‘Il Cantone ci sarà, ma vuole un Comune forte’

‘Il Cantone ci sarà, ma vuole un Comune forte’

Per Norman Gobbi l’aggregazione permetterà di far fronte ai crescenti bisogni dei cittadini

Posizioni chiare quelle ribadite durante l’ultima serata informativa in vista della votazione consultiva popolare per l’aggregazione della Bassa Leventina. Unitamente al Consigliere di Stato Norman Gobbi, lunedì sera i quattro sindaci si sono dati appuntamento per fornire alla popolazione ulteriori spunti di riflessione per il voto del 13 febbraio che indirizzerebbe la bassa valle verso un unico ente locale di 2’900 abitanti denominato Sassi Grossi.
Il no di Pollegio: ‘Dovremmo guardare oltre’. In una gremita palestra Fantin di Giornico la parola è passata subito ai sindaci per una rapida presentazione della posizione dei Municipi. «Il Municipio e il Consiglio comunale di Pollegio hanno detto no all’aggregazione perché non sono stati convinti dal rapporto della commissione di studio. Noi tutti, per l’interesse dell’intera regione, dovremmo guardare oltre e porci obiettivi ben più ampi, ragionare in termini di policentri. Con un comune di 3’000 abitanti è impossibile raggiungere gli obiettivi individuati da questo studio aggregativo», ha affermato il sindaco di Pollegio Igor Righini lasciando intendere che la volontà di Pollegio sarebbe eventualmente quella di allargare il discorso a Biasca, ma senza passare prima da un’aggregazione ‘intermedia’. «Non stiamo voltando le spalle alla Bassa Leventina, ma occorre guardare il territorio dall’alto e saperlo riconoscere. A me pare sbagliato non essere capaci di sintetizzare l’area industriale di Bodio-Giornico e unirla a quella di Biasca, fare un tutt’uno con un modello politico che sia anche in sintonia con la pianificazione del territorio cantonale», ha sottolineato Righini, contrario dunque a un’eventuale prima aggregazione della bassa valle per poi tendere la mano a Biasca. «Le infrastrutture e i centri d’interesse stanno tutti lì dove non si vuole guardare. Ritengo che in un contesto aggregativo, per quanto riguarda Pollegio non si possa fingere e volgere solo lo sguardo su quelli che sono i confini distrettuali negando le realtà e le infrastrutture territoriali». Diverso il parere degli altri sindaci. A Personico, dove l’esecutivo è favorevole al contrario del Consiglio comunale, «si tratta di capire se si vogliono cogliere delle opportunità oppure andare avanti da soli sapendo però che sarà sempre più difficile: penso alla necessità di risorse economiche e umane e al peso di un comune di 350 abitanti che, senza fusione, continuerà a essere tale – ha sottolineato il sindaco Emilio Cristina –. In futuro è evidente che l’unione farà la forza e dobbiamo quindi affrontarlo con una realtà più allargata. A Personico dobbiamo trovare opportunità fuori dal nostro perimetro, come ad esempio la zona industriale, l’area di servizio e altri progetti di entità regionale e non comunale». «Abbiamo una zona industriale che già oggi conta 500 dipendenti, un importante indotto fiscale e tanti progetti che stanno nascendo. La scelta sta nel continuare a gestirla sul territorio di tre Comuni, con tutte le debolezze e i problemi del caso, oppure creare un’entità comunale forte che possa scrivere un nuovo capitolo della zona industriale e ricavare le risorse affinché il nuovo ente unico possa marciare e funzionare», ha dal canto suo affermato Stefano Imelli, sindaco di Bodio dove Municipio e Cc sono favorevoli all’aggregazione. Anche il sindaco di Giornico Rosolino Bellotti (Municipio e Cc favorevoli) ha fatto leva sulla collaborazione già instaurata in particolare con Bodio e Personico. «Ciò che ci ha permesso di portare avanti quei dossier molto importanti che daranno sviluppo alla regione nei prossimi anni. Solo unendo le forze potremo ottenere qualcosa, altrimenti non riusciremo mai ad avere un peso politico a livello cantonale. Invito a considerare l’aggregazione come qualcosa che porterà un miglioramento, in particolare ottimizzando i servizi».

