Il Consiglio di Stato ha deciso di allentare i provvedimenti per le grandi manifestazioni al chiuso.
Rimangono il 2G e la mascherina – Gobbi: «Non è però un liberi tutti» – I club: «Felici, ma è una corsa contro il tempo»
Buone notizie per i tifosi di hockey: le curve non sono più off-limits. Il Consiglio di Stato ha deciso di allentare le restrizioni per i grandi eventi sportivi e culturali al chiuso con più di mille spettatori.
Sparisce così il limite di capacità nelle piste, che potranno tornare alla piena occupazione. «Dopo che il Consiglio federale mercoledì ha deciso di non inasprire i provvedimenti per i grandi eventi, e tenuto
conto del fatto che in Ticino la situazione epidemiologica è in linea con quanto accade nel resto del Paese, diventava poco giustificabile continuare a mantenere alcune misure che avevamo preso in via precauzionale qualche settimana fa», spiega il direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi. Del resto, i provvedimenti decisi dal Governo lo scorso 4 gennaio rappresentavano un unicum a livello svizzero. «E osservando la
situazione negli altri cantoni, abbiamo notato che l’apertura delle curve non ha creato particolari problemi, quindi ci è sembrato ragionevole abolire le restrizioni anche da noi».
«Un’apertura controllata»
Malgrado il numero di infezioni nel nostro cantone si mantenga elevato, secondo il Consiglio di Stato si può guardare alla situazione epidemiologica con maggiore ottimismo. «I contagi rimangono alti, sì, ma il carico sulle strutture sanitarie finora è stato inferiore a quanto ci potessimo aspettare. E questo è un aspetto che dobbiamo tenere in considerazione», aggiunge Gobbi. Attenzione, però, perché «non si tratta di un liberi tutti, ma piuttosto di un’apertura controllata», dice Gobbi. Gli spettatori dei grandi eventi sportivi e culturali al chiuso, infatti, dovranno continuare a esibire un certificato di vaccinazione o di guarigione (la regola del 2G), e indossare la mascherina. Inoltre, la consumazione di cibi e bevande potrà avvenire solo nelle strutture della ristorazione, dove restano in vigore le disposizioni federali.
Il sollievo di Ambrì e Lugano Ambrì e Lugano, dopo il via libera del Governo, potranno quindi tornare a riabbracciare i propri tifosi già da domani e, soprattutto, nell’atteso derby di giovedì prossimo. L’HCL aveva scritto lunedì alle autorità chiedendo di poter beneficiare delle stesse regole in vigore per gli altri club di National League. «Volevamo una parità di trattamento e siamo estremamente felici che il nostro invito sia stato accolto», spiega Marco Werder, CEO del Lugano. Di un «grande sollievo» parla Nicola Mona, direttore generale HCAP. «Ogni restrizione porta in dote delle inevitabili conseguenze, anche a livello finanziario». Tuttavia, secondo Mona, non tutto si è risolto con la decisione comunicata ieri: «Sotto alcuni aspetti, in particolar modo legati alla gastronomia, dovremo comunque continuare a fronteggiare difficoltà non indifferenti.
«Organizzarsi non sarà facile»
La decisione del Consiglio di Stato arriva a due giorni dai prossimi impegni casalinghi dei due club. Domani alla Gottardo Arena l’Ambrì ospiterà il Davos, mentre alla Cornèr Arena giungerà il Berna. E organizzarsi non sarà facile. «Saremo operativi già da domani con le nuove disposizioni», dice Werder. «Ma questo richiederà un grande sforzo organizzativo». Gli fa eco Mona, che spiega: «Dovremo contattare – una ad una – centinaia di persone. Non è chiaramente una soluzione ideale, ma ormai ci abbiamo fatto il callo a questi continui cambiamenti e alla conseguente necessità di adattamento in tempi brevissimi».
Un continuo adattamento
Quello di ieri non è che l’ennesimo cambio di rotta imposto dalle autorità negli ultimi due anni di pandemia. «Lavorare così è sfiancante e stressante. Ma questo vale per noi come per chiunque altro. L’unica certezza che abbiamo è che non ci sono certezze», rileva il direttore generale dei biancoblù. Dello stesso avviso anche il CEO bianconero: «È difficile orientarsi, ma ormai ci siamo abituati a queste riorganizzazioni repentine». A farne le spese, oltre alle società sportive, sono i tifosi, spesso disorientati dal continuo evolvere dei provvedimenti. «Come noi, anche gli spettatori devono costantemente tenersi informati e conformarsi alle restrizioni in vigore. Purtroppo, però, anche questo rientra nella “nuova normalità”».
Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 21 gennaio 2022 del Corriere del Ticino