Intervista al direttore delle Istituzioni Norman Gobbi sulle aggregazioni. E la Riviera? ‘Per ora sì all’unione senza Biasca’
di Alan Del Don
Due distretti alle prese con la fusione. Non è il titolo di un romanzo né di un film. È il destino inevitabile di Riviera e Leventina. Finora solo nella Media valle, in quest’ultimo caso, l’aggregazione è andata in porto con la nascita – in due fasi, 2004 e poi sette anni più tardi – di ‘Faido’. Per il resto i cantieri sono aperti. Sono tre, attualmente: Bassa ed Alta Leventina e fra Lodrino, Iragna, Osogna e Cresciano più a sud. Ne abbiamo discusso con il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi . Leventinese Doc, essendo nato a Faido e cresciuto a Quinto, dove è stato pure municipale. La chiacchierata prende spunto dai recenti sviluppi sul tema. Partiamo proprio dalla regione che ha dato i natali al quasi 36enne ministro leghista.
Il Consiglio comunale di Prato Leventina, prima di Natale, ha praticamente ‘sconfessato’ il Municipio chiedendogli di attivarsi nello studio che valuti la fusione con Airolo, Quinto, Dalpe e Bedretto come peraltro auspica il governo (entro il 2016). Il Legislativo ha pertanto domandato all’Esecutivo di prendere contatto con il Consiglio di Stato per capire qual è la strategia per il rilancio della valle nell’ambito della fusione. In pratica il plenum vuole che Bellinzona giochi a carte scoperte mettendo sul tavolo i benefici del matrimonio allargato (posti di lavoro? Contributo cantonale importante? Nuovi insediamenti? Aiuti dalla Nuova politica regionale?). Insomma, qual è la vostra strategia, ministro?
«Sulla Leventina il Consiglio di Stato ribadisce innanzitutto lo scenario, prefigurato la scorsa estate, di una valle a tre comuni (Bassa Leventina, Media Leventina ed Alta Leventina). Per l’Alta valle il Cantone sostiene un’aggregazione fra i comuni di Airolo, Bedretto, Dalpe, Prato Leventina e Quinto. Durante il faccia a faccia avvenuto in giugno con i cinque municipi avevo incontrato alcune resistenze sia fra i rappresentanti di Bedretto e di Dalpe, ma anche in quelli di Prato Leventina. Mi compiaccio ora per quanto emerso dal Consiglio comunale di quest’ultimo Comune, poiché Airolo e Quinto, il cui progetto è in corso da tempo, si attendono un concreto e sostanziale segnale dal Cantone per un allargamento del progetto agli altri enti locali dell’Alta valle. La presa di posizione del Legislativo di Prato è particolarmente forte e permetterà al governo di mettere in atto una vera strategia di rilancio per l’Alta Leventina, a condizione tuttavia che lo scenario possa essere allargato anche ai restanti due comuni. Quasi per assurdo, la Leventina risulta oggi, dopo l’Onsernone e la Rovana, la regione periferica che ha maggiormente subito lo scotto demografico. Per invertire questa situazione è necessario rilanciare l’economia locale e di conseguenza promuovere l’insediamento di nuove famiglie. Il Dipartimento ed il Consiglio di Stato, attraverso il Piano cantonale delle aggregazioni – su cui ci stiamo attualmente chinando – intendono mettere in atto gli strumenti per poterlo fare concretamente, anche con misure dirette».
La richiesta di chiarire la strategia, sul tema delle aggregazioni, è emersa anche in occasione dell’ultimo Consiglio comunale di Biasca. Il Borgo, come è noto, è rimasto ‘scottato’ dopo la bocciatura popolare del 5 giugno 2011 del progetto a tre con Iragna e Pollegio. Nel frattempo gli altri comuni del Distretto fanno sul serio (Lodrino, Iragna, Osogna e Cresciano; Preonzo ha deciso di guardare a sud), tanto che nei primi mesi del 2013 inoltreranno formale istanza di aggregazione al governo. E Biasca, Comune polo, rimarrà esclusa? Il Consiglio di Stato cosa intende fare? Magari fare ‘pressione’ sui quattro comuni citati poc’anzi affinché integrino nel loro progetto pure il Borgo?
«Ritengo che in prospettiva Biasca ricopra già oggi la funzione di polo per l’intero Alto Ticino, essendovi qui allocati diversi uffici cantonali e prossimamente anche l’Ufficio del registro di commercio cantonale. Al momento attuale non sembrano tuttavia esserci tutte le premesse per una soluzione di un Comune unico in Riviera. Lo dimostra l’atteggiamento dei comuni limitrofi, che sembrano seriamente voler privilegiare un’aggregazione circoscritta fra Lodrino, Iragna, Osogna e Cresciano. Si tratta di uno scenario fattibile».