Vi porgo il saluto a nome del Consiglio di Stato ticinese e Vi ringrazio per aver deciso di organizzare la cerimonia di promozione nella Capitale del Canton Ticino, in una cornice suggestiva qual è la Chiesa Collegiata. È per me oggi un piacere essere presente in qualità di Direttore del Dipartimento delle istituzioni, sotto la cui responsabilità vi è anche la Sezione del militare e della protezione civile, ed in qualità di maggiore di milizia.
Cari neo-ufficiali, con il grado di tenente che vi accingete a ricevere, rappresentate il futuro della fanteria; non solo comanderete dei giovani soldati, ma avrete anche il compito di istruirli. L’impiego nella fanteria – che è il cuore del nostro sistema di difesa e sicurezza in caso di calamità – richiede competenze sempre più tecniche e la capacità di agire con tempestività e ponderazione. Durante queste intense settimane di formazione avete appreso nozioni tecniche e strategiche valevoli non solo nell’ambito militare, ma anche in quello civile.
Competenze quali l’arte della condotta, la capacità di analisi, la gestione dello stress unitamente alla flessibilità vi permetteranno di fare la differenza anche nei vostri ambiti professionali civili. Un vantaggio competitivo questo che sarà gradito dai vostri datori di lavoro, che apprezzeranno non solo la vostra lucidità nell’analizzare un problema, ma anche le possibili soluzioni in cui saranno esposti i fattori di successo ed i punti deboli. In un mercato economico sempre più competitivo come quello attuale, saprete essere – grazie anche alla formazione della scuola quadri – un vero valore aggiunto per la vostra azienda, e soprattutto sarete “portatori di soluzioni e non parte del problema”.
Un ulteriore pregio della formazione militare è la possibilità di applicare le nozioni teoriche apprese nella conduzione di una sezione composta da trentina di reclute prima e soldati poi: l’esperienza sul campo vi permetterà di affinare le vostre doti di leadership, prendendo delle decisioni le cui conseguenze (positive e negative) vengono vissute in scala 1:1.
L’importanza della formazione militare è stata riconosciuta recentemente da diversi istituti superiori di formazione (HSG San Gallo, SUPSI, …) – tramite un’apposita convenzione – che permette agli ufficiali iscritti ai propri corsi di formazione di computare l’istruzione militare sotto forma di crediti. È questa una prima tangibile dimostrazione delle qualità formative dei quadri di milizia.
Voi, cari neo-ufficiali, costituite l’esempio vivente e brillante del buon funzionamento dell’Esercito di milizia svizzero. L’Esercito vi ha scelto, ritenendovi i migliori, per assumere compiti superiori ai vostri coetanei. Assumere ruoli di condotta in un’organizzazione di milizia, in cui ci si arriva solo se capaci e adatti alla funzione, è un valore aggiunto spesso dimenticato del sistema di milizia.
Il nostro sistema di milizia non riguarda unicamente il nostro Esercito, ma è l’essenza stessa del nostro essere svizzeri e del nostro tessuto sociale. Servire la milizia – sia essa politica, militare o a beneficio di altre organizzazioni – è un gesto di responsabilità e solidarietà nei confronti della collettività, ed amplia il bagaglio personale di ciascun svizzero. Se l’impiego volontario nel corpo dei pompieri o nella politica attiva non è (quasi) mai messo in discussione, l’abolizione del principio della milizia per la nostra difesa nazionale ed il ridimensionamento delle nostre forze militari sono – ahimè – costantemente tematizzate.
Il prossimo 22 settembre, il popolo svizzero dovrà esprimersi sull’abolizione dell’obbligo di servire. Sarebbe questo il colpo definitivo ad un Esercito che, a partire dalla riforma di “Esercito 95”, ha visto progressivamente assottigliarsi gli effettivi ed il budget. Per adempiere in maniera credibile ai compiti iscritti nell’art. 58 della nostra Costituzione federale, il nostro Esercito deve potersi basare su tre pilastri irrinunciabili: “l’esercito di milizia”, “l’obbligo di prestare servizio” ed un adeguato finanziamento.
L’abolizione del servizio di leva obbligatorio – come propone l’iniziativa – comporterebbe la morte del nostro Esercito, in quanto consegneremmo il nostro Esercito e i nostri soldati non “ai migliori” quadri – come nella cerimonia odierna; il rischio reale è che senza l’obbligo di servire solo quelle parti marginali (i fanatici e i volontari obbligati, perché senza lavoro) si mettano a disposizione del nostro sistema di difesa. È questo che vogliamo?
Ritengo che l’Esercito abbia fatto importanti passi per rispondere alle necessità della società: adatta e sta adattando i periodi di formazione militare per farli collimare con i semestri delle scuole universitarie e professionali superiori; certifica la formazione dei quadri militari in modo da poter consegnare un valore aggiunto ulteriore nella vita civile, e nello studio in particolare; ha adattato i propri mezzi responsabilmente al budget concesso, puntando all’essenziale della propria missione; risponde sempre presente alle necessità delle autorità civili e dei cittadini, in caso di necessità e in cui i mezzi civili non siano più sufficienti.
Un Esercito svizzero le cui virtù sono purtroppo sempre meno conosciute anche dai nostri parlamentari alle Camere federali, i quali in molti casi non hanno intrapreso una carriera di milizia oppure vivono di ricordi di un Esercito che non esiste più. Serve dunque al nostro Esercito una comunicazione ancora più efficace per farne ri-scoprire pregi ai nostri politici, ma anche alla popolazione civile.
Mi permetto quindi di invitarvi esplicitamente a voler votare NO il prossimo 22 settembre all’iniziativa del GSsE (gruppo per una Svizzera senza esercito), che promuove il tema dell’abolizione dell’obbligo di servire, le cui conseguenze (economiche e in termini di sicurezza) sono difficilmente calcolabili.
Cari neo-ufficiali, vi siete assunti un compito importante e avete ottenuto la fiducia dei vostri superiori prima e di tutta la comunità oggi. Questa cerimonia afferma e sottolinea quanto la vostra assunzione di responsabilità venga apprezzata dalle autorità civili, poiché costituite un elemento importante del nostro sistema di milizia che va salvaguardato. Siete stati scelti perché siete stati valutati migliori. A voi ora di dimostrarlo nei fatti e sul campo, auguri!
A noi cittadini tutti, grazie al nostro Esercito di milizia e all’impegno e sacrificio per la comunità di questi neo-ufficiali e dei loro militi, l’augurio di poter continuare a vivere Svizzera in Libertà e in Sicurezza.
Vi ringrazio.
Cerimonia di promozione della SU fant 1-2/12
Il valore aggiunto della formazione militare
31 maggio 2013, Bellinzona – Chiesa Collegiata
Intervento di Norman Gobbi, Direttore del Dipartimento delle istituzioni