Dal Mattino delle domenica.
Il direttore del Dipartimento delle istituzioni: “Per la sicurezza abbiamo fatto molto, vedrete i risultati!”. La campagna elettorale è già nel vivo, ma Norman Gobbi ha altro a cui pensare. Il tema della sicurezza è costantemente in primo piano e il Direttore del Dipartimento delle Istituzioni sta preparando alcune riforme che saranno presentate nelle prossime settimane. Incontriamo quindi il “4×4 della politica”, come Gobbi si è simpaticamente autodefinito sul suo sito www.vais.ch , nel suo ufficio a Bellinzona, tra una riunione di lavoro e l’altra…
Norman Gobbi, come procede la sua campagna elettorale?
Direi bene, anche se a dire il vero sono più impegnato a portare avanti i lavori del mio Dipartimento, quindi mi dedico a quella che può essere considerata campagna elettorale solo nel tempo libero. Ed è giusto così, non siamo pagati per farci pubblicità ma per lavorare per il bene del Cantone.
E in questo momento a cosa sta lavorando in particolare?
Alla riorganizzazione della Polizia, con un progetto che presenteremo proprio nei prossimi giorni. Fondamentalmente è una risposta alla richiesta della Lega e dei cittadini di avere un servizio di gendarmeria più vicino al territorio. Per questo abbiamo ritenuto opportuno un decentramento della Polizia, creando quattro regioni (Mendrisiotto, Luganese, Locarnese e Valli, Bellinzonese e Alto Ticino), integrando i reparti mobili e adattandoli alle esigenze di ognuna di queste zone. Un modo per rendere più presente ed efficiente il lavoro delle pattuglie.
Il tema della sicurezza è stato il filo conduttore del suo operato da Consigliere di Stato.
Ho voluto prendere in mano il dossier sicurezza del Ticino in maniera molto più ampia rispetto al passato. In questi ultimi anni, anche per via di Schengen, sono molto cambiati i bisogni della popolazione e quindi ho ritenuto necessaria una riorganizzazione della Polizia e della sua operatività. Un lavoro che ha richiesto tempo, ma che sta portando gli obiettivi prefissi e questo lo dicono i dati e le statistiche.
Eppure si dice che la sicurezza percepita sia diminuita.
Capisco i cittadini, soprattutto quelli delle zone di confine. Per questo abbiamo voluto lavorare non solo sull’aspetto operativo delle forze dell’ordine ma anche sulla comunicazione, con continue serate informative e di prevenzione in tutto il territorio. Ma vedrete che quando, a breve, avremo attivato tutte le misure a cui abbiamo lavorato, come il nuovo sistema informatico che permetterà un migliore coordinamento di tutte le pattuglie e il servizio di assistenza alle vittime di abusi, la situazione migliorerà sensibilmente. Tutto il resto sono chiacchiere da campagna elettorale di chi non vuole ammettere la bontà della riorganizzazione che ha avuto atto e della migliore collaborazione tra tutte le forze di polizia, che hanno permesso di ottenere percettibili risultati.
La grande domanda comunque rimane: quando torneranno i presidi alla dogana?
A una grande domanda, una grande risposta: stiamo dando seguito alla proposta di Roberta Pantani a Berna, predisponendo la chiusura dei valichi secondari durante la fascia notturna. Parlando di sicurezza percepita, i cittadini si sentiranno sicuramente più sicuri sapendo che la “porta di casa loro” rimarrà chiusa…
Quindi un lavoro coordinato tra i leghisti a Berna e quelli a Bellinzona…
Un gioco di sponda che funziona, a dimostrazione che la Lega sa dare le risposte che i cittadini cercano.
A proposito di gioco di squadra, come funziona la collaborazione con Claudio Zali?
Abbiamo dimostrato di saper condurre molte battaglie rimanendo uniti. Spesso ci troviamo 3 contro 2, perché la maggioranza relativa non basta. Il nostro lavoro è quello di convincere volta per volta i nostri colleghi nell’esecutivo, ovviamente nel pieno rispetto delle loro sensibilità e dei loro principi, in modo da raggiungere gli obiettivi.
Assieme a Zali, siete stati raffigurati come Bud Spencer e Terence Hill e come Asterix e Obelix. Quale versione preferisce?
Direi Obelix! Viene da un villaggio gallico e poi ha un carattere più buono, cercando sempre prima di fare le cose con le buone. Ma poi passa all’azione! Io non meno le mani ma… (ride)!
