Dal Mattino della domenica | I dati presentati nel corso della settimana dal ministro della sicurezza Norman Gobbi e dalla Polizia cantonale mostrano che i furti sono diminuiti fortemente anche nel 2016
Un anno eccezionale, il 2016, per la nostra Polizia. Da più punti di vista. I nostri agenti sono stati infatti impegnati su parecchi fronti: la gestione della sicurezza in occasione di grandi eventi come i festeggiamenti per l’apertura del tunnel ferroviario del San Gottardo e il coinvolgimento nell’esercitazione internazionale Odescalchi. E poi ci sono state situazioni che non si possono prevedere fino infondo, ma a cui bisogna dare una pronta risposta. Mi riferisco alla gestione dei flussi migratori al confine sud, con cui anche la polizia cantonale si è confrontata. Sul piano internazionale, inoltre, gli attacchi terroristici che hanno toccato e ferito il nostro continente richiedono nuove e costanti misure di sicurezza aggiuntive. Nonostante queste attività eccezionali, i nostri gendarmi hanno continuato a lavorare: sul terreno e anche nell’attività inquirente. E i frutti dell’intenso lavoro sono arrivati proprio laddove la polizia svolge le proprie mansioni sul nostro territorio. I dati lo confermano: i furti con scasso sono diminuiti del 14% rispetto al 2015 e del 60% rispetto al 2013. Una diminuzione che ha toccato tutte le regioni ticinesi. Oggettivamente possiamo affermare che il nostro Cantone è diventato un luogo più sicuro. Ma come è stato possibile raggiungere questo traguardo? Negli scorsi anni sul piano politico abbiamo lavorato su più fronti. Da una parte abbiamo riorganizzato la gendarmeria, riportando i nostri agenti sul terreno, nei distretti e a stretto contatto con la popolazione. Un riscontro tangibile lo abbiamo avuto soprattutto nel Mendrisiotto che, proprio per la sua vicinanza al confine con l’Italia, in passato era la regione maggiormente afflitta da fenomeni criminali come i furti nelle abitazioni. Dall’altra abbiamo consolidato e rinvigorito anche la collaborazione con gli altri attori chiamati a garantire la sicurezza: la Confederazione (in particolare per quel che concerne il coordinamento delle attività di polizia con quelle delle guardie di confine), le autorità italiane (grazie agli ottimi rapporti abbiamo affinato la gestione dei flussi migratori e la prevenzione di attività terroristiche) e, non da ultimo, le polizie comunali con cui collaboriamo con particolare soddisfazione. Un ruolo fondamentale ovviamente lo giocano anche i nostri cittadini, vere e proprie sentinelle – come mi piace definirli – che agiscono su tutto il territorio: grazie alle loro segnalazioni prontamente inoltrate alla polizia si possono fermare i malviventi ancor prima che compiano reati.
Non possiamo tuttavia dimenticare che a contribuire a questo risultato ha contribuito sicuramente anche il potenziamento degli effettivi della cantonale. Un impegno che mi sono assunto fin dai miei primi giorni in Consiglio di Stato. Non ho intenzione di sacrificare la sicurezza dei Ticinesi, per raggiungere questo obiettivo. Il personale impiegato in Polizia non sarà toccato, questo è poco ma… sicuro (da più punti di vista).
Nonostante le statistiche confortanti sull’operato delle forze dell’ordine, la guardia deve tuttavia rimanere alta. Quando a inizio anno mi sono recato in visita al rapporto annuale del corpo di polizia l’ho fatto presente a tutti gli agenti. Il 2017 si prospetta un altro anno impegnativo sul fronte della sicurezza. In particolare per quel che concerne la gestione dei flussi migratori: i dati d’altra parte parlano chiaro, il fenomeno non tende a diminuire. Anzi, le tendenze di questi primi mesi dell’anno ci confermano che la fascia di confine sarà sollecitata anche quest’anno. Come negli scorsi anni però non siamo rimasti con le mani in mano. Lo Stato maggiore cantonale per la migrazione è già operativo dal 2015 e per poter gestire dal profilo finanziario questo importante lavoro – che svolgiamo non solo per il Ticino ma per tutta la Svizzera – ho chiesto alla Confederazione di partecipare alle spese di gestione. Siamo in attesa di una risposta, ma una cosa è sicura: non ho intenzione di mollare! E continuerò a lavorare intensamente per continuare a rendere il nostro Ticino un luogo sicuro, per tutte le Ticinesi e i Ticinesi.
Norman Gobbi,
Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni