Servizio all’interno dell’edizione di domenica 9 dicembre 2018 del Telegiornale
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Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 10 dicembre 2018 de La Regione
E in Ticino? «Mi riferisco in particolare ai centri urbani, dato che è nelle città che si concentra il grosso degli eventi: ebbene, le rispettive polizie comunali chiedono agli organizzatori e ai gerenti dei locali, se la manifestazione in un bar richiama potenzialmente un folto pubblico, un concetto di sicurezza – spiega il presidente dell’Associazione delle polizie comunali ticinesi (Apcti) Dimitri Bossalini –.
Il concetto significa fra l’altro numero degli agenti di sicurezza ingaggiati per garantire l’ordine all’interno e all’esterno del sito, capienza massima, uscite di sicurezza o vie di fuga ecc. Le polizie esaminano questi piani e vi apportano se necessario dei correttivi. Ciò vale anche per i carnevali di una certa dimensione organizzati nei capannoni». Oltre che presidente dell’Apcti, Bossalini è comandante della Polizia di Locarno: «Il nostro Municipio, per esempio, non rilascia l’autorizzazione a organizzare l’evento se il concetto di sicurezza non è approvato dalla Polizia comunale». Il livello di sicurezza dipende anche dalla preparazione degli addetti alla sorveglianza, ovvero degli agenti privati impiegati da chi organizza la manifestazione.
«È uno degli aspetti contemplati dalla Lapis», rileva il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi. La Lapis, la legge che in Ticino disciplina le attività private di investigazione e di sorveglianza, oggetto qualche anno fa di una revisione. Nell’articolo della Lapis sui requisiti che l’aspirante agente privato di sicurezza deve possedere per ottenere dal Cantone l’autorizzazione a esercitare figura infatti quello di “un’adeguata formazione”. Sul fronte della prevenzione, per evitare quindi tragedie come quella avvenuta nell’Anconetano, «occorre proseguire con l’attività di controllo, proprio per scongiurare situazioni potenzialmente pericolose», aggiunge Gobbi: «In passato è capitato anche di trovare porte d’uscita in caso d’emergenza incatenate…». Nell’ambito di queste verifiche «un ruolo importante lo hanno i Comuni, attraverso le rispettive polizie amministrative e alla luce delle deleghe conferite agli enti locali dalla Lear (la legge sugli esercizi pubblici, ndr)». E una riflessione «andrebbe fatta sulla vendita, oggi libera, degli spray al pepe».