Dal Mattino della domenica l L’Unione Europea si sfalda di fronte ai flussi migratori. L’Unione Europea sta dimostrando tutta la sua mancanza di compattezza e solidarietà tra i singoli stati proprio nel momento in cui la crisi dei flussi migratori sta raggiungendo il suo apice. L’Italia, già alle prese con una devastante crisi economica che sta tagliando le gambe a milioni di persone, viene lasciata completamente sola di fronte agli sbarchi e alle migliaia di persone approdate sulle coste del vec chio continente.
Il sistema delle quote e l’inganno
I vertici di Bruxelles hanno sbandierato ai quattro venti la volontà di ripartire il numero di migranti tra i vari paesi dell’Unione sulla base di alcuni fattori come il PIL, il numero di abitanti e il numero di disoccupati, ma dalle promesse si è passati ad un inganno generalizzato nei confronti dei due paesi che per primi sono colpiti dalla nuova “invasione”: Italia e Grecia. La Francia non ha esitato a bloccare del tutto il confine con l’Italia pattugliando i valichi con guardie armate e pronte a sparare. Negli ultimi giorni sembra addirittura che la Francia stia approfittando della situazione per scaricare sul bel paese migranti che nulla hanno a che vedere con la situazione di crisi nel Mediterraneo.
Il rifiuto generalizzato nell’Europa dell’est
I paesi dell’Europa centro orientale, più conservatori di quelli occidentali e con un economia più fragile rifiutano senza troppi complimenti le quote imposte da Bruxelles. I problemi riscontrati ad esempio in Francia o Gran Bretagna, con ampie fette della popolazione immigrata che non cerca nemmeno di integrarsi, rilanciando così il discorso sulla falsità della società multiculturale, non vuole essere riprodotto in Polonia od Ungheria e Budapest ha ordinato la costruzione di muro al confine con la Serbia per cercare di bloccare le entrate illegali nel paese. Naturalmente Bruxelles ha bacchettato il piano, ma la risposta di Viktor Orban, Primo Ministro del paese, non lascia dubbi sulle intenzioni: “Ci sono altri muri in Europa per arginare le entrate. Noi continuiamo col nostro progetto”. Naturalmente la popolazione magiara ha accolto con entusiasmo la volontà di portare a termine il progetto e la determinazione del suo Primo Ministro nell’affrontare quella che sembra sempre di più una “disunione europea”.
La barca è piena
Se i politici ben pensanti credono di poter continuare sulla strada imposta dall’Unione Europea, l’errore che stanno commettendo è sotto gli occhi di tutti. In questi mesi Bruxelles ha dimostrato di non avere nessuna coesione in materia di politica interna ed estera. Chi dunque vorrebbe veramente fare parte di questo disastro continentale sull’orlo del collasso? A Milano sono stati registrati CENTINAIA DI CASI DI SCABBIA, per non citare tubercolosi, epatite e altre malattie infettive che i migranti portano con sé in Europa, dato che non esiste nessuna forma di controllo sanitario una volta arrivati in Italia o Grecia. Addirittura a Chiasso le Guardie di Confine hanno confermato la presenza di alcuni casi della malattia della pelle.
La Svizzera e il caso Ticino
La situazione tra il Ticino e Berna assomiglia sotto a certi aspetti a quella tra Bruxelles e le nazioni dell’Europa mediterranea: Bellinzona ha chiesto di poter gestire il numero di migranti in modo autonomo e la sospensione della libera circolazione, ma le autorità federali hanno gridato “No!”, un po’ come Bruxelles si comporta con i paesi dell’Europa mediterranea. Il Consigliere di Stato Norman Gobbi ha messo in campo tutto il suo peso politico, affermando che bisognerà intensificare i controlli con il presidio costante dei valichi di confine. Gobbi si è addirittura spinto oltre affermando “Dobbiamo porci delle domande di fondo e chiederci se in futuro saremo ancora in grado di gestire un flusso così importante di migranti o se non sarà il caso di rimandarli sui loro passi, affinché aprano una procedura per la richiesta d’asilo in Italia da dove arrivano.”
GL