Con immutato piacere prendo la parola, a nome del Consiglio di Stato e quest’anno anche nelle vesti di suo Presidente, per portare il saluto dell’Autorità cantonale all’Assemblea generale dell’Alleanza patriziale.
Si tratta di un appuntamento tradizionale e al contempo estremamente significativo per i Patriziati ticinesi e, in particolare, per l’ente mantello che li rappresenta, l’ALPA. Da quando ho il piacere e la responsabilità di dirigere il Dipartimento delle istituzioni è questa la quinta assemblea generale cui presenzio. Dall’assemblea del 2011 non molto lontano da qui, a Tesserete in Capriasca, a quella del 2012 ad Ascona, in riva al Lago Maggiore, al consesso tenutosi l’anno successivo in Alta Valle di Blenio, a Olivone, all’assemblea dell’anno scorso in Lavizzara a Prato Sornico (in un clima quasi invernale, ma riscaldato dalla viva partecipazione, vorrei quasi dire dalla passione, di centinaia di amministratori patriziali), quest’anno l’assemblea generale dell’ALPA, organizzata dai Patriziati di Scareglia, Certara, Cimadera, Colla e Piandera che voglio anche io ringraziare, ha luogo in Valcolla. Ho voluto elencare le località che hanno ospitato le ultime cinque assemblee non per puro spirito di cronaca, bensì per sottolineare come questo peregrinare su e giù per il Ticino sia oltremodo significativo della capillare presenza dei Patriziati in tutto il Cantone. Non vi è certo particolare bisogno, di fronte a questa platea, di ricordare e dare risalto al ruolo fondamentale degli Enti patriziali quali testimoni e sentinelle della nostra storia e identità ticinese. L’ho evidenziato più volte in passato e credo di poter dire che oggi, come e forse ancor di più che in passato, i Patriziati si stanno assumendo a pieno titolo questo ruolo e queste responsabilità.
La strategia cantonale in ambito patriziale, che si fonda sulla Legge organica patriziale del 1995 ed è stata ulteriormente rafforzata con la revisione parziale del 2013, si prefigge l’obiettivo primario di confermare e consolidare il ruolo dei Patriziati quali partner affidabili ed efficienti dei Comuni, in modo particolare nella gestione del territorio, cioè della principale e più preziosa risorsa del nostro Cantone. Questo concetto, semplice e intrigante al contempo, perché rappresenta una sfida a costantemente migliorarsi per assolvere sempre meglio e con maggiore efficacia un reale servizio di pubblica utilità, l’ho espresso e ribadito in più occasioni e in diversi contesti. Posso dire senza timore di smentita che questi obiettivi siano integralmente condivisi anche dal vostro ente mantello, l’Alleanza patriziale, che accompagna l’Autorità cantonale, ognuno nel rispetto dei suoi compiti e delle sue competenze, nel costante lavoro di consolidamento dei Patriziati nel panorama istituzionale ticinese. Proprio per far seguire i fatti alle parole e fornirvi quindi gli strumenti per assolvere gli importanti compiti che la legge vi affida, oltre a rendere operativo il nuovo Fondo per la gestione del territorio e a confermare il fondamentale ruolo di aiuto agli investimenti del Fondo di aiuto patriziale, a partire da quest’anno abbiamo allestito un percorso formativo specifico per gli amministratori patriziali. Grazie a una sinergia tra il Centro per la formazione degli enti locali (CFEL) e i miei collaboratori della Sezione degli enti locali, infatti, hanno avuto inizio questa primavera i corsi di formazione incentrati in particolare sul governo del Patriziato e della sua assemblea e sulle novità in ambito contabile. A quest’ultimo riguardo occorre sottolineare come l’introduzione obbligatoria della contabilità a partita doppia con conto degli investimenti rappresenti un passo importante, fors’anche difficoltoso per alcuni Patriziati, ma indispensabile per una vera gestione finanziaria degli enti patriziali secondo i criteri della pubblica amministrazione. I miei collaboratori mi riferiscono che la rispondenza a questi corsi di formazione è molto buona, ciò che rappresenta un ottimo viatico per il miglioramento dell’efficienza amministrativa dei Patriziati.
Citavo poc’anzi il vero e proprio ruolo di servizio pubblico svolto dagli amministratori patriziali. Desidero soffermarmi un momento su questo concetto, ricco di significati e di stimoli per il presente e per il futuro. Conservare, utilizzare, salvaguardare e promuovere i beni d’uso comune – il nostro magnifico territorio in primis – con spirito viciniale e a favore della comunità, come prescrive l’articolo 1 della LOP, rappresenta a non averne dubbi un compito di grande valenza pubblica. Si tratta di un vero e proprio servizio al Paese, che testimonia la riconoscenza verso gli insegnamenti, la storia, i sacrifici, le lotte e le conquiste di chi ci ha preceduti e che giustifica al contempo l’esistenza e l’importanza, oggi e domani, dei Patriziati ticinesi. In una società globalizzata, perennemente connessa con tutto il mondo e che pare non avere più confini, ma che al tempo stesso – quasi paradossalmente! – genera frequenti episodi di ripiegamento su sé stessi, nel segno di un individualismo il più delle volte miope, mi piace pensare all’impegno quotidiano di tutti noi, uomini e donne al fronte nei nostri Patriziati, come una forma semplice ma quanto mai preziosa e sincera di servizio alla comunità. Con le nostre conoscenze, con l’attaccamento alle nostre tradizioni, al nostro territorio e ai suoi beni, con la passione che infondiamo nelle nostre azioni pubbliche in seno ai nostri Patriziati esplichiamo un importante servizio al nostro Paese.
