Comunicato stampa
Si è svolta ieri nel tardo pomeriggio a Bellinzona la 26ma Conferenza cantonale consultiva sulla sicurezza, che riunisce in un tavolo politico sotto la direzione del capo del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, i responsabili dei competenti dicasteri dei comuni Polo ticinesi (Lugano, Bellinzona, Locarno, Mendrisio, Chiasso, Ascona e Biasca). Piatto forte della riunione è risultata la presentazione del Rapporto finale del Gruppo di lavoro “Polizia Ticinese”. Un documento che sarà pure presentato a tutti i comuni e che, nella sua versione consolidata, verrà in seguito sottoposto al Consiglio di Stato.
Dopo aver discusso su alcuni punti di carattere essenzialmente tecnico, trattati dal comandante della Polizia cantonale, Matteo Cocchi e dal comandante della Polizia comunale di Lugano e rappresentante dei comandanti delle Polizie Polo, Roberto Torrente, il Direttore del Dipartimento Norman Gobbi, assieme al capo della Sezione degli enti locali Marzio Della Santa, ha presentato il rapporto “Polizia Ticinese”. Gli obiettivi generali del progetto, ricorda Norman Gobbi, sono quelli di migliorare l’assetto della sicurezza interna nel Cantone, rendendolo più efficiente ed efficace, nonché di armonizzare i costi e aumentare la professionalità nella gestione dei Corpi di polizia. Il gruppo di lavoro, presieduto dal segretario generale del Dipartimento delle istituzioni, Luca Filippini, ha compiuto un’analisi di dettaglio delle collaborazioni tra la polizia cantonale e le polizie comunali e ha considerato i principi della Riforma Ticino 2020, che nelle intenzioni vuole perfezionare un sistema istituzionale performante, lineare e trasparente, che rafforzi la capacità di azione soprattutto a livello locale.
La soluzione scaturita dal Gruppo di lavoro “Polizia Ticinese” propone una nuova ripartizione dei compiti tra i livelli istituzionali cantonale e comunale, per massimizzare l’efficienza, riducendo potenziali sovrapposizioni e una nuova organizzazione tra i vari livelli, per assicurare una governance più efficace. “Due sono i punti forti di questa soluzione – afferma Gobbi: da un lato la conferma e la rivalutazione del ruolo delle polizie comunali, attraverso l’assunzione di competenze di primo piano e direttamente percepibili dai cittadini. Il secondo punto è il chiaro focus sulla strategia della prossimità, da ricoprire in primo piano dalle polizie comunali”.
Il documento sarà presentato prossimamente a tutti i comuni, attraverso due “sessioni”: una destinata ai comuni con Corpi di Polizia, l’altra a favore di quei comuni che ne sono privi. Il rapporto nella sua versione consolidata dopo questi incontri verrà consegnato al Consiglio di Stato. Il lavoro effettuato in stretta collaborazione con i rappresentanti dell’Associazione dei Comuni ticinese (ACT) ha il merito di rappresentare una valida soluzione che valorizza sia i compiti delle Polizie comunali sia quelli della Polizia cantonale. Il rapporto rappresenta una solida base per affrontare con maggiori conoscenze anche la discussione all’interno del Parlamento sull’eventuale costituzione di una Polizia unica in Ticino.