Durante il suo mandato ha dovuto cambiare tre volte il collega di partito nell’esecutivo…
La prima volta per un evento positivo, con Barra che ha preso il posto di Borradori dato che Marco era stato eletto sindaco di Lugano. La seconda invece è stata un evento tragico, con la prematura scomparsa di Michele. Al suo posto Claudio, che si è subito messo al lavoro con grande impegno. Per me non è stato facile, perché dopo Marco ho dovuto un po’ assumermi il ruolo di capofila. Ed emotivamente è stato duro vivere il periodo della malattia di Michele, vedendolo lottare ogni giorno.
Peraltro Barra come Consigliere di Stato è stato una sorpresa, guadagnandosi in breve tempo l’affetto di tutti i ticinesi. E pensare che non lo consideravano idoneo alla carica…
In questo Cantone nessun leghista viene mai considerato idoneo! I leghisti partono sempre con un pregiudizio di fondo contro di loro. Per questo si impegnano sempre più di tutti per zittire chi è in evidente malafede e guadagnandosi il rispetto della popolazione con il loro grande lavoro. Proprio quello che hanno fatto Michele e Claudio!
A questo proposito, c’è chi dice che senza la presenza del Nano e di Marco Borradori mantenere i due seggi sarà più difficile.
E’ chiaro che non possiamo dare nulla di scontato e dobbiamo rimanere uniti e combattivi per mantenere la maggioranza relativa in Governo.
Ma chi dice che siamo in difficoltà perché non ci sono più il Nano e Marco non si rende conto che mentre erano impegnati a criticare, tanti giovani leghisti crescevano: guardate un po’ Lorenzo Quadri, Amanda Rueckert, Daniele Caverzasio, Boris Bignasca, Michele Guerra… e mi permetto di inserire il sottoscritto! E poi Marco Borradori è ancora con noi, da sindaco leghista di Lugano. Mentre il Nano è sempre vivo nei nostri cuori e di sicuro non avrebbe mai voluto che dopo di lui non si fosse continuato a combattere. Per questo so che da lassù ci guarda orgoglioso!
Tre di queste persone citate, lei compreso, sono in lista per il Consiglio di Stato…
A sottolineare quanto la Lega si sappia rinnovare. La nostra lista è un ottimo mix di persone che possono rappresentare al meglio il loro territorio. E tutti hanno esperienza a Bellinzona, in Gran Consiglio o in Consiglio di Stato, un elemento da non sottovalutare. Davvero cinque bei profili. Io e Claudio ovviamente abbiamo un vantaggio ma questa non è una lista di semplice accompagnamento: la cosa ci stimola a continuare a dare il meglio.
Se dovesse essere rieletto quale sarebbe il primo tema a cui si dedicherebbe?
La corretta applicazione dell’iniziativa del 9 febbraio. L’avamprogetto del Consiglio Federale è assolutamente insoddisfacente, dato che esclude dal contingentamento i permessi B e quelli di breve durata. Quindi buona parte del problema che viviamo in Ticino. Dobbiamo quindi continuare a rimanere in contatto con le autorità federali per far valere le ragioni del nostro territorio.
Sempre che l’avamprogetto sia applicato, dato che l’accordo fiscale con l’Italia sembra far saltare tutto.
Come dice bene Quadri, questo è un accordo ciofeca: se dal punto di vista fiscale può andare bene per le banche, la parte sui frontalieri non risolve nulla, anzi. Tutte le forze politiche in Ticino hanno il dovere di unirsi e opporsi a questo accordo!
Qualche giorno fa è stato a Bière a salutare la truppa italofona…
E’ stata una bella esperienza. Tra l’altro ho incontrato anche Boris Bignasca impegnato con la sua truppa. Mi ha fatto pensare alla bellezza del principio del cittadinosoldato prerogativa del nostro esercito. Un esercito che per il Ticino ha un’importanza ancora maggiore dopo gli importanti finanziamenti che la Confederazione ha concesso per Isone e Monte Ceneri. Frutto anche del mio lavoro di contatti costanti con Berna…
MATTIA SACCHI, Mattino della domenica, 22.03.2015
Norman Gobbi Nato il 23 marzo 1977, è cresciuto in Alta Leventina, per poi spostarsi a Bellinzona, Zurigo e Lugano per gli studi. Entrato giovanissimo nella Lega dei Ticinesi, è passato al Gran Consiglio ticinese (1999), alla carica di Municipale di Quinto (2008), di presidente del Gran Consiglio della Repubblica e Cantone Ticino (2008-2009) e di Consigliere Nazionale (2010). Il 10 aprile 2011, il Popolo ticinese lo ha chiamato a soli 34 anni alla carica di Consigliere di Stato della Repubblica e Cantone Ticino, dove ha assunto la direzione del Dipartimento delle istituzioni. Sposato con due figli, è appassionato di hockey (il cuore dice Ambrì Piotta…) e di cucina, passione ereditata dai nonni, i quali gestivano un ristorante, una bottega e una panetteria…