“La pace e la sicurezza sono ancora minacciate”

“La pace e la sicurezza sono ancora minacciate”

Norman Gobbi ha partecipato alla celebrazione per i 150 della nascita di Henri Guisan

La scorsa settimana si è svolta una manifestazione sul San Gottardo per ricordare i 150 anni della nascita del General Guisan, artefice prima e durante la Seconda guerra mondiale del “miracolo” elvetico di autodifesa e neutralità nazionale, che ha scongiurato l’invasione del nostro territorio da parte delle forze dell’Asse (Germania e Italia). Tra gli oratori anche il Consigliere di Stato, Norman Gobbi. “In rappresentanza del Governo cantonale e quale membro della Fondazione Sasso San Gottardo, promotrice dell’evento, è stato per me un onore intervenire per celebrare questa ricorrenza. Anche perché l’oratore principale accolto negli spazi del Sasso San Gottardo era il capo dell’esercito, Thomas Süssli, che ha toccato il tema di grande attualità, ossia l’importanza di ridare alla Svizzera una reale capacità di difesa, per adempiere nuovamente al mandato costituzionale della difesa nazionale. La politica deve assumersi la propria responsabilità e colmare le lacune di capacità il più rapidamente possibile. L’obiettivo di aumentare il budget della difesa fino all’1% del PIL entro il 2030 deve essere raggiunto”, sottolinea il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi.

Il riorientamento del finanziamento a favore della sicurezza e difesa della Svizzera è stato un tema emerso anche sabato scorso al San Gottardo. “Era inevitabile, perché quanto sta avvenendo nel mondo – con conflitti alle nostre porte – ci fa capire che la sicurezza e la pace non sono mai garantite una volta per tutte. Quanto avvenuto nel XX Secolo non è un capitolo morto e sepolto. E per questo la nostra neutralità, accanto alla credibilità del nostro esercito sono elementi essenziali per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini. Un concetto ben presente nell’attività del General Guisan e la sua eredità deve poter essere radicata nel cuore di ogni svizzero che crede nei valori di libertà, indipendenza e neutralità. Al San Gottardo ho ricordato il monito che Guisan rivolse ai soldati svizzeri al termine della guerra nel 1945: “Il compito che vi attende non sarà facile. Vi dirò perché, tra le altre cose: in primo luogo, la gratitudine non è un sentimento duraturo, e se oggi l’opinione pubblica riconosce ancora ciò che avete fatto per mantenere il Paese libero, tale riconoscimento potrebbe presto svanire. In secondo luogo, l’immaginazione è un dono raro. La stragrande maggioranza del nostro popolo non sarà propensa a chiedersi, negli anni a venire… se il Paese potrebbe essere nuovamente minacciato, o come. Quello che abbiamo fatto… può sempre essere rifatto.”

Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 8 settembre 2024 de Il Mattino della domenica