Articolo pubblicato nell’edizione di sabato 3 ottobre 2020 de La Regione
Pronto nel 2022 il Centro di controllo veicoli pesanti. Significherà più ordine e controlli.
Dopo due anni di lavori preparatori entra davvero nel vivo il cantiere per la realizzazione del nuovo Centro di controllo dei veicoli pesanti (Ccvp) in quel di Giornico. Precisamente sul sedime dell’ex acciaieria Monteforno dove a partire dal 2022 (anno in cui avverrà la messa in funzione del nuovo centro) i tir che circoleranno in direzione Nord saranno obbligati a sostare: per tutti i mezzi, attraverso un sistema di triage, avverrà un controllo generico, e solo una parte di essi sarà poi sottoposta a verifiche più approfondite. Grazie al progetto da circa 250 milioni finanziato quasi interamente dall’Ufficio federale delle strade, i flussi dei mezzi pesanti in direzione del San Gottardo saranno gestiti con una logistica più affinata che prevede partenze scaglionate al fine di migliorare il dosaggio dei mezzi pesanti in direzione del tunnel autostradale. Il centro presenterà poi un ampio posteggio per la pausa notturna, molto più confortevole rispetto a quello odierno, con gli autisti che avranno a disposizione servizi igienici e locali doccia. Sarà presente anche un’infermeria.
Maggiore sicurezza sull’A2: questo l’aspetto chiave del progetto presentato ieri mattina sull’area del cantiere, dove committente, autorità e addetti ai lavori si sono dati appuntamento per posare – seppur all’interno del capannone a causa della pioggia battente – la prima simbolica pietra del Ccvp. «L’obiettivo primario è quello di prevenire situazioni di pericoli sull’asse del San Gottardo», ha sottolineato Matteo Cocchi, comandante dalla Polizia cantonale alla quale sarà affidato il centro. Controlli puntuali saranno svolti su componenti tecniche dei veicoli, merce trasportata e stato psicofisico degli autisti. Attualmente in direzione nord, i veicoli pesanti vengono fermati e controllati nella misura dell’1% circa; con il nuovo Ccvp, è stato spiegato questa mattina, circa il 5-10% del traffico pesante complessivo sarà sottoposto a controlli approfonditi. Il Centro di Giornico, ha sottolineato Cocchi, rafforzerà ulteriormente la collaborazione con i colleghi del Canton Uri, che dall’altra parte della galleria dispongono già di un centro come quello in costruzione in Bassa Leventina che permette alla Polizia urana di gestire il traffico pesante in direzione Sud. Il Ccvp sull’area dell’ex Monteforno sarà uno tredici centri per la gestione del traffico pesante attraverso le Alpi – ogni anno vi transitano più di 650mila mezzi pesanti – che la Confederazione sta realizzando in tutta la Svizzera.
Una cinquantina di nuovi posti di lavoro
«Nonostante sia un progetto di competenza dalla Confederazione, il Cantone lo ha sempre sostenuto, stanziando 5 milioni di franchi, conscio dell’importanza di poterla realizzare proprio qui, in Leventina», ha dal canto suo evidenziato il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi. «I servizi cantonali stanno già svolgendo tutti i lavori preparatori per avere effettivi formati appena conclusi i lavori», ha aggiunto il direttore del Dipartimento delle istituzioni. Inizialmente a Giornico saranno attivi 16 agenti e 35 assistenti di polizia.
