Il Consiglio di Stato mette i paletti per la futura casa della Giustizia

Il Consiglio di Stato mette i paletti per la futura casa della Giustizia

Dopo il no popolare all’acquisto dello stabile EFG, l’Esecutivo ha dato luce verde alla pianificazione logistica per il comparto del Luganese
Il gruppo di lavoro ha suddiviso autorità e servizi in quattro «blocchi» distinti
Tra i punti fermi, la separazione tra l’autorità giudicante e quella inquirente

Quattro blocchi distinti per il comparto della Giustizia del Luganese e la realizzazione di un nuovo penitenziario cantonale sul piano della Stampa a Cadro. La pianificazione logistica della Giustizia compie un decisivo passo avanti. Dopo la bocciatura in votazione popolare dell’acquisto dello stabile EFG, il Consiglio di Stato ha infatti dato luce verde agli indirizzi strategici per la riorganizzazione del terzo potere. Secondo informazioni da noi raccolte, il Governo ha accolto le conclusioni elaborate dal gruppo di lavoro creato per trovare una soluzione logistica dopo il no popolare all’acquisto dell’ex Banca del Gottardo.

I quattro blocchi
Contrariamente al progetto della cosiddetta «Cittadella della Giustizia», che prevedeva la concentrazione in un unico spazio di diverse autorità, uffici e servizi, il gruppo di lavoro – coordinato dalla Divisione della giustizia e composto da rappresentanti del Dipartimento delle istituzioni, del Dipartimento delle finanze e dell’economia così come dal Consiglio della Magistratura – ha identificato per il comparto della Giustizia del Luganese quattro «blocchi» distinti. Nel primo troverà spazio la «filiera penale», ossia: Ministero pubblico (Lugano), Ministero pubblico (attuale sede distaccata di Bellinzona), Magistratura dei minorenni, Ufficio del Giudice dei provvedimenti coercitivi e Polizia cantonale (Gendarmeria e Polizia giudiziaria). Nel secondo blocco, quello del «Tribunale d’appello (seconda istanza giudiziaria) », ci saranno la Sezione di diritto civile, la Sezione di diritto pubblico, la Corte di appello e di revisione penale (CARP) e una sede dell’Ordine degli avvocati. Nel terzo blocco – «Preture e Preture di protezione (prima istanza giudiziaria) » – troveranno posto la Pretura di Lugano e la futura Pretura di protezione di Lugano. Da ultimo, il quarto blocco – «Servizi amministrativi»ospiterà l’Ufficio di esecuzione, l’Ufficio dei fallimenti e l’Ufficio del registro fondiario. Per quanto riguarda il Tribunale penale cantonale (TPC), il Consiglio della Magistratura e l’Ufficio dell’incasso delle pene alternative, il gruppo di lavoro ha indicato che «potenzialmente» troveranno casa in un luogo separato dai quattro blocchi. In particolare, il TPC seguirà una pianificazione a sé stante, «contestualmente al più ampio tema di riforma dell’Autorità penale di prima istanza, che sarà oggetto di un’apposita decisione d’indirizzo del Consiglio di Stato». Tale riforma è in fase di valutazione contestualmente alla richiesta di potenziamento dei magistrati della Pretura penale e all’estensione delle sue competenze giudicanti, oggi attribuite per legge al TPC.

I prossimi passi
Identificati e approvati gli indirizzi strategici, ora occorrerà anche ragionare sul futuro dell’attuale Palazzo di Giustizia di via Pretorio e dello stabile Bossi che devono essere, come noto, completamente rinnovati a causa della situazione strutturale. In particolare, nel corso del 2025, il gruppo di lavoro dovrà coordinare l’allestimento di uno «studio di fattibilità » sugli scenari logistici, identificando le sedi provvisorie per le autorità e i servizi che oggi si trovano al loro interno. E parallelamente dovrà identificare l’ubicazione definitiva degli stessi, nonché quantificare costi e tempi di realizzazione. Sarà inoltre fondamentale – ha ribadito il gruppo di lavoro – che i nuovi spazi tengano conto degli standard logistici dell’Amministrazione cantonale e delle necessità legate al progetto nazionale di digitalizzazione della Giustizia («Justitia 4.0»). In questa fase, il gruppo di lavoro coinvolgerà le autorità e gli uffici interessati, in modo da identificare al meglio le necessità di ciascuno.

I principi guida
Se la destinazione finale dei quattro blocchi deve ancora essere individuata, il gruppo di lavoro, nell’allestire il piano logistico del comparto della Giustizia del Luganese, ha tuttavia tenuto conto di alcuni principi guida. In generale, le autorità giudiziarie di prima e di seconda istanza saranno separate, così come le autorità giudiziarie penali e quelle del perseguimento penale. Ma soprattutto le autorità inquirenti – ossia Ministero pubblico, Magistratura dei minorenni, Polizia cantonale e Ufficio del giudice dei provvedimenti coercitivi – dovranno non solo essere ubicate nel medesimo edificio ma anche «nelle vicinanze delle strutture carcerarie ». Nel documento tale decisione viene motivata dallo «stretto legame, in termini di efficienza operativa, del settore esecuzione pene e misure con l’attività delle autorità giudiziarie e di polizia che hanno sede a Lugano».

Infine, per quanto riguarda il Tribunale d’appello, da un lato è prevista un’ubicazione logistica unica, comprendente anche la CARP che attualmente si trova a Locarno; dall’altro, in ogni caso, tenuto conto dell’ipotesi di riforma delle autorità penali di prima istanza, il Tribunale penale cantonale e la Corte di appello e di revisione penale dovranno trovare posto in «blocchi separati».


Da sapere

Un carcere ormai a fine ciclo

Inaugurato nel 1968
Il carcere della Stampa fu inaugurato l’8 agosto 1968. Il penitenziario fu suddiviso in quattro padiglioni indipendenti: la prima sezione (carcere giudiziario) di 48 posti; la seconda (primari) di 30; la terza (recidivi) di 51; la quarta (carcere femminile) di 18. Il credito votato dal Gran Consiglio fu di 7 milioni. L’opera fu sussidiata dalla Confederazione con oltre 3 milioni. Quasi subito emersero problemi di spazio a causa dell’aumento della popolazione carceraria.

Le tre sezioni attuali
Attualmente le strutture carcerarie cantonali comprendono: il carcere penale della Stampa (140 celle), il carcere giudiziario della Farera (88 posti) e la sezione aperta dello Stampino (31 camere).

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Penitenziario cantonale, la nuova struttura sorgerà alla Stampa
Dopo aver vagliato diverse opzioni, il Consiglio di Stato ha optato per il sedime a Cadro
Il costo stimato si aggira attorno ai 130 milioni di franchi

Il secondo grande capitolo riguardante la pianificazione logistica del comparto della Giustizia del Luganese riguarda però anche il nuovo penitenziario cantonale. Non solo perché la «filiera penale», ossia il blocco 1, dovrà sorgere «nelle vicinanze» delle strutture carcerarie (come indicato dal gruppo di lavoro), ma anche perché il Governo – svolti gli approfondimenti del caso – ha ritenuto che il nuovo penitenziario cantonale debba sorgere sul sedime di proprietà dello Stato, sul piano della Stampa. La necessità di costruire un nuovo carcere, in realtà, è nota da tempo, visto che quello attuale – inaugurato nel 1968 – «è giunto a conclusione del proprio ciclo di vita strutturale ». Le valutazioni per identificare la nuova ubicazione sono partite nel 2018. Ora, come detto, il Governo ha concluso che «il mantenimento dell’ubicazione del carcere penale presso l’attuale sedime di proprietà dello Stato costituisce la variante ottimale», essendo quest’ultima «sostenibile e concretizzabile» per una serie di fattori, tra cui i vincoli pianificatori, l’accettazione politica, l’idoneità territoriale, l’ubicazione favorevole per il personale e per gli addetti ai lavori e, non da ultimo, la vicinanza del carcere penale con quello giudiziario e con quello aperto. A questo punto, il Dipartimento delle istituzioni, d’intesa con la Sezione della logistica, è stato autorizzato a riattivare il progetto di edificazione del nuovo complesso carcerario cantonale sul piano della Stampa. Secondo una stima approssimativa – considerando le attuali esigenze di posti cella – il costo per un nuovo penitenziario potrebbe aggirarsiattorno a 130 milioni di franchi. La Confederazione, secondo nostre informazioni, è stata informata della decisione del Consiglio di Stato; e ciò con l’intento di ottenere il sussidio alla costruzione da parte dell’Ufficio federale di giustizia, nella misura del 35% della spesa, come previsto dalla legge federale.

Articoli pubblicati nell’edizione di mercoledì 27 novembre 2024