‘Cogliere le potenzialità’
È poi stato il turno del Consigliere di Stato e direttore del Dipartimento delle istituzioni (Di) Norman Gobbi: «Per la bassa valle le sfide sono quelle che conosciamo, a cominciare dall’evoluzione della popolazione che registra una forte emorragia dal 1995. Questo trend negativo significa che le potenzialità devono essere colte per valorizzare insieme e in maniera coordinata quanto è presente sul territorio. Nell’ambito scolastico e della formazione, per esempio, è importante garantire prossimità in tutti i quattro Comuni. Ma soprattutto c’è il tema del potenziamento dei servizi: la popolazione ha sempre maggiori richieste, pensiamo ad esempio agli asili nido per i quali il ruolo dei Comuni è accresciuto. Ci sono poi le risorse fiscali: se a livello cantonale sono comunque cresciute nel tempo, nella Bassa Leventina si sono un po’ stabilizzate. E quindi è importante capire che il potenziale di sviluppo va valorizzato anche attraverso un’aggregazione». In caso di ‘no’ in uno o più Comuni in occasione della votazione consultiva, «il Cantone sarà aperto al dialogo per trovare soluzioni che convengano a tutti».

‘Sostegno all’area di servizio non scontato’
«Viviamo in una regione economicamente disastrata», ha attaccato l’ex sindaco di Personico Ambrogio Bontadelli auspicando «con una certa ansia l’intervento dello Stato per porre rimedio alle diseguaglianze sempre più palesi in Ticino». Negli ultimi decenni il Cantone ha peccato di sostegno nei confronti della Bassa Leventina? «Lo Stato è presente, visto che i Comuni qui beneficiano sempre e comunque, anche domani, dell’aiuto e della solidarietà del Cantone e dei Comuni paganti nell’ambito della perequazione finanziaria. Questo punto è purtroppo sottovalutato. Perciò, attenzione a parlare di disparità», ha replicato Gobbi. Lo stesso Bontadelli ha espresso l’auspicio che giunga una buona notizia dal Consiglio di Stato sul contributo di 9 milioni (su un investimento totale di 12 milioni) che l’Area di servizio Sassi Grossi Sa fondata dai Comuni di Bodio, Giornico e Personico ha chiesto alle casse cantonali per realizzare il progetto denominato Green Station Ticino. Un contributo, ha avvertito Gobbi, non proprio scontato. «Pregevole e stimolante il progetto della Green Station, ma il CdS deve capire su quali basi legali può muoversi e valutare i reali rischi per il Cantone, che comunque incassa milioni dalle concessioni. Cantone che deve garantire una parità di trattamento a tutte le Sa. Credo che sia veramente importante capire che il tutto dovrà essere valutato attentamente per non creare un precedente». Dal governo, ricordiamo, la Sa aspetta una risposta entro Natale.
‘Divisi non si migliora’ Rispondendo ad altri dubbi sul sostegno del Cantone alla regione negli ultimi anni, Gobbi ha poi sottolineato che l’impegno «non è limitato alla perequazione, ma è continuo». Chiara allusione ai «5 milioni stanziati dal Cantone per permettere alla Tensol Rail di spostarsi da Piotta a Giornico, permettendo così alla Bassa Leventina di avere un’azienda che esporta prodotti in tutto il mondo». Ha poi ricordato che «senza risanamento della zona inquinata industriale necessario a realizzare il Centro di controllo veicoli pesanti, non ci sarebbe stato un miglioramento territoriale, ambientale e anche di mobilità in questa regione. Il Cantone – ha concluso Gobbi – non smobilita, ma stimola ed è stimolato dai nuovi Comuni. Il Cantone c’è e ci sarà, ma soprattutto vuole enti locali più forti in risposta ai bisogni crescenti: per gestire progetti, le richieste dei cittadini e creare opportunità. Se la bassa valle resta divisa, le cose non miglioreranno». Per Sassi Grossi il Cantone prevede un contributo di 5,4 milioni, di cui 2 per investimenti strategici, con la possibilità di sostenerne altri. «Come per la pista del ghiaccio di Faido: non era evidente ma si è trovata una soluzione».

Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 17 novembre 2021 de La Regione

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«Un potenziale da sfruttare grazie all’aggregazione»

BASSA LEVENTINA / Il consigliere di Stato Norman Gobbi assicura l’impegno del Cantone nel favorire lo sviluppo del Comune di Sassi Grossi – Favorevoli e contrari all’unione tra Pollegio, Personico, Bodio e Giornico a confronto nell’ultima serata pubblica prima della votazione consultiva del 13 febbraio

Riuscire ad elaborare, e poi realizzare, progetti di sviluppo diversi che da soli i singoli Comuni non sarebbero in grado di condurre in porto. Questo è, secondo Roland David, il valore aggiunto di un’aggregazione. L’ex sindaco di Faido ha illustrato l’esempio virtuoso della media Leventina con tutto quanto si è riusciti a concretizzare grazie all’unione a tappe di dodici Comuni, dal rilancio della stazione turistica di Carì alla copertura della pista di pattinaggio, senza dimenticare lo sviluppo della Cooperativa elettrica. Lo ha fatto lunedì durante la serata conclusiva in vista della votazione consultiva del 13 febbraio prossimo quando i cittadini di Pollegio, Personico, Bodio e Giornico dovranno esprimersi sul matrimonio fra i quattro Comuni della bassa valle. Un matrimonio che s’ha da fare, hanno ribadito con forza i sindaci Emilio Cristina (Personico), Stefano Imelli (Bodio) e Rosolino Bellotti (Giornico), proprio per tendere agli obiettivi che la media Leventina è stata in grado di centrare in termini di sviluppo economico e di creazione di posti di lavoro. Di tutt’altro avviso il loro omologo di Pollegio Igor Righini, il quale ha ancora una volta sostenuto che per raggiungere gli obiettivi di sviluppo riportati nello studio aggregativo è necessario pensare ad un Comune su un territorio più ampio: l’ideale sarebbe un’entità unica che raggruppi l’intera regione delle Tre Valli. Ma in questo senso, hanno obiettato gli altri oratori ed anche alcuni cittadini intervenuti durante la serata andata in scena in una palestra di Giornico gremita malgrado la concomitanza della partita di calcio della nazionale rossocrociata, la nascita del Comune Sassi Grossi può essere vista come un primo passo. Un primo passo che secondo Righini, rischierebbe però di vanificare per almeno 15-20 anni ogni possibilità di compierne altri. Insomma, niente di nuovo sotto il sole: le posizioni già espresse nelle precedenti serate pubbliche sono state confermate anche lunedì a Giornico.

Zona industriale importante
Quali sono, dunque, i progetti di sviluppo della bassa Leventina che potrebbero trovare concretizzazione grazie all’aggregazione? Li ha rammentati il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. Ad iniziare dal nuovo svincolo autostradale legato al Centro di controllo dei veicoli pesanti che consentirà l’accesso diretto all’area industriale. Quest’ultima, ha dal canto suo rammentato Imelli, è viva: offre 500 posti di lavoro e in vista vi sono investimenti milionari per svilupparla ulteriormente. Un processo, questo, che sarà più facile favorire grazie all’aggregazione, ha rimarcato il sindaco di Bodio. Per riuscire davvero ad invertire la tendenza, ha obiettato dalla sala l’ex sindaco di Personico Ambrogio Bontadelli, occorre un maggiore impegno del Cantone che in bassa Leventina è stato latitante, ad esempio quanto si era rivendicata la sede delle nuove Officine FFS all’ex Monteforno.

Chiesto l’esame di riparazione
Cantone, ha aggiunto Bontadelli, che è ora chiamato ad un esame di riparazione concedendo l’aiuto di 9 milioni di franchi (5 a fondo perso e 4 di prestito) chiesto dalla società anonima che Bodio, Giornico e Personico hanno costituito per realizzare l’area di servizio autostradale Green Station Ticino (vedi CdT dell’11 novembre). Il Cantone è presente e lo sarà anche in futuro, gli ha risposto Gobbi rammentando i contributi perequativi versati ai Comuni della bassa Leventina ed agli altri progetti (il Centro di controllo dei veicoli pesanti o la riconversione dell’ex Infocentro AlpTransit, per non citarne che due). E in caso di aggregazione, per il nuovo Comune di Sassi Grossi è previsto un contributo finanziario di 5,4 milioni, 2 dei quali da destinare ad investimenti strategici. Altri fondi potranno comunque essere versati a sostegno di progetti puntuali.

Green Station, aiuto da valutare
Pur definendolo un progetto pregevole e strategico, Gobbi ha poi evidenziato che l’eventuale sostegno finanziario del Cantone per la realizzazione della Green Station Ticino andrà valutato attentamente. Non va infatti dimenticato che per la gestione delle altre aree di servizio autostradale vengono attribuite delle concessioni milionarie in favore dello Stato.
Conclusa anche l’ultima serata informativa, ora la palla passa ai cittadini di Pollegio, Personico, Bodio e Giornico che il prossimo 13 febbraio diranno se il matrimonio a quattro s’ha da fare.

Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 17 novembre 2021 del Corriere del Ticino