Governo: ratificate le candidature dei due consiglieri di Stato uscenti e del capogruppo. Parlamento: non si ripresentano Michele Foletti ed Enea Petrini
Il movimento approva l’accordo con l’Udc per la corsa al Consiglio di Stato e ratifica la terza candidatura (Boris Bignasca).
L’Assemblea della Lega dei Ticinesi benedice l’alleanza con l’Udc e dice quindi sì alla lista unica nella corsa per il Consiglio di Stato alle elezioni cantonali del prossimo aprile (due liste distinte invece per il parlamento). Il movimento di via Monte Boglia schiererà i ministri uscenti Norman Gobbi e Claudio Zali. Nonché l’attuale capogruppo in Gran Consiglio Boris Bignasca. Anche se c’è chi ha sollevato la questione della rappresentanza regionale e chi avrebbe preferito una candidatura femminile per il terzo posto in squadra. Nei giorni scorsi Bignasca, figlio dell’artefice del movimento Giuliano, deceduto nel 2013, si era messo a disposizione. La sua candidatura è stata ratificata. Come da intesa, gli altri due nomi della lista saranno quelli dell’Udc: con il presidente cantonale Piero Marchesi, potrebbe esserci Paolo Pamini, granconsigliere, o Tiziano Galeazzi, municipale di Lugano e anche lui deputato.
Un’ottantina i partecipanti
È l’esito dei lavori– a porte chiuse– dell’Assemblea della Lega tenutasi nel tardo pomeriggio di ieri al Centro cantonale della Protezione civile a Rivera. Diversi i presenti alla seduta dell’organo del quale fanno parte i consiglieri di Stato, i deputati federali e al parlamento cantonale, i membri fondatori, quelli onorari e i municipali. Erano in un’ottantina, tra cui trentuno nuovi candidati al Gran Consiglio (senza diritto di voto). Primo punto del programma: l’accordo elettorale con l’Udc, la premessa per affrontare e decidere il resto dei temi all’ordine del giorno. Accordo che è stato approvato praticamente all’unanimità (un’astensione). La discussione non è mancata sull’opportunità o meno dell’alleanza. Alla fine però ha prevalso il pragmatismo. L’alleanza con i democentristi, stretta peraltro anche nella tornata del 2019, sarebbe d’altronde l’unica possibilità per cercare di mantenere i due seggi in Consiglio di Stato, quantunque, e non è un mistero, ci sia in via Monte Boglia preoccupazione per la riconferma di Zali, considerate le ambizioni di Marchesi.
Quei punti dell’accordo
L’accordo, spiega ai giornalisti la vicecapogruppo in Gran Consiglio e portavoce Sabrina Aldi, riguarda non solo il rinnovo dei poteri cantonali nel 2023 ma anche le elezioni federali nell’ottobre dello stesso anno. Concretamente? «Liste congiunte per il Consiglio nazionale. Lista unica per il Consiglio degli Stati con un solo candidato (leggi il democentrista Marco Chiesa, ndr), ma con la facoltà – precisa Aldi – di ridiscutere con l’Udc quest’ultimo aspetto qualora alle ‘cantonali’ uno dei due consiglieri di Stato uscenti non venga rieletto». In altre parole: o corsa solitaria di Chiesa oppure (forse) in tandem con il leghista non rieletto ad aprile. Forse. Perché se del caso i due partiti ne discuteranno. Altro punto dell’accordo. «È stato preso un impegno generico da parte dei membri dei due partiti – afferma Aldi – di non muoversi attacchi personali». L’obiettivo «non può e non deve essere quello di attaccarci reciprocamente, l’obiettivo – dichiara alla ‘Regione Norman Gobbi – è quello, insieme, di attaccare politicamente le posizioni di coloro che vogliono indebolire questo Paese. Oggi più che mai dobbiamo portare avanti anche i seguenti temi: sovranità, indipendenza e neutralità». Lega e Udc «devono pertanto lavorare uniti», sottolinea Gobbi, fra i negoziatori dell’accordo: «È stato un percorso tortuoso, ma stasera (ieri sera, ndr) ne siamo arrivati a una». E ancora: «L’auspicio dell’Assemblea è che l’intesa con l’Udc valga anche per le prossime elezioni comunali, presentando dove possibile liste uniche per i municipi».
Marchesi: finalmente ci si potrà concentrare sulla campagna elettorale
Toccherà ora all’Udc, al suo Comitato cantonale per la precisione, pronunciarsi sull’accordo. «Per il momento – dice il presidente Piero Marchesi, da noi interpellato – non abbiamo fissato alcuna data, verosimilmente ci riuniremo nella seconda settimana di novembre, quando al Comitato cantonale sottoporremo per ratifica anche i nomi dei due nostri candidati sulla lista unica». E uno dei due sarà lo stesso Marchesi, che nelle scorse settimane in un’intervista alla ‘Regione’ ha annunciato la propria discesa in campo. Nel frattempo la Lega ha sottoscritto l’accordo elettorale con i democentristi… «all’unanimità, salvo un’astensione», rileva soddisfatto Marchesi. Che aggiunge: «Da mesi l’Udc sostiene che ci vuole un accordo. Poi durante le trattative sono stati messi alcuni paletti, alcune virgole. Ma va bene. Ora il sì massiccio della Lega all’intesa mi fa piacere. Finalmente ci si potrà concentrare sulla campagna elettorale». Si attende intanto l’esito della riunione del Comitato democentrista.