Un iter durato 13 anni
A distanza di 17 anni, finalmente si parte con la costruzione dei tre edifici del Ccvp hanno gioito il capo della filiale Ustra di Bellinzona Marco Fioroni e il vicedirettore generale di Ustra Guido Biaggio. Lungo e non privo di inghippi è infatti risultato l’iter del progetto del Ccvp. Tutto iniziò nel 2003 quando il Dipartimento del territorio aveva elaborato le basi progettuali, definendo le dimensioni e il funzionamento del centro attraverso uno studio di varianti. Nel 2004 il CdS aveva quindi autorizzato l’allestimento del progetto esecutivo, successivamente ripreso, adattato e ripubblicato dall’Ustra nel 2008 nel quadro di passaggio di proprietà delle strade nazionali dai Cantoni alla Confederazione. Il progetto è poi stato approvato definitivamente nel 2013 dal Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec). Successivamente non sono mancati i ricorsi, e le complicazioni date dall’inquinamento del terreno dell’ex acciaieria. La bonifica del sedime è iniziata nel 2018 e, come spiegato dal capoprogetto del Ccvp Diego Bettoni, attualmente risulta completata nella misura dell’85%. Ora si procederà col risanamento. Il centro urano di Ripshausen è già in funzione da una decina d’anni, all’immagine delle complicazioni incontrate dal progetto di Giornico a trovare un’ubicazione idonea, superare le opposizioni dei ricorsi e risanare i terreni inquinati.
Biaggio ha poi ricordato come nel 2004 il Consiglio federale abbia sottolineato a più riprese l’importanza dell’aumento della vigilanza, anche alla luce dei tragici incidenti nel tunnel del San Gottardo del 2001 (quando un autista ubriaco di un tir invase la corsia comportando il decesso di 11 persone) e del traforo del Monte Bianco nel 1999 (l’acido di cianuro esalato nell’aria a causa dell’incendio di un camion uccise 39 persone).
‘Sia una spinta per la Bassa Leventina’
Il progetto non si limita tuttavia alla costruzione dei tre edifici che nel loro insieme comporranno il Ccvp. Prevede infatti anche tutta una serie di altre opere, come la costruzione di tracciati stradali, ponti, sottopassi (due sono già stati realizzati) e soprattutto il nuovo semisvincolo di Giornico (con tanto di area di servizio) che pure sarà inaugurato nel 2022. Questo elemento, ha sottolineato il locale sindaco Giovanni Bardelli, «risulta una ghiotta occasione per l’insediamento di nuove attività nella zona industriale». In questo senso, ha aggiunto, «ci aspettiamo un sostegno determinante da parte delle autorità». Bardelli si è poi felicitato per la bonifica dell’area dell’ex Monteforno, «un tempo simbolo del progresso e dell’indotto di questa zona», che dopo decenni torna a rappresentare un’opportunità per la Bassa Leventina.
In futuro transito tir su prenotazione?
Nel suo intervento Biaggio ha esposto l’ipotesi di avere in futuro un sistema di passaggio dei mezzi pesanti su prenotazione, da eseguire il giorno prima indicando l’orario di transito previsto, come già avviene al Monte Bianco o al traforo del Frejus. Un tema che richiederà tempo per approfondimenti e discussioni, ma secondo Biaggio il Ccvp rappresenta la miglior premessa possiible.
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Articolo pubblicato nell’edizione di sabato 3 ottobre 2020 del Corriere del Ticino
Dai TIR il rilancio della valle
Sono entrati nel vivo i lavori per la realizzazione del Centro di controllo dei veicoli pesanti sul sedime dell’ex Monteforno a Giornico
La struttura garantirà maggiore sicurezza per gli automobilisti in transito sull’A2 – Le autorità sperano che possa portare anche nuove aziende
Non ha avuto un iter facile, per usare un eufemismo, il Centro di controllo dei veicoli pesanti (CCVP) che a fine 2022 verrà inaugurato sul comparto dell’ex Monteforno a Giornico. Se ne parla da oltre quindici anni, ma tra discussioni per trovare l’ubicazione idonea, ricorsi, opposizioni e risanamento dei terreni inquinati solo adesso si vede la luce in fondo al tunnel. Ieri, alle 12.06, mentre fuori c’era il diluvio universale, la simbolica posa della prima pietra dell’infrastruttura da 250 milioni di franchi che darà lavoro ad una cinquantina fra agenti della Polizia cantonale ed assistenti. Nel prossimo biennio verranno realizzati i tre edifici (per il triage e le pratiche amministrative, per il controllo approfondito e per il deposito/sequestro) dell’area di dosaggio e stoccaggio, una delle 13 che la Confederazione sta costruendo.
