Vi porgo il saluto del Consiglio di Stato e vi ringrazio per l’invito. Da quando sono stato eletto in Governo è la prima volta che vesto i panni del Presidente del Consiglio di Stato durante la celebrazione della nostra festa nazionale.
È un grande piacere presenziare questa sera ai festeggiamenti per il Natale della Patria nell’incantevole e suggestiva piazza del Comune di Caslano affacciata sul Ceresio. Un Comune, il vostro, ricco di storia e tradizione.
Tradizioni come il corteo patriottico per le vie del vostro nucleo storico al quale abbiamo appena preso parte, che emozionano e rendono fieri, una volta di più, di essere cittadini svizzeri.
Sono passati 724 anni dal 1. Agosto del 1291, il giorno che sancì la nascita del nostro Paese con la sottoscrizione del Patto del Grütli. I valori che spinsero i Padri fondatori della nostra patria a unirsi, con l’intento di tutelare l’autonomia regionale nonché la sicurezza interna ed esterna, sono più che mai attuali. Mi piace riassumere il patto del 1291 con il motto “Uno per tutti e tutti per uno”, perché ognuno di noi ha bisogno di riconoscersi e identificarsi nella realtà federale, ma deve anche fare la sua parte.
Per quel che concerne la sicurezza, essendo a Capo del Dipartimento delle istituzioni chiamato, tra le varie attività, a gestire la Polizia cantonale e gli aspetti regionali legati al militare e alla protezione civile, vi posso garantire che lavoriamo instancabilmente e con impegno per offrire a tutti i Ticinesi un luogo in cui vivere protetto e difeso. I cantieri aperti sono molti nella nostra Confederazione. E noi facciamo la nostra parte, rispettando lo spirito confederale che ci contraddistingue.
Negli ultimi mesi il Ticino ha dovuto affrontare situazioni critiche come l’ondata migratoria. Siamo la porta di accesso al nord delle alpi e quindi al resto dell’Europa e ci siamo trovati in prima persona a dover reagire e trovare soluzioni per gestire l’importante flusso di persone in entrata nel nostro Paese. Soluzioni che poi hanno portato benefici non solo al nostro cantone ma anche al resto della Svizzera.
Spesso, proprio per la sua ubicazione geografica a ridosso del confine, il Ticino deve affrontare situazioni particolari soprattutto nelle relazioni con altri Stati. Dobbiamo essere proattivi e a volte anche audaci.
Come lo siamo stati per la questione del casellario giudiziale: in Ticino deve essere presentato da tutti gli stranieri che richiedono un permesso B o G. Si tratta di una decisione presa per tutelare gli interessi dei Ticinesi.
Vogliamo evitare di concedere permessi a persone che hanno già commesso dei reati all’estero con il rischio di recidiva sul nostro territorio. Ed è un segnale forte e concreto mandato oltre Gottardo: noi siamo pronti a fare la nostra parte.
D’altronde la campagna elettorale che ci siamo lasciati alle spalle qualche mese fa non è mai stata per il sottoscritto un momento per apparire, per pronunciare promesse vuote o sbandierare proclami ai quattro venti.
Tutt’altro: è stata l’occasione per riassumere il lavoro di un quadriennio e per definire gli obiettivi politici da raggiungere nei prossimi quattro anni per il bene di tutti noi, cittadini svizzeri residenti nel nostro Ticino.
Era, e lo è tuttora, una mia priorità dimostrare ai molti ticinesi che stanno soffrendo, che siamo in grado di accantonare le nostre ambizioni personali per dare la priorità ai loro bisogni.
Tra i cantieri in ambito sicurezza ce ne sono alcuni che vi toccano da vicino. Infatti, tra qualche settimana entrerà definitivamente a regime la legge sulla collaborazione tra la polizia cantonale e la polizia comunale.
Si tratta di un importante progetto che abbiamo concretizzato nei primi anni del mio mandato in Consiglio di Stato. Il vostro Comune ha creduto nell’iniziativa e la collaborazione tra i corpi di polizia della vostra regione è diventata realtà.
