Comunicato stampa
Il dialogo, la conoscenza reciproca e l’approfondimento dei principali cantieri in corso sono al centro degli incontri organizzati dal Dipartimento delle istituzioni con alcuni Comuni del Cantone per rafforzare la vicinanza tra la realtà cantonale e quella comunale. Iniziata nel giugno 2018 con Stabio, la serie è proseguita – dopo 11 tappe – venerdì 1° marzo con Castel San Pietro.
Il direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, ha aperto la riunione sottolineando senso e scopo: “Vogliamo sentire dalla viva voce di chi si mette a disposizione della collettività con spiccato senso civico ciò che va bene e ciò che va meno bene. È la conferma dell’importanza che il mio Dipartimento conferisce a tutte le realtà comunali per stabilire e mantenere un contatto diretto, sul campo, che poggi sullo scambio di informazioni senza mediazione. Il tutto ci permetterà di capire con maggiore precisione cosa sia il Comune ticinese e quale ruolo può avere e deve assumere nel prossimo futuro”.
Castel San Pietro è tra i Comuni ticinesi protagonista di un’aggregazione. Sono ormai già passati 15 anni (si era nella primavera del 2004) da quando Castel San Pietro si unì con gli ex Comuni di Monte e Casima e con la frazione Campora di Caneggio, posta sulla sponda destra della Valle di Muggio. Castello ha una realtà territoriale molto vasta, arrivando sino in vetta al Generoso, ospita alcune ottime aziende, e fonda la sua forza sulla qualità residenziale che può offrire ai suoi abitanti.
Ma qual è la posizione del Municipio sull’ipotesi inserita nel Piano Cantonale delle Aggregazioni (PCA) che prospetta un Comune unico per tutto il Mendrisiotto? E quali sono le criticità nei rapporti Cantone-Comune che emergono dall’esperienza diretta vissuta amministrando Castel San Pietro? Due domande dirette poste dal direttore del Dipartimento Norman Gobbi e dal capo della Sezione degli enti locali, Marzio Della Santa, alla quale i municipali presenti hanno risposto con franchezza e in maniera diretta. “Per ora – è la sintesi fatta dalla sindaca Alessia Ponti – crediamo che Castel San Pietro sia un Comune con buone potenzialità e progettualità e che non ha bisogno di aggregarsi con altri. Possiamo offrire ai nostri cittadini buoni servizi e una qualità di vita invidiabile. Il Comune unico potrebbe rappresentare, in questo momento, una realtà troppo grande, che ci farebbe perdere le nostre peculiarità: essere un Comune accogliente, vivibile e con un buona qualità di vita”.
Quali sono invece le critiche che il Municipio di Castel San Pietro si sente di muovere al Cantone, inteso come entità politica, e ai servizi dell’amministrazione cantonale? Domande, ha spiegato il capo della Sezione degli enti locali Marzio Della Santa, che servono per definire meglio i futuri rapporti tra Cantone e Comuni. “Sostanzialmente – ha sottolineato la sindaca Ponti – ci rendiamo conto che abbiamo sempre meno margine per fare politica, visto che l’80 per cento della spesa corrente viene assorbita da compiti imposti dal Cantone o dalla Confederazione. Ci sentiamo un po’ lo sportello del Cantone”. Ma come allora migliorare questa situazione? Per il Municipio di Castel San Pietro il Cantone dovrebbe sì definire il quadro generale di un compito, senza però stabilire per filo e per segno tutte le modalità e i processi che portano a espletare tale compito. Le esemplificazioni dell’Esecutivo hanno toccato, per esempio, la legge edilizia, la pianificazione, la legge sulle commesse pubbliche, la scuola e l’azione a favore degli anziani.
“Si è trattato di un incontro molto positivo e schietto. È proprio ciò che vogliamo, per capire meglio come saranno i Comuni ticinesi di domani”, ha concluso il Consigliere di Stato Norman Gobbi.