Il sindaco di Lugano: oggi in parlamento è tutti contro tutti
Tornando in casa Lega, l’Assemblea ha inoltre ratificato la lista per il Gran Consiglio. Ottantuno finora gli aspiranti deputati. Il Consiglio esecutivo del movimento è stato incaricato di trovare i restanti nove per completare la compagine. Degli ottantuno in corsa, dodici sono municipali, quindici coloro che ci riprovano mentre trentasei si candidano per la prima volta. Dei diciotto componenti l’attuale gruppo parlamentare, non si ripresenteranno in due. Uno è Michele Foletti, sindaco di Lugano, di tutti i granconsiglieri in carica è quello con più anni di presenza nell’emiciclo di Palazzo delle Orsoline: dal 1995 siede infatti nel Legislativo cantonale, del quale è stato anche presidente. È stato pure capogruppo e per diversi anni nella commissione ‘Gestione e finanze’. L’altro deputato della Lega che non si ricandiderà è Enea Petrini, membro della commissione ‘Giustizia e diritti’. Petrini è in parlamento dal novembre 2017. «Questi ultimi anni in Gran Consiglio li ho vissuti male, non c’è più un clima costruttivo», osserva Michele Foletti, avvicinato dalla ‘Regione’: «Quando per esempio c’era Alex Farinelli (attualmente consigliere nazionale, ndr) come capogruppo del Plr, abbiamo portato a casa due riforme fiscali e la manovra di rientro del 2016. Ora è tutti contro tutti».
Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 24 ottobre 2022 de La Regione
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Lega-UDC, «alla fine ha prevalso il pragmatismo»
Dopo lunghe discussioni (e pure qualche frecciatina), la Lega ha detto sì all’alleanza con l’UDC
Gobbi: «Questa è la formulazione dell’accordo che, magari non è perfetta, però accontenta tutti»
Marchesi: «Confido che il Comitato dell’UDC dia seguito a questa decisione»
Alla fine è passata la linea del pragmatismo. Della «realpolitik». Dopo lunghe discussioni (e pure qualche frecciatina), alla fine la Lega dei ticinesi ha detto sì all’alleanza con l’UDC per le elezioni cantonali del prossimo aprile. Un sì sancito dall’assemblea del Movimento di via Monte Boglia che, per la prima volta nella sua storia, è stata chiamata a un esercizio democratico di questo tipo. Ora, va detto, la palla passa al Comitato cantonale dei democentristi, il quale dovrebbe approvare l’accordo con i «cugini» leghisti verso la metà del prossimo mese.
Che cosa prevede l’alleanza?
I «punti forti» all’ordine del giorno, durante l’assemblea svoltasi a porte chiuse, erano essenzialmente due: l’accordo con l’UDC (per le cantonali, ma con uno sguardo pure alle federali e alle comunali) e la terza candidatura nella lista per il Consiglio di Stato. Il primo punto è stato accolto all’unanimità dall’assemblea, fatta eccezione per l’astensione di un diretto interessato: il consigliere di Stato Claudio Zali. L’accordo con i democentristi, in sostanza, prevede una lista unica in corsa per l’Esecutivo cantonale, formata da tre leghisti e due democentristi. Ma oltre a ciò (e questo era il primo elemento di discordia), l’intesa prevede pure che, nel caso in cui uno dei due consiglieri di Stato uscenti della Lega non dovesse essere rieletto, i due partiti torneranno a sedersi al tavolo per ridiscutere l’accordo in vista delle elezioni federali. E questo perché, così facendo, la Lega si riserva la possibilità di candidare un suo esponente nella corsa per la Camera alta. Se, invece, sia Gobbi che Zali fossero riconfermati, allora l’intesa prevede che per il Consiglio agli Stati sia candidato l’uscente Marco Chiesa su una lista unica Lega-UDC. Sempre riguardo alle elezioni federali, viene confermata la lista congiunta per il Consiglio nazionale. Resta poi il secondo elemento di discordia, ossia la seconda ‘‘clausola’’ dell’accordo. Essa, in sintesi, prevede che i membri dei due partiti s’impegnino – in una sorta di codice di comportamento – a non attaccarsi personalmente. Sì, quindi, all’opposizione in Gran Consiglio. Ma no agli attacchi diretti e personali. L’assemblea ha inoltre già ratificato 81 candidati (su 90) per il Gran Consiglio, dando delega al Consiglio Esecutivo del partito di completare la lista con gli ultimi 9 candidati. Si ripresenteranno tutti gli uscenti, fatta eccezione per il sindaco di Lugano Michele Foletti ed Enea Petrini, in Parlamento dal 2017. Infine, l’assemblea ha pure ratificato il terzo nome sulla lista per il Governo. In corsa, assieme ai due uscenti, ci sarà (senza sorprese) Boris Bignasca. Durante la discussione, alcuni hanno chiesto la presenza in lista di un momò, oppure di una donna. Anche in questo caso, però, è passata la linea del pragmatismo, mettendo in lista un nome di spicco che si identifica con la storia del Movimento.
