Da www.liberatv.ch
Le misure entreranno in vigore da domani alle 19. Nei ristoranti si potrà consumare solamente da seduti e bisognerà lasciare i nomi.
“Il lockdown è proprio l’ultima ratio”, sottolinea Gobbi
Dopo parecchio tempo, a causa dell’aumento di casi di Covid, tornano le conferenze stampa del Governo: presenti oggi a Palazzo delle Orsoline Norman Gobbi, Presidente del Consiglio di Stato, Raffaele De Rosa, Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità e Giorgio Merlani, Medico cantonale.
Gobbi: “Noi sempre attenti”
“Il Consiglio di Stato durante l’estate ha monitorato continuamente l’evoluzione epidemiologica”.
De Rosa: “Ci preoccupano diversi fattori”
“Stiamo vivendo una situazione che è diventata seria e anche preoccupante. Abbiamo una crescita dei nuovi casi positivi a un livello elevato. Ci preoccupa anche l’accelerazione, soprattutto negli ultimi tre giorni. Anche il tasso di positività è cresciuto, ora è tra il 5% e il 7%, è aumentato anche a livello nazionale dove siamo attorno al 10%. Ulteriori elementi che devono far riflettere sono quelli dei casi sconosciuti: prima i casi di cui non si rintracciava l’origine del contagio erano pochi, adesso sono aumentati e questo fa capire quanto la diffusione sia meno controllata. Mi preoccupa anche la diffusione dei contagi presso le fasce di età a rischio. Prima venivano contagiati i giovani e gli under 40, adesso vengono contagiato anche gli over 60 e 70, categorie particolarmente a rischio di complicazioni”.
“Abbiamo avuto anche l’aumento della mobilità, non solo nei trasporti ma anche sociale. Una persona si sposta sul territorio anche a livello sociale, frequentando diversi aumenti, aumentando il mescolamento sociale. Lo vediamo nel numero di quarantene per caso. A febbraio, marzo, aprile, per ogni caso avevamo diverse quarantene, nella fase del lockdown eravamo scesi a 1 o 2 contatti, con la distanza fisica molto rispettata, ora siamo risaliti a doppia cifra di quarantene per caso. Non da ultimo, anche la situazione nazionale desta molta preoccupazione, così come quella dei paesi vicini, vedesi la Francia. Questo mi porta a dire che la domanda non è da porsi se arriverà una seconda ondata ma quando e quale sarà la nostra capacità di gestirla”.
“Segnalo che ci sono state una quarantena di classe del post obbligo, due per frequentatori di locali pubblici e due per squadre non professionistiche. Stiamo andando verso la stagione fredda, dove aumentano i raduni al chiuso. Sta arrivando anche l’influenza stagionale, difficile da gestire col Covid. Abbiamo deciso di adottare una serie di misure importanti di cui parlerà Gobbi”.
“Gli obiettivi sono la tutela della salute della popolazione, imprescindibile anche per tutelare l’economia e la società. Importantissimo è frenare la crescita dei contagi. È fondamentale che riusciamo anche a salvaguardare il contact tracing che è molto sotto pressione. Dobbiamo restare nella fase di contenimento della malattia, come è ora”.
“Segnale due risoluzioni governative: la conferma del sistema sanitario di prontezza, col dispositivo a blocchi di 7 letti di cure intense e 10 per casi acuti, e il rinnovo del sistema dei check point che è stato molto prezioso. Ci sarà l’aggiornamento della nuova campagna di sensibilizzazione, anche verso i giovani, con l’importanza dell’intergenerazionalità, dato che cominciamo a vedere delle positività negli over 65 e over 70, e anche verso chi è a rischio. Abbiamo sempre parlato di maratona, ci sono momenti di crisi, di frustrazione, bisogna tener duro e applicare quanto imparato: distanza, uso della mascherina quando non si può avere la distanza, l’igiene delle mani”.
Gobbi: “Ecco le misure, il lockdown è l’ultima ratio”
“I maggiori contatti sociali portano a un numero accresciuto di persone in quarantena, tolte dalla formazione e dal posto di lavoro, effetti che vogliamo mitigare. Abbiamo preso diverse decisioni che vanno a aggiungersi a quelle in vigore, da domani alle 19”.
“Restano vietati gli assembramenti con più di 30 persone nello spazio pubblico. Viene decretata la chiusura di discoteche, sale da ballo e club, visto che in questi ambiti ci sono stati parecchi contatti, e hanno portato a molte quarantene. In tutte le strutture della ristorazione è ammessa solo la consumazione al tavolo, o al posto assegnato in caso di stadi. Bisogna prendere il nome dei presenti, almeno uno per tavolo, per favorire il contact tracing”.
“Per il personale impiegato nella ristorazione va tenuto un piano di lavoro per il contact tracing, potranno mettere solo le mascherine facciali e non più le visiere in plastica. Le strutture della ristorazione dovranno mettere a disposizione le liste 7 giorni su 7. L’estate ha mostrato come grazie all’uso della mascherina la fiducia della clientela e dei turisti è stata positiva, abbiamo vissuto un’ottima estate con pochi casi”.
“Sarà obbligatorio usare la mascherina negli spazi commerciali anche per la clientela. Una novità già introdotta in altri Cantoni, ora è arrivato il momento di attuarlo anche da noi, pensando anche alla diffusione della normale influenza. Bisognerà mettere a disposizione dei disinfettanti all’interno dei negozi. Vogliamo garantire i piani di protezione all’interno di queste strutture, con la disinfezione regolare di sportelli, cestini, carrelli. L’uso della mascherina resta fortemente raccomandato in tutte le situazioni quando non si ha la distanza sociale, così come nelle auto familiari se non si appartiene a un gruppo regolarmente a contatto. La mascherina non risolve tutto, bisogna tener presente anche le altre norme igieniche”.
“Un’ulteriore novità è per gli eventi. Quelli a cui partecipano più di 300 persone dovranno essere autorizzate dal Comune e dal gruppo grandi eventi, per poter verificare il contact tracing e i piani di protezione. Il Cantone gestisce quelli sopra i 1’000 presenti, questi spettano al Comune. Durante l’evento valgono regole strette, ma bisogna fare attenzione anche all’esterno delle strutture, perchè a quel punto è difficile ricostruire i contatti. Se il virus si diffonde velocemente, aumentano gli ospedalizzati e le persone in cure intense e noi vogliamo evitare di mettere in sovraccarico le strutture sanitarie, che comunque continuano a essere pronte, così come i check point. L’obiettivo è di evitare il peggioramento della situazione e un ritorno a quanto vissuto durante i mesi più difficili”.
“Abbiamo già pensato alle prossime misure se queste non bastassero. Andranno a restringere ma non a chiudere. Il lockdown è l’ultima ratio, se non c’è un comportamento corretto. Richiamiamo alla libertà individuale di tutti. L’obiettivo è non chiudere”.
“Con comportamenti individuali scorretti la situazione peggiore: lo Stato, i Cantoni, i Comuni possono fare molto, se il singolo pensa di poter fare quello che vuole non va bene, il suo comportamento impatta su tutti. L’auspicio è che tutti noi torniamo a essere consapevoli come durante questa primavera, che il nostro comportamento impatta sulla collettività”.
“Sono previsti controlli delle autorità, perchè abbiamo avuto più segnalazioni di disattenzioni, dalla messa a disposizione del disinfettante al porto corretto delle maschere. Il rispetto delle regole contribuisce a gestire la situazione”.
Merlani: “Rapida risposta del Consiglio di Stato un buon segnale”
“Ci aspettavamo che potevano salire i casi ma ci ha sorpreso la rapidità. Se fino a settimana scorsa eravamo sempre sotto i 10 casi, da lunedì c’è stato un aumento, un raddoppio ogni tre giorni, in maniera non molto prevista e prevedibile, accompagnato dall’aumento della positività sui testati”.
“Non possiamo stabilire su tutti da dove proviene il contagio. Prima il 90% erano per il rientro dalle vacanze, ora questo dato è sceso: almeno la metà dei casi non sappiamo dire dove sono stati contagiati. Abbiamo dei positivi tra quelli in quarantena, abbiamo focolai nello sport e nei locali di divertimento, anche negli uffici ecc. Non dobbiamo far sì che il virus circoli libero nella comunità. Chiedo ai medici di testare, isolare, contattare i sospetti. Se abbiamo sintomi asteniamoci dal lavoro, chiamiamo il dottore, facciamo il test e stiamo a casa fino al risultato del test”.
“Le probabili cause dell’aumento? La stagione ha avuto un influsso, il fenomeno è simile in tutta la Svizzera, mentre prima c’erano alcuni Cantoni in cui c’erano focolai e altri in cui non c’erano. Dobbiamo pensare che ci possa essere qualcosa a livello globale che abbia un impatto, di sicuro il clima c’entra. Una causa è il cambiamento del clima, la gente si è trovata al chiuso e non all’aperto. Un altro aspetto sono le vacanze di autunno in vari Cantoni svizzeri, portando a un rimescolamento tra vari Cantoni e potrebbe in parte spiegare l’aumento”.
“Fondamentale è che a questa rapidità di aumento si è assistito a una reazione rapida del Consiglio di Stato, che mi ha ascoltato subito. Una risposta netta e rapida è un bel segnale anche per la popolazione. Le belle giornate in termini di clima e epidemiologici sono finite, dobbiamo rimettere in campo quanto imparato per convivere con maggior tranquillità possibile con la situazione. Non a caso abbiamo visto che l’aumento dei numeri ha un piccolo impatto sia in termini di diffusione del virus. Una risposta immediata può portarci a rallentare”.
“Nel contact tracing l’obiettivo era restare sotto i 100, a livello svizzero. Adesso sono già dieci volte superiori alla capacità, la prima cosa che mi sento di dire è ringraziare chi lavora nel contact tracing. Umanamente il limite non è infinito, perchè il carico di lavoro diventa maggiore e i tempi si allungano, se le persone da chiamare sono sempre di più, aumentando anche il rischio. Ma non possiamo mettere in quarantena ogni volta mezzo Ticino. Dobbiamo tornare a maggior attenzione”.
“Non perchè le attività non sono vietate vuol dire che dobbiamo farle tutte. Usiamo la nostra libertà in maniera controllata, non abusiamone, altrimenti le misure diventano restrittive sulle nostre libertà”.
De Rosa: “Nelle case anziani anche la solitudine è un problema”.
“Case anziani? Avevamo chiuso per proteggere gli anziani dal virus ma anche la solitudine e l’isolamento facevamo male. Bisogna trovare un equilibrio. Anche le singole case e direzioni possono mettere delle misure autonome, persino la chiusura in caso di casi”.
Merlani:”Mi spezzerebbe il cuore dover richiudere le case anziani”
“Le aperture delle case anziano non sono temerarie ma proporzionate. Abbiamo acquisito ulteriori conoscenze e sono convinto che le persone sono coscienti del rischio di portare il virus in struttura, nessuno è così temerario di abbassare la mascherina o nascondere sintomi. Se dovessero aumentare troppo i casi, siamo pronti a tornare alla situazione di prima, mettendo uno stop. Mi spezzerebbe il cuore dopo due settimane dall’apertura dover richiudere”.
“Non dobbiamo vietare a nessun turista di venire da noi. Bisognerà rispettare in maniera rigorosa le misure. Se chiediamo alla gente di venire in sicurezza si può fare”.
“La strategia è di testare il più possibile. Tutto il mondo cerca di tracciare e si torna in una situazione con forte richiesta e forte crescita. Noi stiamo cercando di aumentare la capacità dei test: non solo farlo, ma formare chi deve farlo, sapere quando, dove, il tampone va inviato e analizzato da un laboratorio con macchinari e persone adeguate, il risultato va comunicato. Bisogna potenziare tutto, per esempio lascia perplessi pensare che abbiamo reagenti solo per due settimane. Dobbiamo lavorare tutti, discutere su come aumentare le capacità. Non vorrei fare passi indietro, tornando a testare solo persone con sintomi importanti, rischiando di contenere molto meno”.
Gobbi: “Siamo pronti a sanzionare”
“Già in passato abbiamo fatto controlli dando sanzioni, ci sono procedure giudiziarie in corso. Come sempre si passa dal richiamare l’attenzione a sanzionare”.
“Nei locali erotici si può garantire il tracciamento, ma dato che dovendo effettuare i controlli e segnando i nomi non ci sarà più privacy e quindi andranno a chiudere da soli”.
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Da www.rsi.ch/news
Mascherine obbligatorie nei negozi
Giro di vite del Consiglio di Stato nella lotta contro il coronavirus dal 9 ottobre – Chiuse discoteche, club e sale da ballo
Mascherine obbligatorie nei negozi e nei centri commerciali e discoteche, club e sale da ballo chiuse dal 9 ottobre alle ore 19.00 fino al 30 ottobre. Sono due delle misure più incisive decise dal Consiglio di Stato ticinese, che oggi ha comunicato con una conferenza stampa una serie di misure per combattere l’impennata da contagi di coronavirus registrata sia a livello cantonale che nazionale negli ultimi giorni.
Inoltre l’Esecutivo ha decretato che, sempre dal 9 ottobre, in tutte le strutture della ristorazione e ammessa unicamente la consumazione al tavolo. Sempre per quanto concerne questo settore economico è decretato l’obbligo di un piano di lavoro per il personale della ristorazione e il porto di una mascherina chirurgica.
Per gli edifici scolastici e di formazione continuano invece a valere le disposizioni degli specifici piani di protezione. L’uso delle mascherine rimane per il resto fortemente raccomandato.
Queste misure, ha sottolineato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, durante la conferenza stampa a Bellinzona, sono necessarie per tutelare la salute della popolazione e anche l’economia. “È una maratona: occorre tenere duro, tenere alta la guardia e continuare ad applicare la distanza sociale, lavarsi frequentemente le mani e usare la mascherina quando non si può tenere la distanza”, ha aggiunto De Rosa.
“Se il virus si diffonde troppo velocemente aumenta anche il numero di ospedalizzate e di persone ricoverate in terapia intensiva: l’obbiettivo delle nuove misure è di non sovraccaricare la sanità ticinese”, ha dichiarato il presidente del Governo Norman Gobbi. Se le nuove misure appena varate non basteranno, ha aggiunto Norman Gobbi, “altre misure verranno implementate. Il lockdown, tuttavia, rimane “l’ultima ratio”.