Norman Gobbi commenta la posizione del CF sulla libera circolazione
Tout va très bien Madame la Marquise! Per il Consiglio federale la libera circolazione delle persone è un successo. “Nel comunicato stampa diramato martedì, Berna sottolinea tutti gli aspetti positivi di cui la nostra economia avrebbe beneficiato a partire dal 2002, quando venne introdotto l’Accordo quadro con l’UE e quindi anche quello sulla libera circolazione delle persone. Il Consiglio federale dimentica bellamente la situazione del Ticino, che invece sta subendo questo accordo”, afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi. “Siamo alle solite: il Ticino è l’ultima ruota del carro per il Consiglio federale. Non si può in una comunicazione ufficiale non ricordare anche quanto avviene nel Cantone che rappresenta la “terza Svizzera”. Da noi la libera circolazione delle persone, ossia la possibilità per tutti i cittadini dell’UE di entrare a lavorare in Svizzera in modo molto agevolato, è la causa del grave problema di dumping salariale e della difficoltà per molti giovani e over50 di potersi reinserire nel mondo del lavoro. In molti settori i salari dei lavoratori non riescono più a garantire la possibilità di arrivare a fine mese per chi risiede in Ticino. Ecco quindi che solo i frontalieri possono accedere a certi posti. Ecco quindi che tante ticinesi e tanti ticinesi non possono nemmeno mandare le proprie candidature. È una catena che poi causa un generale abbassamento (o almeno un mancato aumento) dei salari. La media delle paghe in Ticino rimane costantemente al di sotto di quella del resto della Svizzera. Un dato che bisognerebbe sempre ricordare e che anche il Consiglio federale dovrebbe ricordare, prima di lanciare i suoi proclami a favore della libera circolazione”, sottolinea il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.
“L’obiettivo del Consiglio federale è quello di evidenziare sempre quanto sia bello e giusto aumentare i nostri rapporti istituzionali con l’Europa; con la sua comunicazione ha sostanzialmente iniziato la campagna promozionale per l’accordo quadro con l’UE. Un turbo europeismo che nemmeno la scellerata situazione all’interno delle istanze europee riesce a scalfire. Incomprensibile per chi come noi abbiamo a cuore una Svizzera forte, un Ticino forte. E soprattutto abbiamo a cuore la nostra libertà, la nostra necessità di auto determinarci, senza dover sottostare a pressioni e a dettami altrui. La Svizzera deve rimanere forte, indipendente, neutrale e, appunto, libera. Se questi ideali fossero sempre nelle corde del Consiglio federale, le minoranze verrebbero sempre tenute in considerazione. Non come è stato fatto in questa circostanza, con un comunicato stampa che ha per l’ennesima volta mostrato il vero volto di chi siede a Berna nell’Esecutivo”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 9 luglio 2023 de Il Mattino.