In un contesto di ‘policrisi’ la sicurezza è tornata d’attualità. Viola Amherd: ‘Prima era data per scontata dalla popolazione, ora invece non lo è più’
La cibersicurezza è ormai diventata la prima linea di difesa. Se non funziona a dovere, tutto l’esercito, ma non solo, rischia di essere messo in pericolo. È quanto emerso dalla decima conferenza organizzata dall’Associazione per la rivista militare svizzera di lingua italiana (Armsi). «Una volta parlando di sicurezza si intendeva quella via terra, aria e acqua», ha affermato il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi. «Ora sempre di più questa sicurezza deve passare attraverso il digitale. Un ambito importante perché potrebbe permettere ai malintenzionati di destabilizzare il sistema». Fra gli esempi citati, la rete idrica «che si basa su sistemi digitali».
‘Argomento sull’agenda di politica e media’
Tema della sicurezza ripreso anche dalla consigliera federale Viola Amherd, responsabile del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (Ddps). «L’attacco russo all’Ucraina ha riportato la guerra in Europa. Anche la Svizzera quindi, in quanto Paese europeo, ne è toccata. Anche se indirettamente». Per Amherd, «la sensibilità della popolazione è cambiata molto dopo l’invasione russa. Prima la sicurezza era percepita come qualcosa di normale, scontata. Ora non è così. Fino a qualche anno fa anche i media e la politica ne parlavano relativamente. Adesso invece è purtroppo un tema d’attualità per tutti». In questa direzione di sicurezza digitale va la strategia messa in campo dall’esercito, che a breve potrà contare sul Comando Ciber, attualmente in via di preparazione attraverso il progetto della Base d’aiuto alla condotta. «L’esercito ha un piano chiaro che sta portando avanti negli anni, con costi e obiettivi. Siamo anche in grado di adattare il piano alle esigenze che si creano, alle novità. Un esempio: la sostituzione dell’artiglieria avverrà in tre tappe, in questo modo potremo sempre adattare i nuovi rifornimenti alle esigenze».
‘Le forze armate hanno un piano chiaro’
La Consigliera federale sarebbe dovuta essere presente di persona alla Conferenza ma, come ha spiegato il colonnello SMG Marco Netzer, presidente Armsi, non ha potuto raggiungere il Ticino a causa delle cattive condizioni meteorologiche che hanno fatto annullare il suo volo da Berna. Tra le necessità ricordate da Amherd c’è quella di «rendere l’esercito più attrattivo per i giovani, che spesso scelgono il servizio civile.
Altrimenti nei prossimi anni ci troveremo confrontati con problemi a livello di effettivi». In questo senso, va ricordato, le Camere federali hanno approvato in marzo una mozione dell’Udc che chiede di rendere il servizio civile meno attrattivo. In futuro potrebbero essere anche rivisti i criteri di selezione per l’esercito. Alcune figure, proprio quelle legate alla sicurezza informatica, «hanno bisogno di giovani con conoscenze, più che prestanza fisica». Ai trecento presenti alla Conferenza al Lac di Lugano, Amherd ha anche spiegato cosa si attende in futuro dalla Segreteria di Stato della sicurezza: «Un’azione per combattere la grande incertezza del momento e le nuove forme di conflitto, che non sono più convenzionali. Serve una sicurezza, anche in ambito virtuale, non più divisa in ‘silos’ stagni tra esercito e società civile, ma che tenga conto dell’interconnessione della nostra società e proponga un piano di protezione diversificato».
‘Avere le informazioni al momento giusto’
A illustrare nel dettaglio quale via sta seguendo l’esercito verso il Comando cibernetico ci ha pensato il divisionario Alain Vuitel , a capo del progetto. «Il mondo digitale è fondamentale. Per tutti. Serve alla società civile come all’esercito». Un’importanza che in ambito militare si traduce nella possibilità di avere informazioni di qualità al momento giusto. «Osservare, analizzare e poter decidere per tempo è molto importante – ha spiegato Vuitel –. Lo stiamo vedendo nel conflitto in Ucraina, dove le forze di Kiev hanno una superiorità in questo ambito rispetto ai russi, e la stanno sfruttando». All’interno del progetto c’è anche la creazione di una nuova piattaforma digitale, totalmente sotto il controllo dell’esercito, in grado di facilitare le operazioni e garantire una sicurezza maggiore alla struttura militare. «Siamo in un contesto di ‘policrisi’ e di mondo in continuo movimento. La digitalizzazione deve quindi avere un impiego rapido e mirato». Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, ha affermato il divisionario, «può essere utile per selezionare le molte informazioni che arrivano. È uno strumento per compensare la carenza di personale che può esserci in un esercito piccolo come il nostro».
Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 3 novembre 2023 de La Regione