Nel prendere la parola in questa occasione, rivolgo a Voi tutti anche a nome del Consiglio di Stato, un cordiale saluto. E in particolare saluto: il Presidente del Tribunale di Appello, la Presidente del Consiglio della Magistratura, il Procuratore Generale, il Presidente della Commissione per la formazione permanente dei giuristi, i magistrati federali e cantonali qui presenti, il Direttore della Divisione della Giustizia, il Direttore della Divisione degli Interni, il Consulente giuridico del Consiglio di Stato. Saluto infine gli avvocati e i pubblici notai nonché i collaboratori giuridici e amministrativi della magistratura che con la loro quotidiana e attiva collaborazione operano al servizio della Giustizia.
Questa giornata che celebra l’apertura dell’anno giudiziario è l’occasione per fare il punto sullo stato dell’amministrazione della Giustizia nel nostro Cantone, sulle misure varate nel corso dello scorso anno giudiziario e quelle in cantiere per garantire ai cittadini un servizio più efficiente.
Il nostro pensiero e gratitudine vada innanzitutto a chi quest’anno ci ha lasciati prematuramente. Ricordiamo in particolare la Procuratrice pubblica Manuela Minotti Perucchi, il cui operato non può che essere un esempio e uno stimolo per tutti i magistrati.
Al nuovo PP Andrea Minesso, non posso che augurare un lavoro proficuo così pure al nuovo giudice del Tribunale di appello Charles Jaques, alla nuova cancelliera del Tribunale di appello, avv. Claudia Petralli Zeni e a tutti i giudici di pace e giudici di pace supplenti entrati in carica nel corso dell’ultimo anno.
Dalla fotografia dell’operato delle autorità giudiziarie cantonali ricavata dal Rendiconto 2012 del Consiglio della Magistratura emerge uno scenario d’insieme sostanzialmente positivo. Per quanto sia risaputo che l’attività svolta dal potere giudiziario debba essere valutata non solo dal mero profilo quantitativo, i dati statistici annuali forniti dagli uffici giudiziari indicano come anche lo scorso anno i vari magistrati, chi più, chi meno, hanno saputo far fronte al carico di lavoro. Questa constatazione potrebbe indurre ad affermare che un sistema che funziona non va modificato. Ma è a voi tutti noto che questo sarebbe un ragionamento del tutto semplicistico e poco lungimirante. Antiretorico e pragmatico che sono, non posso che ribadire quanto affermato anche dal Consiglio della Magistratura nel Rendiconto 2012: “l’amministrazione della Giustizia nel nostro Cantone funziona, ciò non significa tuttavia che non ci possano essere margini di miglioramento”. E il progetto “Giustizia 2018” che avevo esposto nelle grandi linee un anno fa in questa sede, ha mostrato con le osservazioni pervenute nell’ambito della procedura di consultazione, che delle soluzioni alternative a quelle attuali sono ipotizzabili, che si possono trovare dei correttivi a determinate disfunzioni e dei rimedi praticabili per migliorare questo importante servizio reso ai cittadini.
Nel corso del 2012-2013, il Dipartimento si è impegnato e si impegna in favore dei cittadini sostenendo la Magistratura. E non solo a parole. Lo sta facendo concretamente con delle riforme che porteranno la Giustizia ticinese ad operare in maniera ancor più efficiente.
Lo scorso anno il Consiglio di Stato ha licenziato diversi messaggi a supporto del potere giudiziario nel frattempo approvati dal Gran Consiglio. E il Tribunale di appello è stato il più toccato da questi interventi legislativi.
Come ben sapete, con il 1. gennaio sono entrate in vigore le modifiche del Codice civile relative al nuovo diritto di protezione degli adulti e dei minori. Stante il referendum del 3 marzo scorso, grazie al Decreto legislativo urgente concernente la modifica della Legge sull’organizzazione e la procedura in materia di tutele e curatele, la neo costituita Camera di protezione del Tribunale di appello ha potuto iniziare entro i termini previsti la propria attività, sgravando peraltro in parte la Prima Camera Civile, la cui difficile situazione legata alle pendenze e alla conseguente tempistica nella resa dei giudizi, è nota.
Le Camere della Sezione di diritto civile del Tribunale di appello trarranno giovamento da un ulteriore intervento legislativo approvato di recente dal Parlamento.