Tre piccioni con una fava
Il CCVP, i cui lavori preliminari sono iniziati nel 2018 e la cui gestione sarà affidata alla Polizia cantonale, permette di cogliere non due ma tre piccioni con una fava. Primo: la sicurezza stradale degli automobilisti che transitano sull’A2 in virtù dei controlli ai quali verranno sottoposti i mezzi pesanti che circolano sull’asse del San Gottardo. Due: l’indotto economico per la valle Leventina con la creazione di posti di lavoro e con la prospettiva di accogliere nuove aziende grazie allo svincolo autostradale che renderà più attrattiva la regione. Terzo: il miglioramento ambientale attraverso la riduzione delle emissioni e la bonifica dei fondi contaminati. Tre punti che sono stati sottolineati da tutti i relatori. A partire dai padroni di casa, vale a dire il responsabile della filiale ticinese dell’Ufficio federale delle strade Marco Fioroni e del vicedirettore nazionale Guido Biaggio. Quest’ultimo ha illustrato gli obiettivi della futura struttura e gli aspetti politici, concludendo ringraziando «la popolazione e le autorità della regione per la pazienza e la collaborazione dimostrate in questi anni di disagi causati dalla presenza dell’importante cantiere».
La cartina di tornasole
A questo proposito ha in seguito preso la parola il sindaco di Giornico Giovanni Bardelli. Il quale non ha nascosto le attese della bassa valle. Si spera che il CCVP possa favorire il «rilancio dell’intero comparto intercomunale e incentivare l’insediamento di nuove attività ad alto valore aggiunto, con prodotti innovativi». I tre paesi (gli altri due sono Personico e Bodio) ci credono, per trasformare la «sterile superficie» occupata fino al 1994 dalla Monteforno in una cartina di tornasole per l’economia del distretto: «Ma serve il supporto delle autorità a tutti i livelli».
«Ci abbiamo sempre creduto»
C’è qualcun’altro che non ha mai avuto dubbi sull’area TIR. Ed è il Cantone, ha affermato il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, che nel 2016 ha sostenuto l’opera con un credito di 5 milioni di franchi: «Un segnale forte nei confronti dell’autorità federale affinché i lavori iniziassero al più presto e con un intento allargato. Quello di offrire alla regione un centro vitale. Perché non di soli controlli vivrà l’infrastruttura. Si creano nuove opportunità per la Leventina». Dello stesso avviso il comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi. Annualmente in Ticino circolano oltre 650.000 TIR. La maggioranza, naturalmente, è in regola. Ma vi sono purtroppo anche dei veicoli o parti di essi che vengono manomessi, dei camion che presentano dei difetti tecnici o che trasportano merce illegale. «Il compito primario e fondamentale della Polizia è la prevenzione, e con il CCVP l’A2 sarà decisamente più sicura», ha annotato Cocchi.
La parola è infine passata al capoprogetto Diego Bettoni. Ha fatto il punto su quanto svolto finora. I fondi sono stati risanati nella misura dell’85-90%, mentre si è più o meno a metà «dei tempi di realizzazione. Il 2022 è la data limite, poi dall’anno seguente si procederà alle sistemazioni finali e alla dismissione dell’attuale area di servizio. Allo stato attuale sono stati spesi 110 milioni di franchi».
Come al Monte Bianco?
Fra un discorso e l’altro è pure emersa l’idea di un progetto che è già stato implementato, ad esempio, nei trafori stradali del Monte Bianco e del Frejus. Ossia la prenotazione online del giorno e dell’ora esatta di passaggio, così da poter definire quotidianamente un «tetto» massimo. È applicabile anche alla galleria del San Gottardo? Lo abbiamo chiesto a Luca Ceresetti che dirigerà, in qualità di ufficiale subalterno con il grado di tenente, il CCVP: «È un sistema sicuramente interessante da valutare ed approfondire. In questi casi, però, decisiva sarà la discussione a livello politico». Secondo Guido Biaggio l’apertura del centro di Giornico è la migliore premessa possibile per andare in questa direzione. Non ci resta che attendere.
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Servizio all’interno dell’edizione di venerdì 2 ottobre 2020 de Il Quotidiano
Posata la prima pietra del centro di Giornico
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