La capacità di affrontare i cambiamenti e coinvolgere la popolazione è stato il tema del quarto Simposio tra Cantone e comuni
“Il nostro sistema democratico sta vivendo una crisi, è un dato di fatto. Basta guardare la risposte dei cittadini alle urne anche su temi che li toccano in prima persona, come la votazione sull’imposta di circolazione quando ha votato solo il 35% della popolazione che poteva farlo”. È da questa riflessione del consigliere di Stato Norman Gobbi che si è aperto il quarto Simposio sui rapporti tra Cantone e comuni. L’evento svolto all’auditorium della scuola cantonale di commercio di Bellinzona davanti a 200 persone ha permesso di riflettere sulla capacità delle istituzioni pubbliche di affrontare i cambiamenti, sia quelli dettati da emergenze che da tendenze decennali. Gli spunti raccolti, fa sapere il Dipartimento delle istituzioni che ha promosso l’iniziativa, confluiranno negli approfondimenti per la revisione totale della Legge organica comunale, che sarà sviluppata durante la Legislatura cantonale 2023/2027 e per la revisione della formazione rivolta agli enti locali.
Il Simposio è cominciato con gli interventi del brigadiere e neo divisionario dell’esercito Maurizio Dattrino, della psicologa della Polizia cantonale Marina Lang, del professore e ricercatore presso il Zentrum für Demokratie Aarau (Zda) Francesco Veri e il professore della facoltà di diritto all’Università di Friburgo Adriano Previtali. I loro interventi si sono concentrati sui fattori che possono rendere un comune più solido in tempi di crisi. Il presidente del governo Claudio Zali e Norman Gobbi hanno poi sottolineato l’importanza di fare tesoro dell’esperienza maturata durante gli ultimi tre anni dalle istituzioni pubbliche nella gestione delle diverse crisi ed emergenze che si sono presentate.
La giornata si è poi conclusa con una tavola rotonda moderata da Marzio Della Santa e alla quale hanno preso parte i Consiglieri di Stato Gobbi, Raffaele De Rosa, Christian Vitta e Manuele Bertoli, nonché i sindaci Claudia Canova, Corrado Nastasi, Emanuele Stauffer e il municipale Filippo Lombardi. Il focus della discussione è stato messo in particolare sui requisiti che le istituzioni politiche locali devono soddisfare per essere resilienti, con particolare riferimento al coinvolgimento della cittadinanza nella definizione delle politiche volte ad assicurare un livello sostenibile della qualità di vita residenziale.
Da www.laregione.ch
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«Il dialogo rimane la carta vincente»
Cambiamenti e resilienza al centro del simposio sui rapporti tra Cantone e Comuni
Si è tenuta ieri all’auditorium della Scuola cantonale di commercio di Bellinzona la quarta edizione del Simposio sulle relazioni tra Cantone e Comuni, a cui hanno partecipato circa 200 persone. L’evento, voluto dal consigliere di Stato Norman Gobbi, ha permesso di riflettere sulla capacità delle istituzioni pubbliche di affrontare i cambiamenti, siano essi dettati da emergenze o da tendenze decennali. Gli spunti raccolti durante l’evento confluiranno negli approfondimenti per la revisione totale della Legge organica comunale, che sarà sviluppata durante la prossima legislatura, e per la revisione della formazione rivolta agli enti locali. Nel suo intervento, Gobbi ha sottolineato l’importanza dei momenti di dialogo con le diverse realtà comunali. «Non si deve pensare che rimangano fini a sé stessi. Abbiamo raccolto molti spunti, considerazioni, e anche alcune critiche». Il tutto, ha proseguito il direttore del DI, «ci porterà nel prossimo quadriennio a proporre anche una revisione della LOC, ammodernandola e riconoscendo che i Comuni ticinesi sono differentemente strutturati tra loro». Nella discussione di ieri pomeriggio, non è mancata una riflessione sugli ultimi tre anni, pesantemente condizionati dalla crisi pandemica. «Gli strascichi di questa situazione non consistono unicamente nella crisi finanziaria. Hanno messo alla prova i cittadini e la nostra capacità di resilienza». Non è un caso, ha detto Gobbi, che i cittadini non vanno più a votare e al contempo contestano le decisioni delle autorità con il referendum. Anche per questo il DI ha avviato una serie di progetti che «vogliono migliorare la partecipazione della cittadinanza, la conduzione e la gestione del Comune». Per uscire da situazioni di crisi come quella degli ultimi anni, ha concluso Gobbi, «bisogna essere coerenti, saper lavorare insieme, saper trovare soluzioni utili. Il dialogo rimane la ricetta vincente».
Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 3 febbraio 2023 del Corriere del Ticino
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Il rapporto tra cittadino e Comune al centro di un simposio
https://www.rsi.ch/play/tv/redirect/detail/15989668
Servizio all’interno dell’edizione di giovedì 2 febbraio 2023 de Il Quotidiano
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Gobbi: “Covid, guerra e crisi energetica hanno messo in difficoltà il nostro sistema democratico”
Il Consigliere di Stato è intervenuto al Simposio sui rapporti tra Cantone e Comuni, portando un’analisi delle conseguenze di un momento molto difficile che ha “messo a dura prova la resilienza”. Come se ne esce? “Coerenza e dialogo”
La democrazia è in crisi, la gente non va più a votare ma al contempo contesta le scelte dei Governi. Il concetto espresso da Norman Gobbi nel suo discorso al Simposio sui rapporti tra Cantone e Comuni è di quelli forti. Le cause sono gli anni difficili che si stanno vivendo, ma come uscirne? “Bisogna essere coerenti, saper lavorare insieme, saper trovare soluzioni utili e avere un’ottima qualità delle relazioni interne. Il dialogo rimane la ricetta vincente”, non ha dubbi.