Da qualche mese queste Camere possono difatti decidere a giudice unico talune tipologie di decisioni, segnatamente le procedure che terminano con lo stralcio della causa, le cause manifestamente infondate così pure i provvedimenti cautelari. L’operatività non potrà quindi che migliorare. E in questo contesto è doveroso ringraziare l’Avv. Dr. Davide Cerutti che ha terminato il suo mandato alla fine del 2012: quale giudice straordinario ha contribuito ad evadere un centinaio di cause arretrate come stabilito dal mandato conferitogli. Questo suo significativo apporto ha permesso di aumentare in maniera importante gli incarti evasi dalla Prima Camera Civile, la cui situazione dovrebbe quindi ora migliorare in maniera considerevole.
La credibilità e, per così dire, l’utilità sociale dell’amministrazione della Giustizia, si misura anche in base ai tempi ragionevoli della procedura, principio peraltro sancito dalla Costituzione. Questo è un indicatore che sarebbe interessante poter leggere in un prossimo Rendiconto annuale dell’attività giudiziaria. La ragionevole durata di una procedura è difatti molto importante per il cittadino: le lungaggini dei procedimenti non garantiscono il sentimento di una Giustizia equa come dovrebbe.
Negli scorsi mesi il Gran Consiglio ha altresì approvato il potenziamento del Tribunale cantonale amministrativo con un nuovo giudice e due vice-cancellieri. Il giudice sarà eletto verosimilmente prima dell’estate e avrà competenze specifiche nella materia del diritto amministrativo, in ossequio ad un ulteriore messaggio licenziato dal Governo al quale ha aderito il Legislativo lo scorso febbraio, che permette una procedura di elezione dei giudici di appello più mirata. Tramite questo potenziamento, che verrà implementato nei prossimi mesi, il Tribunale cantonale amministrativo potrà uscire dalla situazione di affanno nel quale si trova, facendo fronte più efficacemente ai numerosi incarti pendenti.
Infine, voglio ricordare che il Gran Consiglio ha approvato la richiesta di credito di oltre tre milioni di franchi per l’acquisto e l’adattamento dei nuovi spazi di Breganzona che accoglieranno gli archivi anche del Tribunale di appello e del Ministero pubblico. Aspetto questo, che seppur di secondo piano, è legato all’amministrazione della Giustizia e non va quindi trascurato.
Tutti questi interventi legislativi dimostrano che sia il potere esecutivo sia quello legislativo si adoperano in favore del giudiziario. In linea con i principi e i diritti sanciti dalla Costituzione e dalla CEDU, i cittadini hanno il diritto di usufruire di una Giustizia efficiente, efficace e di qualità. È necessario quindi che, nel rispetto dei ruoli rivestiti dai rappresentanti dei tre poteri, tutti contribuiscano a questo nobile obiettivo.
Andrò ora ad illustrarvi le prossime modifiche legislative al vaglio nel 2013-2014 del Gran Consiglio e del Consiglio di Stato.
Il Legislativo si esprimerà a breve sul Messaggio relativo alla revisione totale della Legge di procedura per le cause amministrative.
Dopodiché andranno discussi il Messaggio relativo alla nuova Legge sul notariato, quello afferente l’aumento dei giudici supplenti del Tribunale di appello, quello sullo scorporo del Tribunale penale cantonale dal Tribunale di appello nonché il Messaggio che istituisce il nuovo Circolo di Lugano-Nord, che permetterà alla Giudice di pace e al supplente del già Circolo di Sonvico di poter continuare ad esercitare la loro apprezzabile funzione.
Il Consiglio di Stato a sua volta, dovrà consegnare al Gran Consiglio entro fine giugno un rapporto sulle conseguenze dell’introduzione della procedura penale federale e della procedura civile federale, formulando eventuali proposte di natura legislativa e organizzativa riguardanti le autorità giudiziarie coinvolte nell’applicazione dei due codici. Approfitto dell’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno trasmesso le proprie osservazioni che sono attualmente al vaglio della Divisione della Giustizia.
