Dal Giornale del Popolo | Il TRAM ha dato ragione al gruppo Lega/UDC/Indipendenti, annullando lo scrutinio dello scorso 10 aprile – Votazioni da rifare – Il sindaco Vismara: «Ci appelleremo al TF».
È una sentenza che ha messo il fuoco in Paradiso, quella emessa ieri dal TRAM: dando ragione al ricorrente Gruppo Lega/UDC/Indipendenti, annulla di fatto l’esito delle elezioni comunali dello scorso 10 aprile. Una sentenza clamorosa e, potrà sembrare
strano, anche una prima assoluta in Ticino. Tornando al 10 aprile di quest’anno, ricordiamo che il PLR a Paradiso aveva raggiunto la maggioranza assoluta con il 52,2% dei voti, seguito dal Gruppo Lega/UDC/Ind con il 21%, il PPD con il 14,8% e l’11,4% di PS e Verdi. Ma il Gruppo Lega/UDC/Ind aveva immediatamente segnalato delle irregolarità avvenute durante lo spoglio. In sostanza, il Gruppo aveva indicato («senza conoscere il risultato del voto, e dunque in buona fede», come osserva il TRAM), che alle operazioni di scrutinio dovevano essere presenti i delegati designati dai vari gruppi politici partecipanti alle elezioni. Ma così non è stato. «I ricorrenti – argomenta il TRAM – si lamentano di non essere stati preventivamente avvertiti che il 5 e l’8 aprile, ancora prima dell’apertura dei seggi, si sarebbe proceduto alla registrazione anticipata delle carte di legittimazione. Circostanza che non ha permesso loro di partecipare a questa attività, come invece previsto dalla legge». Insomma, «su un totale di 1.013 schede votate, almeno 781 sono state preparate per lo spoglio in modo irregolare», scrive il TRAM, e contate senza la presenza dei delegati. Ma il Gruppo contestava anche l’anomalia «riguardante le urne pervenute al seggio domenica 10 aprile, prive dei sigilli, e la chiave, che dovrebbe essere custodita in busta chiusa, si trovava nelle tasche della responsabile dell’Ufficio controllo abitanti». La sentenza del TRAM, anticipata dalla RSI, ha generato la reazione del sindaco di Paradiso Ettore Vismara, il quale ha convocato una seduta straordinaria di Municipio, laddove la maggioranza dei municipali ha deliberato un ricorso dell’Esecutivo al Tribunale federale. «Ribadisco che non ci sono state irregolarità importanti – dice Vismara – Ricorreremo al TF, anche perché sono molto sorpreso dalla sentenza emessa dal TRAM, arrivata dopo 6 mesi dal voto, quando l’assetto del nuovo Municipio è già piuttosto consolidato». Verdetto clamoroso, come detto, sfrecciato come un fulmine in Consiglio di Stato: «È una sentenza che non fa bene all’immagine delle nostre istituzioni – ci dice il consigliere di Stato a capo del DI Norman Gobbi – anche perché decreta la presenza di errori gravi di procedura. Si va quindi ad intaccare la sacralità del voto popolare alla base della democrazia. Dall’altro lato, ora, l’autorità cantonale dovrà seguire e accompagnare Paradiso in quanto autorità di vigilanza. Ma la sentenza ci richiama pure a una maggiore attenzione verso la formazione in questo campo, tenuto conto che altre piccole segnalazioni (di carattere decisamente meno grave) sono giunte da più Comuni. Occorre quindi maggiore professionalità a garanzia della nostra democrazia».
E ora che cosa succederà?
Come indicato dagli Enti locali, il Municipio di Paradiso dovrà ridurre le proprie attività al minimo indispensabile in attesa delle prossime elezioni, la cui data dovrà essere fissata dalla Cancelleria dello Stato. Elezioni che potrebbero avvenire il prossimo aprile in concomitanza con quelle per la Nuova Bellinzona e per Riviera ma, come ci spiega il cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri, tutto dipende da eventuali ricorsi: «Prima bisogna aspettare che passino i termini di ricorso, che scade il 16 gennaio. Se nessuno farà ricorso, questo termine potrà essere anticipato, in caso contrario bisognerà attendere la decisione del TF». I due futuri nuovi Comuni hanno tempo fino al 23 gennaio per presentare le liste dei candidati, una deadline che per Paradiso rischia di essere risicata, dato che in caso di ricorso (annunciato appunto da Vismara, ndr) sarà molto difficile includere Paradiso nella tornata elettorale del 2 aprile». Insomma, avanti con le marce ridotte.
Lega: «Lezione di democrazia»
Il presidente del Gruppo, Antonio Caggiano: «Non ci sono stati né vinti né vincitori… ma una lezione di democrazia da parte del TRAM. Quello che abbiamo contestato è la forma con cui la votazione è stata eseguita, non la sostanza. Sull’esito del voto non abbiamo mai puntato il dito e non lo faremo mai». Caggiano lunedì s’insedierà in Municipio, al posto dell’uscente Stefano Magnoli, che aveva dimissionato proprio a causa delle irregolarità avvenute durante lo scrutinio.