Inizialmente il Consigliere di Stato ha fatto il punto su quanto discusso. “Quando parlo di rapporti tra il Cantone e i Comuni, nell’immaginario comune ticinese – perdonatemi il gioco di parole – si pensa al progetto Ticino2020. È vero si tratta di un importante riforma che presto giungerà – finalmente – a un punto di svolta con l’avvio di una consultazione. Ma, in realtà, io mi riferisco a 360 gradi ai rapporti tra i due livelli istituzionali. Un tema al quale – da quando sono diventato Consigliere di Stato ormai 12 anni fa – ho sempre prestato particolare attenzione e che ho reso concreto grazie a una serie di azioni mirate: gli eventi – tra cui quello odierno – organizzati annualmente, le visite che sto svolgendo nei Comuni ticinesi accompagnato dal Capo Sezione Marzio Della Santa e dalle sue collaboratrici e dai suoi collaboratori, la consulenza che sempre più la SEL offre agli enti locali, e la revisione della formazione per renderla più efficace”
E non ha dubbi sull’utilità di “questi momenti di dialogo e di scambio, che non rimangono fini a sé stessi: e non si tratta nemmeno di un esercizio alibi. Abbiamo raccolto molti spunti, molte considerazioni, alcune critiche e anche dei sentiti ringraziamenti per il lavoro che abbiamo svolto come Dipartimento, soprattutto durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria. Il tutto ci porterà nel prossimo quadriennio a proporre anche una revisione della Legge organica comunale (LOC), ammodernandola e riconoscendo che i Comuni ticinesi sono differentemente strutturati tra loro. Così anche il momento di oggi per me, per noi, diventa di fondamentale importanza. Infatti a breve inizierà una discussione alla quale parteciperà una delegazione del Consiglio di Stato, alcuni rappresentanti dei Comuni e il professor Francesco Veri che la maggior parte di voi ha potuto ascoltare durante il pomeriggio sul tema della crisi della democrazia. È davvero un momento unico e privilegiato dove sono sicuro emergeranno considerazioni e suggestioni costruttive che a noi serviranno per calibrare le riforme che stiamo portando avanti con e per gli enti locali”.
A suo avviso, però, il focus non può che essere l’attualità, con gli strascichi delle decisioni prese dai Governo nell’ultimo periodo. “Siamo partiti dalla crisi sanitaria che ci siamo lasciati alle spalle ma le cui conseguenze sono visibili ancora oggi. Le persone e le istituzioni hanno dovuto reagire e prendere delle decisioni per il bene della collettività. Scelte imperative – diranno alcuni – ma che dovevano essere prese. Ci stavamo lasciando alle spalle la pandemia e lo scoppio del conflitto in Ucraina e la crisi energetica che ne è conseguita hanno inciso ancora una volta sull’operato delle Autorità e hanno messo a dura prova la nostra capacità di adattamento. Gli strascichi di questa situazione non consistono unicamente nella crisi finanziaria che stiamo attraversando. Hanno messo alla prova i cittadini – pensiamo soprattutto ai nostri giovani – anche sotto l’aspetto educativo, sociale e psicologico. E hanno messo a dura prova la nostra capacità di resilienza”, spiega.
Con evidenti riflessi anche sulla democrazia: “Il nostro sistema democratico sta facendo fatica. Guardiamo la risposta dei cittadini alle urne anche su temi che li toccano in prima persona – come la votazione sull’imposta di circolazione quando ha votato solo il 35% degli aventi diritto di voto – e guardiamo cosa succede con i referendum locali. Il nostro sistema democratico sta vivendo una crisi, è un dato di fatto. Da una parte i cittadini non vanno a votare e dall’altra contestano le decisioni delle autorità avvalendosi del diritto di referendum”.
“Anche per questo il mio Dipartimento – avvertiti i primi campanelli di allarme – ha avviato una serie di progetti come il “Buon Governo” e la “Responsabilità sociale dei Comuni” che vogliono migliorare la partecipazione della cittadinanza, la conduzione e la gestione del Comune. Attraverso questi progetti si vuole rilanciare il nostro sistema di democrazia diretta, adeguandolo a una società che si muove in maniera diversa rispetto al passato, rendendolo capace di gestire cambiamenti sempre più simili a delle crisi. D’altra parte un’istituzione pubblica si può dire resiliente nella misura in cui riesce anche a cogliere le opportunità che si celano dietro il cambiamento. E mentre mi avvio alla conclusione del mio intervento, lasciatemi un’ultima considerazione che si basa sulla mia esperienza politica che mi ha permesso di militare in tutti i livelli istituzionali del nostro sistema federale. Si tratta di un punto di vista privilegiato che mi ha fatto conoscere a fondo il funzionamento delle nostre istituzionali comunali, cantonali e federali”, aggiunge, lanciando poi la sua ricetta per uscire dal momento difficile: “Sulla scorta di questo prezioso bagaglio posso affermare che per uscire da situazioni di crisi come quelle vissute negli ultimi tre anni, come ha evidenziato Marzio Della Santa nel suo intervento introduttivo, bisogna essere coerenti, saper lavorare insieme, saper trovare soluzioni utili e avere un’ottima qualità delle relazioni interne. Tutti questi elementi ci hanno permesso di affrontare e uscire dallo stato di emergenza. Ed è di questo che è importante parlare oggi. Il dialogo rimane la ricetta vincente e per questo ritengo di assoluta importanza investire energie e tempo in momenti come quello odierno”.
Da liberatv.ch