la truppa ha effettuato lavori di pompaggio e di sgombero di fango e ghiaia, contribuendo alla salvaguardia e al funzionamento di infrastrutture essenziali.

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 5 settembre 2024 del Corriere del Ticino