– Fa stato l’intervento orale –
Gentili signore, egregi signori,
alle prime ore del mattino, per iniziare la giornata lavorativa, guardo la rassegna stampa sui fatti del giorno prima proposta dai principali canali televisivi.
Questa mattina volevo capire come in Italia era stato letto il voto svizzero sulla legge Covid. Ma è stata un’altra notizia a colpirmi, pensando anche a questa serata sulla violenza contro le donne. Una giornalista, mentre effettuava il suo collegamento, è stata impunemente palpeggiata da più uomini che si trovavano nelle vicinanze. Scioccante!
Giustamente il fatto è stato ripreso da molte testate, perché si tratta di una assoluta mancanza di rispetto e di considerazione della donna. Un atteggiamento maschilista e pericoloso.
Gli studi e gli approfondimenti sulla violenza contro la donna ci hanno ormai dimostrato come un certo tipo di cultura che banalizza simili comportamenti è il preludio per innescare atti gravi di violenza domestica. L’attenzione va quindi sempre tenuta elevata e riuscire ad affermare che “il problema della violenza sulle donne è un problema degli uomini” ci fa capire dove e come mettere il focus sull’intervento, che deve essere prima di tutto di carattere culturale.
Un cambiamento che tocca certamente il mondo maschile, ma che riguarda anche l’universo femminile. Da una parte facendo progredire la cultura del rispetto e dall’altra dando strumenti e voce alle donne di denunciare la violenza. Non per creare una società che si divide, ma per rafforzare gli anticorpi contro la violenza.
Il Dipartimento che dirigo, competente per le politiche coordinate a livello cantonale in ambito di violenza domestica, ha deciso di porre oggi l’attenzione su quegli uomini violenti ‘”senza rispetto e senza cuore”; su quella che ancora oggi troppo spesso rimane una figura poco visibile e poco conosciuta nella dinamica violenta.
Come ha detto Sveva Magaraggia, nostra ospite lo scorso anno, in un suo studio sulla comunicazione pubblicitaria e il genere, “Per assumere uno sguardo sul maschile quando si parla di violenza di genere bisogna in primo luogo iniziare a nominare gli uomini nel discorso sulla violenza contro le donne. Dobbiamo chiederci chi sia l’innominato di questa storia”.
Non potevamo avere ospite migliore, dunque, questa sera, che Cristina Oddone, che ha dedicato a questi temi ricerche ampie e accuratissime, confluite nel volume di cui discuteremo a breve. “Uomini nomali. Maschilità e violenza nell’intimità” ci aiuterà a capire come gli uomini violenti percepiscono il loro agire e per quale ragione ancora oggi e malgrado le azioni di contrasto alla violenza messe in atto si sentano socialmente legittimati a compiere azioni violente. Non si tratta di comprendere questi aspetti unicamente dal profilo teorico.
L’Ufficio dell’assistenza riabilitativa del Dipartimento delle istituzioni segue dal 2011 gli autori di violenza domestica, e da luglio di quest’anno ha attivato programmi collettivi per i medesimi in base a quanto disposto dalla Legge federale per il miglioramento della protezione delle vittime del 14 dicembre 2018. Li sentiremo a proposito della loro esperienza. Ma anche altri soggetti istituzionali incontrano nella loro attività uomini violenti. Essi transitano nelle aule di giustizia; discutono con i giudici civili dei diritti genitoriali rispetto ai figli a seguito delle procedure di divorzio o separazione; sono coinvolti nelle indagini del gruppo prevenzione negoziazione della polizia cantonale, un nucleo essenziale nella prevenzione delle minacce; sono pazienti di servizi per le dipendenze, e molto altro.
Nella politica di contrasto alla violenza domestica – che proprio in questi giorni ha trovato nuovo e strutturato impulso con la promulgazione del Piano d’azione cantonale contro la violenza domestica, presentato alla vigilia del 25 novembre – il perseguimento degli autori, la gestione delle minacce, il lavoro con gli autori è un tassello chiave.
È dunque importante sentire la parola degli esperti, verificare e confrontare con essi il proprio agire, e questa serata è un’occasione preziosa per procedere in questa direzione. Sono lieto di salutare le relatrici e il relatore di questa sera, che ringrazio, dando volentieri loro la parola.