Intervento nell’ambito di “Le religioni nel territorio ticinese”, Convegno organizzato dall’Istituto religioni e teologia

Intervento nell’ambito di “Le religioni nel territorio ticinese”, Convegno organizzato dall’Istituto religioni e teologia

Lugano, 29 agosto 2024

– Fa stato il discorso orale –

Gentili signore e signori,  

ringrazio la FTL, in particolare il prof. Fabris, per l’invito e per l’organizzazione di questa giornata di approfondimento su “Le religioni nel territorio ticinese”.  

Il Dipartimento delle istituzioni è noto soprattutto per le sue riforme nell’ambito della Polizia, della Giustizia e per l’attenzione che rivolge agli enti locali, alla protezione della popolazione e al militare. È inoltre il referente per le misure di integrazione delle persone con retroterra migratorio e per la promozione della coesione sociale.  

Forse è meno conosciuto come responsabile, secondo il nostro sistema federalista, delle religioni riconosciute (cattolica ed evangelica riformata) e, di riflesso, della gestione della diversità religiosa.

I legami tra territorio e religione, così come la concezione del sacro, evolvono nel tempo e si adattano ai cambiamenti storici. Il Canton Ticino è caratterizzato da una maggioranza cattolica romana, visibile anche nello spazio pubblico. Le dinamiche religiose del Cantone sono legate alla sua storia, alla specificità culturale e linguistica condivisa con la vicina Italia. La Chiesa cattolica romana del Canton Ticino è stata infatti a lungo amministrata dalle Diocesi di Milano e Como, che ne hanno contraddistinti anche i riti. Grazie all’influenza dei canonici milanesi, le Tre Valli, tra cui la Leventina, da cui provengo, conservano ancora oggi il rito ambrosiano. Nella stessa area geografia, a qualche chilometro da casa mia, si trova il monumento romanico più importante del Cantone, la chiesa di S. Nicolao a Giornico, edificata tra il 1110 e il 1120, a testimonianza del profondo e millenario legame del territorio con la tradizione cattolica. Ripensando alla mia infanzia, tornano alla mente le feste religiose della parrocchia di Quinto, che ritmavano le giornate di noi famiglie vallerane, e le numerose cappelle votive sulle pendici della valle, tra Quinto e Faido, a segnalare il rapporto tra l’aldilà e le grandi fatiche e traversie dei nostri antenati.  

Oggi, ed è il tema della giornata, il territorio ticinese è mutato, non solo geograficamente ma anche nella distribuzione del sacro, riflesso del cambiamento in corso nell’identità delle comunità che lo abitano.  

Il Dipartimento delle istituzioni ha sempre prestato particolare attenzione ai mutamenti nell’appartenenza religiosa nella popolazione. Insieme a Ginevra, Vaud e Vallese, il Ticino per tramite del DI, è cofondatore del Centro intercantonale di informazione sulle credenze (CIC). Per volontà della Confederazione e dei Cantoni cofondatori, il CIC è un centro di competenza sulla diversità religiosa, che offre informazioni neutrali e scientifiche. A differenza di altri contesti, e soprattutto Paesi, il Ticino tramite la sua collaborazione con il CIC ha sempre evitato approcci che stigmatizzano la diversità religiosa.  

Il Dipartimento ha così coordinato la prima indagine sulla diversità religiosa, intitolata “Repertorio delle religioni nel Canton Ticino”, pubblicata nel 2007. Meno di vent’anni dopo, ha avviato e finanziato con il Servizio integrazione stranieri, il progetto “Re:Spiri. Cartografia della diversità religiosa e spirituale del Canton Ticino”, coordinato dalla CIC.  

Il progetto, di cui ci parleranno meglio le due ricercatrici presenti oggi, Tatiana Roveri e Federica Moretti che ringrazio, sarà ufficialmente presentato venerdì 18 ottobre 2024 a Bellinzona. Ha censito pressoché tutte le comunità religiose e spirituali presenti in Ticino e i loro luoghi di culto. Una ricerca fondamentale, che sarà inoltre inserita nell’Annuario di Storia religiosa della Svizzera italiana della Facoltà di teologia, evidenziando un’importante collaborazione scientifica nel nostro Cantone con questo ateneo. I risultati saranno successivamente resi accessibili al pubblico tramite una cartografia digitale della diversità religiosa ticinese, che si integrerà con le cartografie dei Cantoni di Vaud e Ginevra. Questo strumento digitale è pensato sia per i ricercatori sia per le autorità pubbliche, che potranno utilizzarlo per legiferare sulle relazioni tra Stato e comunità religiose.  

Dal punto di vista del Dipartimento che ho il piacere di dirigere, le comunità religiose sono attori di coesione sociale. Lo abbiamo visto ancora durante la pandemia del Covid19, quando i contatti per gestire le rigide misure sanitarie riguardanti celebrazioni e funerali sono stati coordinati dal Servizio integrazione degli stranieri. Questo difficile periodo ci ha resi maggiormente attenti all’importanza di approfondire la conoscenza della diversità religiosa e di mantenere i contatti di fiducia con le comunità religiose presenti da noi. Un altro punto di attenzione per il nostro Governo, è quello della scuola pubblica, che ha il compito di formare i cittadini del futuro, affrontando al contempo la gestione della diversità culturale, religiosa e spirituale, anche legata ai flussi migratori. A questo proposito, è stato recentemente istituito un gruppo di lavoro del DECS, con presente pure il Servizio per l’integrazione degli stranieri, nella persona della Delegata.  

Una conoscenza approfondita delle complessità del fenomeno religioso è essenziale per prevenire pregiudizi e discriminazioni. Evidenzia anche alle autorità politiche l’importanza delle ricerche in questo ambito come strumento fondamentale di conoscenza a beneficio della collettività. Cito, a tal proposito, il progetto di ricerca dell’Istituto ReTe, diretto dal prof. Adriano Fabris, che ha organizzato questa giornata. Il progetto “L’infosfera religiosa del Canton Ticino: una mappatura”[1], che verrà presentato oggi, ha  pure ricevuto un sostegno federale.  

Grazie ai progetti di pubblica utilità inclusi nel programma odierno, è possibile mettere a disposizione conoscenze che contribuiscono a sostenere le politiche e i politici nel loro lavoro sul territorio. Per questo, a nome del Consiglio di Stato e del Dipartimento delle istituzioni, ringrazio le ricercatrici e i ricercatori presenti oggi, così come gli studenti, per il loro impegno su questo importante tema.  

Vi auguro una proficua giornata di studi e un buon confronto su queste rilevanti questioni.   Buona giornata a tutte e tutti!                

(Immagine: sito internet usi.ch)