Dal Giornale del Popolo | Per Losanna non c’è alcuna differenza sostanziale con il progetto originario e la coerenza territoriale è data.
«Il Tribunale federale dà il via libera alla Nuova Bellinzona con piena soddisfazione del Dipartimento delle istituzioni»: è attraverso i social che il consigliere di Stato Norman
Gobbi ha dato la notizia, anticipando di pochi minuti il comunicato del Consiglio di Stato. È anche da questo dettaglio che si può calibrare il grado (elevato) di felicità e forse anche di sollievo del direttore del Dipartimento delle Istituzioni e, ovviamente, del Governo nel suo insieme. Losanna ha quindi deciso di respingere il ricorso contro il progetto aggregativo dei 13 Comuni del Bellinzonese e l’aggregazione del Bellinzonese
può procedere. Mon Répos ha detto di no al ricorso inoltrato dall’avvocato Fabrizio Monaci per conto di 81 cittadini domiciliati nei Comuni di Camorino, Pianezzo, Bellinzona, Claro, Giubiasco, Gnosca, Gorduno, Gudo, Monte Carasso, Preonzo e Sementina, che chiedevano di ripetere la votazione visto che dalle urne era uscita un’aggregazione ridotta rispetto a quella proposta, che – ricordiamo – alle origini comprendeva 17 Comuni. Una differenza ora indicata come sostenibile da Losanna per garantire alla nuova Bellinzona una corretta operatività in linea con gli intendimenti. «La sentenza del Tribunale federale sull’aggregazione della nuova Bellinzona – spiega
Gobbi – rappresenta un’importante svolta per la concretizzazione del progetto aggregativo che vedrà nascere la nuova città polo del Bellinzonese nel corso del prossimo anno. Un progetto, questo, che riteniamo di fondamentale importanza per definire l’assetto istituzionale dell’intero Cantone. L’aggregazione dei 13 Comuni favorevoli riunirà infatti tutti gli elementi necessari a realizzare una città solida, articolata e nata interamente grazie alla volontà locale di promuovere dal basso l’aggregazione dei Comuni della regione. Il Dipartimento delle istituzioni, che ha collaborato attivamente fin da subito con gli enti locali coinvolti per favorire l’aggregazione dei Comuni, non può che salutare positivamente la sentenza del Tribunale federale». Ora si guarda già alla creazione del nuovo Comune, ovvero a quando la popolazione sarà chiamata alle urne per definire la composizione del Municipio e del Consiglio comunale. La data esatta delle elezioni sarà fissata solo prossimamente dal CdS, anche se i sindaci della Nuova Bellinzona sono certi che si voterà il 2 aprile 2017.
«A 13 va benissimo»
Basterebbe questa frase per spiegare il tutto: «Poiché il progetto a 13 Comuni non si discosta sostanzialmente da quello a 17 proposto in votazione, le autorità cantonali non dovevano indire un nuovo scrutinio prima di decretare l’aggregazione». Il Tribunale federale è quindi estremamente chiaro: non c’è nulla da spartire con il caso di Monteceneri, dove si era votato una seconda volta in quanto l’aggregazione a 5 emersa dal voto cozzava nella sostanza con quella originaria, prevista a 7. Invece, per il TF Arbedo-Castione, Lumino, Sant’Antonino e Cadenazzo (i 4 Comuni contrari) «non sono essenziali ai fini della fusione» e l’aggregazione a 13 è da ritenersi altrettanto solida rispetto a quella che si era schierata ai nastri di partenza. Infine, non è passata nemmeno la tesi secondo cui l’inclusione di Claro nella Nuova Bellinzona avrebbe posto un problema di coerenza territoriale. Anche qui il TF non si perde in troppe parole: «È sufficiente dare uno sguardo alla cartina (cfr. immagine, ndr) per accertare che l’aggregazione dei 13 Comuni forma un’entità territoriale coerente e compatta».