Soddisfazione
Parecchia soddisfazione per il risultato ottenuto l’ha espressa, da noi interpellato a fine serata, il consigliere di Stato Norman Gobbi: «Al di là delle differenze d’opinione su alcuni temi, ciò che conta è l’obiettivo strategico dell’alleanza: ribadire che questo Paese deve rimanere libero, indipendente e neutrale. E naturalmente pure confermare che la destra in Ticino è presente. Con l’auspicio della Lega di confermare i due uscenti». Ha quindi vinto la linea del pragmatismo? «Si tratta di punti di incontro che occorre trovare», risponde Gobbi. «Da parte loro c’erano delle richieste, così come da parte nostra. E questa è la formulazione dell’accordo che, magari non è perfetta, però accontenta tutti». Dal canto suo, la vicecapogruppo e portavoce del Movimento Sabrina Aldi parla anch’essa di realpolitik: «Alla fine ha prevalso il pragmatismo», commenta al CdT. «Ossia la volontà di avere in Ticino una destra forte che possa mantenere i due seggi in Governo».
I prossimi passi
A questo punto, come detto, tocca all’UDC confermare a sua volta l’intesa. Lo stesso accordo approvato dalla Lega sarà dunque sottoposto al Comitato cantonale democentrista che, come ci spiega il consigliere nazionale Piero Marchesi, «dovrebbe verosimilmente tenersi nella prima metà di novembre». Lo stesso Marchesi, sull’accordo approvato dal Movimento di via Monte Boglia, si dice contento: «Mi rallegro del fatto che, praticamente all’unanimità, l’accordo sia stato approvato dalla Lega. Ciò dimostra che, al di là di qualche mal dipancia, quando si tratta decidere, da una parte come dall’altra, siamo pragmatici. Confido che il Comitato dell’UDC darà seguito a quanto deciso dalla Lega». Anche perché, chiosa Marchesi, «l’accordo è nell’interesse di entrambi i partiti e soprattutto del centro destra». Lo stesso comitato che deciderà dell’alleanza con la Lega, va detto, sarà pure chiamato a decidere i due nomi che l’UDC metterà in campo per la corsa al Consiglio di Stato. Ad oggi, sono tre le persone che si sono messe a disposizione: Piero Marchesi, Paolo Pamini e Tiziano Galeazzi.
Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 24 ottobre 2022 del Corriere del Ticino
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Lega: alleanza con UDC e Boris Bignasca in lista
Queste le decisioni principali prese dall’Assemblea della Lega dei ticinesi, riunita domenica a Rivera
Alleanza con l’UDC per il Consiglio di Stato e il capogruppo Boris Bignasca in lista con gli uscenti Norman Gobbi e Claudio Zali. Queste le decisioni principali prese dall’Assemblea della Lega dei ticinesi, riunita domenica a Rivera a porte chiuse.
Un appuntamento importante sotto più punti di vista. Prima di tutto in ottica elezioni cantonali del prossimo aprile. E poi c’è una novità interna non indifferente per un Movimento come la Lega: l’Assemblea appunto, il confronto allargato, un esercizio di democrazia interna finora negletto. È la prima volta che questo accade.
In merito alla decisione sul nome di Boris Bignasca “magari qualcuno avrebbe preferito avere una componente femminile piuttosto che una componente regionale però, alla fine, il Consiglio direttivo ha spiegato che la volontà era quella di candidare un profilo forte e questa è stata la decisione”, ha spiegato alle telecamere della RSI Sabrina Aldi, granconsigliera leghista e portavoce del Consiglio esecutivo.
Sull’alleanza con l’UDC, sempre Sabrina Aldi, ha spiegato che “alla fine ha prevalso il pragmatismo e quindi” la proposta “è stata accolta positivamente, praticamente all’unanimità dall’Assemblea. La volontà che è emersa oggi è quella comunque di correre con l’UDC per avere una destra forte”.
Da wwww.rsi.ch/news
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Sì all’accordo elettorale con l’UDC
L’assemblea del partito di via Monte Boglia ha approvato l’accordo con l’Udc e i candidati in Gran Consiglio; accanto agli uscenti Gobbi e Zali sarà schierato Boris Bignasca.
La Lega dei Ticinesi si è riunita questa sera a Rivera per l’assemblea straordinaria (con un’ottantina di presenti, di cui 48 con diritto di voto). I soci presenti hanno approvato l’accordo elettorale con l’Udc Ticino e i candidati leghisti al Consiglio di Stato: accanto ai due uscenti Norman Gobbi e Claudio Zali, la Lega schiera il capogruppo in Gran Consiglio Boris Bignasca.
I presenti hanno poi ratificato le candidature sin qui raccolte per il Gran Consiglio (81 nominativi su 90), demandando al Consiglio esecutivo della Lega il completamento delle liste.
https://www.ticinonews.ch/ticino/si-allaccordo-elettorale-con-ludc-369026