Un mio articolo d’opinione pubblicato su LaRegione del 10 febbraio 2016
Nelle ultime settimane si è infiammato il dibattito sul tema del risanamento del tunnel autostradale del San Gottardo. Non poteva essere altrimenti per un massiccio mitico che risveglia da sempre forti emozioni nell’animo dei cittadini svizzeri e in particolare di noi ticinesi, poiché “la via delle genti” rappresenta un pilastro imprescindibile della coesione nazionale. Benché sia naturale e salutare che il dibattito politico si sviluppi attorno a due schieramenti opposti e parecchio agguerriti, è fondamentale che l’analisi politica – e di conseguenza il voto – si concentri su fatti certi e accertabili, senza lasciarsi trascinare da racconti di fantasia.
La prima leggenda, vero e proprio cavallo di battaglia dei contrari al risanamento, profetizza che lo stesso aumenti la capacità della galleria autostradale e con essa il traffico sulle strade. Ma questo non accadrà! La Costituzione svizzera e le nostre leggi, infatti, lo proibiscono. Come previsto dalle attuali norme di sicurezza sia stradali che ferroviarie, i veicoli viaggeranno finalmente su una sola corsia all’interno dei due tunnel separati fisicamente (chi di noi non ha mai gettato uno sguardo preoccupato sulla corsia in senso contrario?). Io stesso, abitando alle radici del San Gottardo, sarei il primo a oppormi a strade e autostrade maggiormente trafficate, e come me molti altri concittadini, leventinesi e non. Se poi le future generazioni vorranno modificare la capacità della galleria, dovranno lanciare un’iniziativa popolare, raccogliere le firme necessarie e ottenere poi la maggioranza di consensi della popolazione e dei Cantoni. Verrebbe da dire: è il sistema elvetico, bellezza! Il nostro segreto, la nostra grande forza. Per questo mettere in dubbio la certezza di questa procedura significa svilire l’essenza stessa della nostra – invidiata – democrazia diretta.
La seconda leggenda narra che votare “no” al risanamento migliorerà la situazione viaria nel Sottoceneri. Anche questo però non accadrà! Le code e gli intasamenti giornalieri sulle strade del Mendrisiotto e del Luganese sono direttamente legati al traffico interno e transfrontaliero, che negli ultimi dieci anni è raddoppiato fino a raggiungere oltre 50mila veicoli al giorno. A questo proposito il Consiglio di Stato si sta impegnando per cercare soluzioni volte a diminuire il traffico a sud del Ticino, ben consci che il problema non giunge dal San Gottardo.
La leggenda numero tre sostiene che, in fondo, “la situazione non è grave come ci dicono, il risanamento del San Gottardo non è necessario”. Chi lo afferma probabilmente sottovaluta che un’infrastruttura realizzata negli anni 70 del secolo scorso non può più garantire gli attuali standard di sicurezza. I fatti dicono infatti che servono interventi sostanziali, da eseguire comunque al più tardi entro il 2035. In politica occorre tuttavia essere pragmatici e previdenti, anticipando gli eventi proprio perché è lo stesso Ufficio federale delle strade che sottolinea come sia sufficiente un incidente grave per generare un incendio che da solo potrebbe accelerare il sensibile peggioramento infrastrutturale, imponendo un brusco anticipo della chiusura totale. Bocciare il progetto del Consiglio federale significa spingere il nostro Cantone nelle mani dell’incertezza.
Leggenda numero quattro, “ça va sans dire”, i soldi. In termini finanziari, i contrari hanno escogitato alternative miracolose, in grado di farci risparmiare parecchi soldi. In realtà, invece, costruire un secondo tunnel significa investire 2,8 miliardi di franchi per una soluzione definitiva – quindi lungimirante – ai futuri risanamenti, necessari ogni 30-40 anni. L’“autostrada viaggiante”, per contro, ci farebbe spendere 1,7 miliardi per ogni risanamento, poiché dovrà essere ricostruita a nuovo e poi smantellata. Una soluzione inefficiente e precaria con notevoli ripercussioni, soprattutto sul nostro territorio.
Infine, quinta e ultima leggenda, che si potrebbe definire la “leggenda tecnologica” delle soluzioni perlomeno futuristiche come i “guardrail retrattili” e i veicoli autonomi, in grado fra pochi anni di risolvere i problemi di sicurezza dell’attuale tunnel. In questo contesto non possiamo però permetterci di giocare con ipotesi tecnologiche che attualmente non danno sufficienti garanzie. Relativizzare l’esigenza di separare i due sensi di marcia continua a costare vite umane. Dal 1980 a oggi nella galleria autostradale del Seelisberg i morti registrati con l’utilizzo monodirezionale dei due tunnel sono 3, contro i 36 morti del San Gottardo.
Da sempre mi batto per la sicurezza del cittadino, quando egli è nella sua abitazione così come quando è alla guida di un veicolo. Il tunnel di risanamento è quindi la soluzione migliore per il Ticino e per la Svizzera. Sfatiamo dunque queste leggende, che minano la vera e solida storia del nostro Paese e del nostro Cantone incarnata dal nostro San Gottardo. Per questo motivo, il sottoscritto e il governo vi invitano il prossimo 28 febbraio a votare un convinto “sì” al risanamento del San Gottardo (e allo smantellamento dei miti).