Vi ricordo quindi che dal 1. luglio prossimo, Tribunale di appello, Ministero pubblico e altre Magistrature permanenti saranno autorità di nomina in applicazione delle nuove norme della Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti la cui revisione è stata approvata lo scorso maggio dal Gran Consiglio. A questo riguardo è opportuno segnalare che nell’esercizio della loro attività di autorità di nomina, occorrerà rispettare le prassi sviluppate dallo Stato. Il Dipartimento, per il tramite della Divisione della Giustizia e la Sezione delle risorse umane, continueranno naturalmente ad essere a disposizione garantendo il supporto amministrativo nella gestione delle risorse umane del potere giudiziario.
Rilevo infine come il prossimo 25 ottobre sarà una data importante per il Canton Ticino. Verrà difatti inaugurata la nuova sede del Tribunale penale federale. Questa istituzione, voluta tenacemente dal Cantone, opera sul nostro territorio ormai dal 2004. In attesa che il Gran Consiglio si esprima sia sul Messaggio relativo all’adeguamento del credito di progettazione per la ristrutturazione del Pretorio di Bellinzona, sia su quello dello scorporo del Tribunale penale cantonale dal Tribunale di appello, sono persuaso che una riunificazione logistica del Tribunale penale cantonale e della Pretura penale a Bellinzona con la conseguente creazione di un polo del giudizio penale non potrà che favorire delle importanti e interessanti sinergie.
Come ho già detto, il Dipartimento si è fatto promotore anche nel corso di quest’anno di misure a sostegno dell’amministrazione della Giustizia. E a comprova di ciò vi sono non solo i predetti interventi di natura legislativa, ma anche il progetto “Giustizia 2018”.
La consultazione sul 1° Rapporto intermedio del Gruppo di studio denominato “Giustizia 2018” alla quale molti di voi hanno partecipato si è conclusa di recente. Le proposte elaborate da questo Gruppo di Studio tecnico hanno avuto il pregio di dare avvio a un dibattito costruttivo in merito a varie riforme che toccheranno l’ordinamento giudiziario cantonale nei prossimi anni.
A scanso di equivoci preciso che il sottoscritto, assieme ai colleghi di Governo, si determinerà in merito alla riorganizzazione e alle migliorie delle singole autorità giudiziarie solo dopo aver preso visione del Rapporto definitivo del Gruppo di Studio, che verrà presentato una volta concluse le consultazioni di tutte le entità interessate.
Vi posso quindi anticipare che aderendo alla proposta del Gruppo di Studio, il Consiglio di Stato costituirà nelle prossime settimane dei gruppi di lavoro chiamati ad approfondire alcuni temi prioritari esposti nel 1° Rapporto intermedio riguardanti le Giudicature di pace, le Preture, il Tribunale di Appello e alcuni aspetti che riguardano l’attività del Ministero pubblico.
Per le Giudicature di pace verrà esaminata la loro organizzazione e la retribuzione dei giudici popolari, ritenuto come anche l’Associazione dei giudici di pace e il Consiglio della Magistratura condividano la necessità di operare una riduzione delle giudicature presenti sul territorio. Un’altro gruppo di lavoro approfondirà l’ipotesi di attribuzione delle competenze in materia di protezione del minore e dell’adulto alle Preture o a dei Tribunali di famiglia. Quanto al Tribunale di appello, verrà analizzata la sua organizzazione e la gestione. Infine, dando seguito ai suggerimenti del Ministero pubblico, uno specifico gruppo di lavoro approfondirà la questione della ripartizione delle competenze in materia di contravvenzioni tra il Ministero pubblico e le autorità amministrative e l’eventuale istituzione di un’autorità unica per il perseguimento delle contravvenzioni.
Questi gruppi di lavoro saranno composti di magistrati delle singole autorità giudiziarie e di rappresentanti di altri uffici, che ne assumeranno il coordinamento, e saranno completati da membri del Gruppo di Studio ed eventualmente da consulenti esterni così pure da rappresentanti dell’Ordine degli avvocati. Anche il Consiglio della Magistratura verrà coinvolto nei singoli gruppi. Tramite questa più estesa partecipazione, il Consiglio di Stato ha quindi accolto l’invito del Gruppo di Studio a garantire l’adesione delle persone che quotidianamente vivono la realtà delle nostre istituzioni giudiziarie nelle discussioni che verteranno su delle riforme condivise legate all’amministrazione della Giustizia e ciò nell’interesse preminente della Giustizia cantonale e al servizio dei cittadini. Il progetto Giustizia 2018 segue quindi il suo corso, all’insegna della collaborazione e nel reciproco rispetto dei ruoli.
Permettetemi ora di portare il mio contributo alla giornata di studio odierna dedicata al tema della responsabilità dello Stato.
Fino al 1990 il Cantone non disponeva di una legge sulla responsabilità civile degli enti pubblici. Se nell’esercizio della sua attività, un funzionario provocava un danno a terzi, il danneggiato poteva rifarsi direttamente sul responsabile. Da ormai una ventina d’anni è invece lo Stato ad intervenire. È interessante rimarcare alcuni aspetti finanziari che riguardano l’applicazione della legge: se la prima polizza RC stipulata nel 1990 comportava un costo di 250’000 franchi, il premio annuo legato al contratto di assicurazione per la responsabilità concluso nel 2011 ammonta a 945’000 franchi. Considerato come prima del 2011, il Cantone pagava quasi 1.8 milioni di franchi, è agevolmente ipotizzabile un aumento del premio in futuro visto i sempre più numerosi risarcimenti riconosciuti. Nel 2012 lo Stato ha versato a titolo di risarcimenti per responsabilità civile oltre 500’000 franchi. Il recupero dall’assicurazione si è attestato attorno a 400’000 franchi.
Alla luce dello sconcerto suscitato nell’opinione pubblica da risarcimenti quasi milionari connessi a procedure terminate per esempio con un decreto di non luogo a procedere o sentenze di assoluzione, l’importo totale versato annualmente dallo Stato per i risarcimenti potrebbe dunque sembrare errato. Ma così non è. Con l’attuale polizza assicurativa valida sino al 2015, il costo per il Cantone si limita – beninteso per i casi ai quali si applica tale copertura – alla franchigia per sinistro che in relazione alle indennità assegnate agli accusati prosciolti ammonta a 5’000 franchi, mentre che per danni concernenti gli altri settori della responsabilità civile dello Stato è di 1’000 franchi.
Ad oggi non sono state versate indennità per atti illeciti commessi dai giudici civili o dai giudici operanti nell’ambito del diritto amministrativo. I risarcimenti corrisposti derivano in larga misura dall’attività dei magistrati che intervengono in ambito penale in applicazione tuttavia del Codice di diritto processuale penale svizzero.
La Legge sulla responsabilità civile degli enti pubblici e degli agenti pubblici è quindi una legge importante che non solo tutela il danneggiato e l’ente pubblico, ma anche l’agente pubblico e quindi pure chi opera nell’amministrazione della Giustizia.
In conclusione, l’amministrazione della Giustizia è un cantiere in continua evoluzione e tutti devono contribuire al corretto ed efficace funzionamento delle istituzioni giudiziarie. Quanto da me oggi indicato, evidenzia come per il Dipartimento delle istituzioni e per del Consiglio di Stato, la Giustizia è fra i compiti prioritari dello Stato. Ma i soli interventi legislativi volti a migliorare l’amministrazione della Giustizia rendendola più efficiente, difficilmente porteranno a delle reali migliorie se chi è chiamato ad operare non lo farà nel medesimo intento. Voi magistrati siete corresponsabili nell’assicurare un’efficace amministrazione della Giustizia. L’effettivo esercizio dei poteri direttivi da parte di giudici capaci e motivati a capo delle varie autorità giudiziarie, unitamente alla cooperazione dei collaboratori giuridici e del segretariato, può incidere significativamente sull’efficienza dell’ufficio. Costruire insieme misure che alimentino la qualità ma anche la produttività delle varie autorità giudiziarie in favore dei cittadini, nel rispetto reciproco dei rispettivi ruoli è dunque possibile.
La Giustizia è un bene della comunità, non dobbiamo dimenticarlo. Nell’interesse dei cittadini e quindi della Società, il Dipartimento intende favorire la riflessione e il confronto sui temi della Giustizia. Sono quindi certo che qualora le autorità giudiziarie tutte saranno chiamate a collaborare nuovamente con l’autorità politica, sapranno comprendere che, nel rispetto del principio dell’indipendenza della magistratura e della separazione dei poteri, l’intento è quello di adoperarsi nell’interesse preminente della Giustizia.
Vi ringrazio.
Inaugurazione dell’anno giudiziario 2013/2014
La Giustizia al servizio dei cittadini
03 giugno 2013, Lugano
Intervento di Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni