Tiratori, cacciatori, collezionisti: tutti “colpevoli”
Come volevasi dimostrare: l’approvazione dei cambiamenti imposti dall’Unione europea alla Legge federale sulle armi inizia a provocare i primi costi per i Cantoni. È di poche settimane fa la notizia che il Canton Zurigo deve assumere 5 nuove persone per rafforzare il servizio preposto al rilascio dei permessi e al relativo controllo per possedere un’arma. Quanto si ipotizzava prima del voto popolare del 19 maggio – ossia un forte aumento della burocrazia e quindi dei costi – si sta puntualmente verificando. Una votazione, quella della scorsa primavera, che ha proposto il Canton Ticino in controtendenza rispetto a tutto il resto della Svizzera. “Siamo stati gli unici ad opporci a questa dannosa ingerenza dell’UE sulla nostra legislazione – afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi – anche perché avevamo ben capito che la motivazione legata a un potenziamento della lotta al terrorismo non aveva alcun fondamento. Per contro invece questi cambiamenti avrebbero creato, come stiamo purtroppo vedendo, maggiori costi. Soldi che andrebbero invece destinati diversamente, proprio per non togliere tempo ed energie agli agenti di Polizia, chiamati ad assolvere compiti ben più impegnativi e mirati nella lotta al terrorismo”.
Una legge che avvia la criminalizzazione del libero e onesto cittadino detentore di un’arma. “Soprattutto – sottolinea il Direttore del Dipartimento delle istituzioni – stravolge un paradigma che fa parte del DNA degli svizzeri, ossia la fiducia dell’autorità nei confronti dei cittadini. Si mette in discussione a priori la buona fede di migliaia di cittadini nel loro essere tiratori, cacciatori o collezionisti di armi. Cittadini che si sono sempre comportati correttamente e che invece ora vengono tutti considerati potenzialmente “colpevoli”. È proprio per salvaguardare uno dei valori fondanti della società elvetica che mi sono battuto prima del voto del 19 maggio. I ticinesi – e di questo ne sono molto fiero – hanno capito, dimostrando la nostra resilienza alle sirene europeiste”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi. Per inciso: PPD e PLR (non parliamo poi della sinistra turboeuropeista) avevano invece appoggiato queste modifiche che ci venivano imposte da Bruxelles. Chi ha orecchie per intendere, intenda…