Il Malcantone, dove ci troviamo oggi, è una delle regioni di frontiera di un Cantone di frontiera, toccato dalle contraddizioni legate agli avvenimenti politici ed economici degli ultimi anni. Il Corpo di Polizia Intercomunale chiamato Malcantone Ovest opererà sul territorio per garantire a tutta la popolazione un’adeguata sicurezza.
Le forze di Polizia potranno quindi operare in modo capillare e coordinato. In questo contesto “l’unione fa la forza”.
La consapevolezza di essere uniti da qualcosa che è più grande delle nostre diversità è ciò che ha costruito la Confederazione e, più in piccolo, anche questo Cantone. Ed è con questo spirito che ho promosso in prima persona il progetto, che traccia le basi per quello che sarà il Ticino di domani. Un Ticino unito e forte che usa con coscienza e cognizione le risorse che ha disposizione, per il bene della comunità.
Anche le istituzioni, lo ripeto, fanno la loro parte: ci impegniamo costantemente per difendere i nostri valori e cerchiamo di dare attenzione e valorizzare anche le regioni periferiche. Ai giorni nostri, però, anche tutti i ticinesi devono fare la propria parte. Il nostro assetto politico, basato sui principi democratici permette ai cittadini di avere un ruolo centrale e aggiungerei anche fondamentale nella gestione della cosa pubblica.
La democrazia diretta offre al popolo la possibilità di essere protagonista, di dire la sua, e di partecipare attivamente alla gestione del nostro Paese. Si tratta di un principio essenziale e centrale e ritengo sia importante ricordare, oggi, quello che possiamo fare per il nostro Stato durante la celebrazione del Natale della patria.
Gli strumenti della democrazia diretta sono molteplici: la petizione, il referendum, la proposta di revoca e il diritto d’iniziativa, così come la partecipazione alle urne in caso di votazione o elezione ci permettono di fare la nostra parte. Ci rendono liberi e artefici del nostro destino.
Si tratta di un grande privilegio che non è concesso in tutti i paesi del mondo. Allora mi raccomando non sottovalutiamoli, ma sfruttiamoli. Prendiamo parte al processo decisionale, non restiamo in disparte a guardare.
Informiamoci sui temi che sono oggetto di referendum o che sono in votazione, rechiamoci alle urne oppure utilizziamo il voto per corrispondenza. Mi impegnerò sempre per tutelare gli interessi del nostro Ticino.
La cronaca recente ci mostra come la situazione internazionale sia tesa e difficile. I problemi degli altri Paesi che ci circondano però, non devono minacciare il benessere che abbiamo costruito nel corso degli anni nel nostro Cantone.
I Ticinesi hanno da sempre mostrato due aspetti del nostro carattere. Talvolta l’estrema voglia di libertà e i corsetti ci sono sempre andati stretti; penso a quando più volte le truppe federali scesero in Ticino per rappacificarci, poiché il nostro animo fin troppo libero ci portava a forti confronti interni. A fronte di questa voglia di libertà, un senso profondo di lealtà ci ha sempre contraddistinto; a 70 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale val la pena ricordare che nessun ticinese fu condannato per tradimento.
Questi due tratti, libertà e lealtà, li troviamo poi nel motto fondante del nostro Cantone e dei Ticinesi, che vogliono essere “liberi e svizzeri”. Prima liberi, poi svizzeri. Questa stessa lealtà ora l’attendiamo da chi deve portare avanti le decisioni del Popolo, attraverso un’applicazione del 9 febbraio nei termini previsti e che sappia riconoscere al Ticino misure preventive a tutela del nostro territorio e della nostra popolazione.
Continuerò a fare la mia parte e chiedo anche a voi, cittadine e cittadini ticinesi, di fare la vostra parte di cittadini attivi.
Per il nostro bene.
Per il bene del Ticino e della Svizzera.
Per la nostra libertà.
Viva il Ticino.
Viva la Svizzera.
Discorso pronunciato dal Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi in occasione dei festeggiamenti per il Natale della Patria 2015
1. agosto 2015 – Caslano – Fa stato il discorso orale –