Regionalizzazione della Gendarmeria, Gobbi: prime misure nel 2015, assetto definitivo nel 2017.
Si fa presto a dire polizia unica. «Per farla servono strutture e mezzi finanziari, che secondo noi oggi non ci sono», ha sostenuto il presidente della sezione ticinese della Federazione svizzera dei funzionari di polizia intervenendo ieri all’assemblea svoltasi a Mendrisio. Il comitato dell’associazione, ha fatto sapere Michele Sussigan , «è quindi dell’idea» che occorra dapprima «implementare» il modello previsto dalla legge sulla collaborazione tra Polizia cantonale e polcomunali entrata in vigore nel settembre dello scorso anno dopo un travagliato iter in Gran Consiglio. Modello che contempla otto regioni di polizia comunale facenti capo ad altrettanti Comuni polo. Solo a implementazione avvenuta «si potrà cominciare a ragionare sulla fattibilità o no» di un unico corpo di polizia in Ticino, ha aggiunto il responsabile della Fsfp.
Sulla stessa lunghezza d’onda il procuratore generale. Alle comunali «la Cantonale potrebbe delegare l’assolvimento di alcuni compiti», ha affermato John Noseda parlando all’assemblea della Federazione. In ogni caso quella della polizia unica è un’ipotesi «al vaglio» del Dipartimento istituzioni, ha ribadito Norman Gobbi . Del resto c’è un atto parlamentare che ha rilanciato quell’ipotesi. È la mozione inoltrata quest’estate dal deputato del Plr ed ex ufficiale della Polcantonale Giorgio Galusero , sulla quale il governo dovrà prendere posizione. Nel frattempo il Dipartimento diretto da Gobbi sta rivedendo l’organizzazione della Cantonale per adattarla alle esigenze odierne e affinché sia in grado di fronteggiare al meglio anche le sfide future. La recente designazione di un sostituto comandante (vedi articolo sotto) è uno dei tasselli dell’operazione. Si sta inoltre lavorando, ha ricordato ieri il titolare del Dipartimento istituzioni, a un nuovo assetto della Gendarmeria dopo la riforma del 2005. Poiché quello attuale, come evidenziato da Sussigan, «risulta problematico dal punto di vista della gestione e a livello di efficacia».
‘Ritornare sul terreno’
Da qui la necessità di riorganizzare questo settore della Polizia cantonale. Dell’allestimento del relativo piano è stato incaricato il capo della Gendarmeria, ha spiegato Gobbi. Obiettivo? «Regionalizzare la Gendarmeria, perché sia ancor più presente sul territorio». Dunque «un ritorno sul terreno». Avvicinando il più possibile il luogo d’entrata in servizio dell’agente alla zona d’impiego, ha sottolineato il ministro. D’altronde la regionalizzazione è ‘imposta’ anche dal sempre più intenso traffico sulle nostre strade che non agevola di certo gli spostamenti delle pattuglie della Mobile dai due punti di partenza (Noranco per il Sottoceneri, Camorino per il Sopra). «Nel 2015 la messa in atto delle prime misure, mentre l’assetto definitivo dovrebbe concretizzarsi nel 2017», ha indicato Gobbi precisando che i tempi dipenderanno pure dalla logistica, ovvero «dalla disponibilità dei necessari spazi». La regionalizzazione della Gendarmeria, ha tenuto a chiarire il ministro, non significherà un ritorno al passato, all’era cioè dei delegati di polizia. Una polizia, la Cantonale, che per i vertici del Dipartimento va adeguata anche in termini di effettivi. Un potenziamento sulla cui «importanza» Sussigan ha ieri posto l’accento.