I Patriziati, in misura probabilmente ancora più importante di altri Enti pubblici, sono sorretti da importanti slanci ideali e da una fondamentale componente di volontariato. Questa è una risorsa preziosissima, da conservare e tramandare. Per farlo occorre continuare ad alimentare quel “sacro fuoco” che anima tanti cittadini patrizi e ricordare però anche, nel medesimo tempo, che le regole del gioco sono quelle del diritto pubblico, di una comunità che affronta assieme, e a beneficio di tutti, le sfide della salvaguardia, della gestione e della promozione del patrimonio patriziale. La funzione del Patriziato deve quindi essere anche quella di riferimento culturale e sociale per una società che anche in Ticino tende a dimenticare le sue origini, a disattendere le sue tradizioni e a non sempre promuovere i valori fondamentali della convivenza civile.
In questo contesto, gli enti patriziali rivestono un ruolo fondamentale nell’affermazione e nella difesa dell’identità locale. Eredi in linea diretta delle antiche comunità viciniali, i Patriziati ticinesi più di ogni altro Ente istituzionale incarnano i valori di attaccamento al territorio, alla comunità e alle sue tradizioni, la capacità di affrontare con spirito viciniale – lo ricorda l’articolo 1 della LOP! – e cioè con solidarietà comunitaria, le sfide cui devono fare fronte le nostre comunità, oggi e domani come ieri. Se in passato tali valori identitari si traducevano nella volontà (ancor prima che nella capacità) di affrontare, assieme, le prove imposte da una natura molte volte anche aspra nell’ambito di un’economia agricola e forestale di sussistenza, oggi difendere e promuovere l’identità patriziale significa anzi tutto conoscere, apprezzare e preservare le nostre origini e la lungimiranza di chi ci ha preceduti e continuare quindi a mettersi a disposizione come voi fate – molto spesso in maniera totalmente volontaria, senza alcun tornaconto personale – per l’amministrazione dei Patriziati ticinesi.
Questi riferimenti appaiono tanto più importanti, quanto in altri ambiti istituzionali devono essere promossi progetti di riforma, in particolare attraverso le aggregazioni, per dare più forza, efficienza e autonomia ai Comuni. Il processo di aggregazione dei comuni non tocca direttamente i patriziati, nel senso che non si sta promuovendo di pari passo anche l’aggregazione dei patriziati (i cui comprensori in moltissimi casi coincidevano con quelli dei vecchi comuni). È pur vero che anche in ambito patriziale, laddove la richiesta proviene dal basso, il Cantone accompagna e sostiene, tramite la Sezione degli enti locali, le istanze di aggregazione. Proprio in questi mesi hanno infatti visto la luce il nuovo Patriziato di Aranno, Cimo e Iseo e quello di Castel San Pietro (frutto dell’unione tra l’omonimo Ente e quelli di Monte, Casima e Campora). Nella maggior parte dei casi, tuttavia, le aggregazioni comunali, indispensabili sul piano politico e istituzionale soprattutto nelle regioni periferiche ma sempre più necessarie anche in contesti urbani, non sono accompagnate da analoghe fusioni tra Patriziati. In tale contesto, questi ultimi assumono quindi un ulteriore e importante ruolo di legame per le comunità, fondato su valori culturali e storici condivisi, sullo sviluppo di iniziative culturali, su una gestione del territorio attenta alle tradizioni e ai significati storici e di identità. Sempre più numerose – lo testimonia l’incremento delle istanze al Fondo di aiuto patriziale e per la gestione del territorio – sono le iniziative promosse dai patrizi in numerosi comuni del Cantone che, attraverso interventi sul patrimonio alpestre, agricolo, forestale e di sentieri, investimenti di ristrutturazione e di manutenzione di immobili, promozione di studi e pubblicazioni, mantengono vivo e presente lo spirito vicinale su cui si è fondata la nascita e l’esistenza degli enti patriziali.
La sfida presente e futura che attende i Patriziati ticinesi, oltre all’imperativo di un’accresciuta efficienza amministrativa quale requisito di una sana gestione pubblica, sarà perciò quella della collaborazione concreta ed efficace con i Comuni. È una prova affascinante e imprescindibile, qui in Valcolla, quartiere della Grande Lugano, come nel resto del Cantone, a beneficio di tutta la comunità. Non è una sfida facile da affrontare, tuttavia confido che i Patriziati ticinesi, accompagnati, sostenuti e – se necessario – anche richiamati al loro dovere dall’Autorità cantonale, oltre che ovviamente dall’ALPA, sapranno raccoglierla e portarla a buon compimento con la passione che da sempre li contraddistingue.
Discorso pronunciato dal Presidente del Consiglio di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi in occasione dell’Assemblea generale 2015 dell’Alleanza Patriziale Ticinese (ALPA) il 13 giugno 2015 – Fa stato il discorso orale –